FOTOPARTITA - Come ti rovino il derby: la follia di Wallace e la 'panzata' di Marchetti

Pubblicato il 5/12 alle ore 20
06.12.2016 07:01 di  Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
FOTOPARTITA - Come ti rovino il derby: la follia di Wallace e la 'panzata' di Marchetti
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Se esistesse un manuale sugli errori da non commettere in un derby, Wallace e Marchetti sarebbero i co-redattori ideali. Macchie indelebili, troppo decisive in un tipo di gara che per antonomasia si decide negli episodi. Un’analisi del match che si fa drammaticamente semplice, a poco più di 24h dalla beffarda stracittadina numero 153. Impossibile trovare altri capri espiatori: l’approccio è stato impeccabile, “costringendo la Roma a difendere a cinque” nel primo tempo, come sottolineato dallo stesso Inzaghi, sempre a suo agio nel preparare le sfide ad alta tensione, concedendo anche un po’ di pretattica come nel caso di Milinkovic. La sagra dell’errore della premiata ditta Wallace-Marchetti ha poi guastato la festa al tecnico piacentino, tradito forse dai più insospettabili della retroguardia biancoceleste. Prima di questo però, una piccola postilla sulle polemiche post derby…

LA PROSOPOPEA DI STROOTMAN E LA ‘MARATONA ALL’INDIGNAZIONE’ – Le provocazioni fanno parte del gioco e chi ci casca ne paga le conseguenze. È successo a Cataldi, vittima dello ‘scherzetto fuori stagione’ di Strootman. L’olandese si inserisce a piedi pari nella polemica social, poi anche verbale, tra il biancoceleste e Rudiger, gettando (altro che acqua) benzina sul fuoco. Al di là dei provvedimenti discutibili di Banti – che poteva limitarsi ad ammonire entrambi o, a quel punto, espellere anche il giallorosso per aver acceso la miccia –, il gesto della ‘Lavatrice’ sembra molto più riconducibile a chi è poco abituato a vincere e a gestire momenti di euforia. E poi c’è la frase di Lulic, assolutamente stigmatizzabile da qualsiasi angolazione, anche se “figlia del momento”, come interpretata dallo stesso De Rossi. Ugualmente nauseabonda la reazione di alcuni addetti ai lavori, che nel commentare la vicenda hanno innescato la tipica corsa ‘a chi si indigna di più’, piuttosto che scegliere di sottoscrivere e argomentare il De Rossi-pensiero. 

WALLACE COMBINA GUAI – E pensare che per 60’ era stato anche uno dei migliori in campo. Puntuale nelle chiusure, intraprendente palla al piede in fase di impostazione. Inzaghi opta ancora per il brasiliano al posto del duo de Vrij-Bastos, scegliendo di non alterare gli equilibri di una difesa fino a ieri  quasi impeccabile e che, dati alla mano, poteva vantare il secondo posto per gol subiti sotto la Juventus. Ingenuità, euforia, incoscienza: un mix letale che ‘ha apparecchiato’ il vantaggio giallorosso. Errori del genere – più comunemente chiamati ‘infortuni’ e non dovuti ad un movimento difensivo sbagliato –, non scalfiscono la qualità di un giocatore che pian piano aveva convinto anche i più scettici. Ma se commessi in un derby, per giunta d’alta classifica, vanificano pesantemente il percorso di crescita individuale del giocatore, che senza troppi giri di parole, si è dimostrato ancora immaturo per questi palcoscenici.

MARCHETTI, IL RECIDIVO – Per lui non è il primo errore commesso in un derby. Una piccola Via Crucis, che ha come prima stazione il regalo concesso a Pjanic nella stracittadina dell’11 novembre 2012. La Lazio vinse per 3-2 una gara comunque riaperta dalla sciabolata del bosniaco, che ha beffato un Marchetti troppo lontano dalla linea di porta. Quel giorno arrivarono i tre punti, gli ultimi ottenuti in campionato contro i giallorossi, e il ‘caso’ venne archiviato. Più sanguinosa la gaffe commessa l’anno scorso sul gol di Gervinho, che ha trafitto l’estremo difensore biancoceleste sul suo palo, realizzando anche in quel caso il gol del 2-0. Infine, la frittata di ieri, quella che non ti aspetti, che taglia definitivamente le gambe alla Lazio e mette il match in ghiaccio. Nainggolan lascia partire un destro da oltre 30 metri, troppo prevedibile per un portiere esperto come lui. Un errore imperdonabile, che stride con i buoni segnali lanciati in questo avvio di stagione, pur condizionato dai soliti acciacchi di troppo. Un’ennesima avvisaglia che potrebbe condizionare le valutazioni della società circa il suo futuro nella Capitale.