Lazio, il 20 luglio nascevano Lenzini e Bob Lovati: il ricordo de "Il Cuoio"

20.07.2020 09:45 di  Federico Marchetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Lazio, il 20 luglio nascevano Lenzini e Bob Lovati: il ricordo de "Il Cuoio"

Il 20 luglio è una data importante sul calendario storico della Lazio: nascevano infatti sia Umberto Lenzini che Bob Lovati, rispettivamente nel 1912 e nel 1927. La rubrica "Il Cuoio" del Corriere dello Sport-Stadio ha voluto dedicare un ricordo speciale a entrambe queste figure così importanti per il biancoceleste.

Figlio di emigrati italiani in Colorado, Umberto Lenzini visse i primi 15 anni della sua vita negli Stati Uniti e tornò in Italia solo dopo che i genitori ebbero arricchito il loro portafogli lavorando a Huerfano, nell'emporio di famiglia. Uno dei primi presidenti "americani" per un club italiano, che nei ricordi laziali si è ritagliato un posto d'onore che in un primo momento neanche avrebbe dovuto occupare: la proprietà della Lazio sarebbe infatti dovuta andare al fratello Carlo, che però venne a mancare lasciando su Umberto il peso dell'operazione. Era il 1965 e Umberto Lenzini diventava presidente della Lazio, aprendo un periodo rimasto nel cuore dei tifosi biancocelesti in cui il club conobbe ds come Sbardella, Janich, Manni e Moggi e allenatori come Neri, Mannocci, Vinicio e, ovviamente, Tommaso Maestrelli. Con lui Lenzini rischiò anche di litigare quando rimproverò i figli Massimo e Maurizio che correvano con un pallone nello spogliatoio e, per farsi perdonare, il giorno dopo si presentò con un'enciclopedia per entrambi. Con Pulici aveva un rito: prima di ogni partita all'Olimpico  lo sfidava calciando un rigore. E un'altra abitudine era quella di fare il giro di campo tra le mura amiche per salutare i tifosi, che lui per la prima volta portò in Europa. E proprio in Coppa Uefa si verificò uno degli episodi più memorabili della sua presidenza, quel Lazio-Barcellona del 1975 che Lenzini decise di non giocare dopo che il regime franchista aveva giustiziato a Burgos alcuni patrioti contrari alla dittatura di Franco. L'inizio della fine fu scandito dalla retrocessione a tavolino per il calcioscommesse, che lo colpì quasi come un tradimento dopo che aveva già dovuto cedere Chinaglia e seppellire Maestrelli e Re Cecconi. Indebitatosi per sopperire alle mancanze finanziarie del club, cedette la presidenza al fratello Aldo e poi, nel 1981, l'intero pacchetto azionario a Gian Chiarion Casoni. Lenzini scomparve il 22 febbraio 1987, lasciando un vuoto lì dove c'era un grande uomo.

Oggi avrebbe compiuto 93 anni Bob Lovati, altro nome che fa gonfiare il petto di qualsiasi tifoso biancoceleste. Scomparso nel 2011, Lovati era un milanese di adozione laziale che al club capitolino diede tutto quello che aveva nelle diverse fasi della sua carriera. Prima di tutto portiere, Lovati fu acquistato dalla Lazio nel 1954 diventando titolare dopo un anno in prestito al Torino e raggiungendo una continuità nelle prestazioni che gli valsero la chiamata in Nazionale nel 1957. Poi le difficoltà economiche della Lazio, con una gioia speciale però: quella Coppa Italia del 1958 vinta contro la Fiorentina, il primo trofeo della storia del club. Lovati si ritirò a 34 anni ancora con il biancoceleste addosso, prese il patentino da allenatore e continuò a contribuire alla causa laziale vestendo i panni di tecnico della prima squadra (memorabile come nel '79/'80 salvò la Lazio dalla retrocessione sul campo nonostante lo scandalo del calcioscommesse, schierando la Primavera), tecnico della Primavera, allenatore dei portieri, viceallenatore, capo degli osservatori, dirigente, talent scout. Non è un caso che l'Academy a Formello sia intitolata proprio a lui: Bob Lovati c'è sempre stato nel momento del bisogno e continuerà ad esserci.

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