Gentiletti: "L'infortunio mi ha cambiato, era il momento più bello della mia carriera. A Marassi una favola..."

28.07.2016 08:45 di  Francesco Tringali   vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.if
Gentiletti: "L'infortunio mi ha cambiato, era il momento più bello della mia carriera. A Marassi una favola..."
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© foto di Federico Gaetano

La piacevole sorpresa prima dell'amara delusione. In mezzo un infortunio che ha pesato sul giudizio finale di Santiago Gentiletti. La sua esperienza alla Lazio si lega al Marassi di Genova, e da lì riprenderà la sua avventura italiana dopo l'addio al biancoceleste. Il Genoa ha puntato su di lui, il Ferraris gli riaprirà le porte, sarà ancora un'emozione: "Le favole esistono anche nel calcio - racconta Gentiletti in un'intervista al Secolo XIX -. Capita che ti faccia male al ginocchio nel momento più bello della carriera. Capita che ritorni a giocare parecchi mesi dopo e che riesca a fare il gol vittoria, proprio nello stesso stadio e dalla stessa parte di campo in cui ti eri fatto male. Capita anche che quello stadio diventi il “tuo” stadio. E non vedi l’ora di giocarci. Ancora una volta". 21 settembre 2014, l'inizio del lungo calvario proprio contro il Genoa. Da lì in poi le cose cambiano, il centrale argentino sarà irriconoscibile: "Non mi ero mai fatto nulla, neanche uno stiramento. Era un gran bel momento per me, Martino mi stava per convocare in Nazionale, avevo vinto la Libertadores con il San Lorenzo e poi ero passato alla Lazio. Due partite e vado ko. Rientrare non è stato facile". 237 giorni dopo Gentiletti rientra e punisce la Sampdoria, sigillo fondamentale quello: "Un gol importantissimo, per la nostra corsa Champions. Segnato proprio dallo stesso lato in cui mi ero fatto male. Molto bello da ricordare". Perché il Genoa?: "Perché mi avevano cercato insistemente e perché tutti gli argentini che sono stati qui mi hanno parlato di un ambiente speciale, molto coinvolgente. Sono curioso di viverlo, questo è il club più antico d’Italia, un’esperienza da provare. E poi i colori sono gli stessi del San Lorenzo".