ESCLUSIVA - Keller: "Lazio, ti spiego come battere il Fenerbahce... I ricordi più belli? Il cibo italiano e Di Canio!

Il calendario segnava il 18 gennaio del 2006. La Lazio di Delio Rossi (squalificato, ndr) fa visita all’inesperto Messina di Mutti. Sono i siciliani a trovare la via del gol con Rafael, i capitolini sono spaesati. Di Canio è fuori partita, entra il vichingo: Christian Keller. “Di Canio era la stella di quella squadra” – sottolinea il danese senza ombra di dubbio. La Lazio trovò il pareggio con Manfredini, abile a sfruttare una discesa inarrestabile di Keller sull’out di destra. Quello probabilmente fu l’attimo di gloria del motorino danese nel nostro Paese, i tifosi laziali non possono dimenticarlo. C’è chi arrivò anche a battezzarlo come: il miracolo del S. Filippo. Furono 7 i gettoni collezionati in quella stagione funesta (16esima posizione in campionato, ndr), Keller riprese il suo tour europeo dispensando il suo calcio tra Norvegia, Turchia e la sua Danimarca. Oggi è uno dei punti fermi del Randers Fc, in un paesino di 55mila anime nel cuore dello Jutland, antica sede di scorribande vichinge. Il suo club sta sorprendendo tutti e gravita al terzo posto alle spalle dei più prestigiosi Fc Copenhagen e Nordsjaelland. Keller conosce molto bene anche il calcio turco, avendo militato dal 2009 al 2011 al Kasimpasa, club di Istanbul. La redazione di Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva l’ex esterno della Lazio, in un’intervista a 360°: dal profilo temibile del Fenerbahce all’amarcord biancoceleste fino ai nuovi talenti del calcio danese:
In campionato occupate la terza posizione, avete mai sperato nel titolo? “Fc Copenhagen è ad un livello a sé stante, e noi non abbiamo ambizioni di competere per il titolo, ma solamente di preservare la nostra posizione attuale”.
La tua Lazio incrocerà in coppa il Fenerbahce, impegno proibitivo? “E’ una squadra molto valida, specialmente in casa. E’ un compito difficile, ma non impossibile per questa Lazio. Un consiglio? Difendere con attenzione e posizionarsi molto bene all’interno del campo…”
Può arrivare fino in fondo in Europa League e quale può essere la chiave?: “La Lazio è una delle migliori squadre in Italia e come tale è in grado di vincere l’Europa League. Il fattore decisivo non sarà un giocatore in particolare, ma la squadra come gruppo”.
In campionato la corsa al terzo posto è piuttosto agguerrita… “Non seguo la Serie A così assiduamente, ma naturalmente controllo i risultati e la classifica nei weekends e penso che la Lazio abbia una buona possibilità di centrare i piazzamenti utili per l’Europa”.
Che ricordi conservi del periodo alla Lazio (2005/06, ndr)? “Ho vissuto una grande esperienza in Italia e alla Lazio, tuttavia non ho giocato molte partite. Ma non ho rimpianti, è stato un momento splendido. Ero stato ingaggiato dal Torino, ma la società andò in bancarotta e così mi trasferii alla Lazio. Ho molti bei ricordi, in particolare il clima e il cibo erano eccellenti. Mi piaceva molto sia la gente che la città”.
Era una squadra con tanto talento, ma che a fine stagione tradì le attese : “Quando ero alla Lazio, Di Canio era la stella e il giocatore di maggior qualità. Tuttavia centrammo un piazzamento inferiore alle attese (16° posto, ndr) perché stavamo attraversando una fase di costruzione di una nuova squadra con tanti giovani in gruppo e questo richiedeva del tempo”
Se potessi entrare per un momento nei panni del tuo ex compagno Tare, pescheresti in Danimarca? “Certo, noi abbiamo un grande bomber in Ronnie Schwartz. Il nostro portiere David Ousted ha mantenuto la porta inviolata per cinque partite, penso sia pronto per un’avventura all’estero.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro? “Spero di avere ancora un sacco di anni davanti a me come calciatore, quindi non ho pensato molto a questo aspetto”.
Un saluto ai tifosi biancocelesti: “Continuate a supportare la vostra squadra, sia nei tempi duri che in quelli fantastici”