Miccichè e Malagò a rischio: botta e riposta tra Lega A e Business Insider

Nella giornata di ieri Business Insider ha pubblicato un articolo in cui si parla di irregolarità dell'elezione di Gaetano Miccichè come presidente della Lega A. Il 19 marzo 2018 infatti si arrivò alla fumata bianca per acclamazione e per decisione del presidente del Coni Giovanni Malagò, all’epoca commissario della Lega Calcio, le schede poste nell’urna per l'elezione segreta non furono mai scrutinate. Quindi secondo la ricostruzione Miccichè fu eletto in violazione allo stesso Statuto della Serie A. Vero è che da regolamento per impugnare un’assemblea ci sono 30 giorni di tempo, ma il codice civile dice che per far dichiarare la nullità del voto non c’è prescrizione. Dal verbale in possesso di Business Insider Italia emerge con chiarezza come Andrea Agnelli (Juventus), Mauro Baldissoni (Roma) e Malagò abbiano prima proposto poi insistito perché si votasse per acclamazione anziché a scrutinio segreto come previsto dall’articolo 9, comma 8, dello Statuto secondo cui “tutte le votazioni che riguardano persone devono tenersi a scrutinio segreto”. Il primo a prendere la parola è Agnelli che “propone, visti gli esisti della riunione informale del 5 scorso, di procedere all’elezione del candidato per acclamazione”. A evitare la violazione sono Simonelli, presidente dei revisori, e il giudice sportivo Mastrandrea. Interviene Malagò e decide che si “proceda nella forma regolamentare”: vengono distribuite le schede di voto e i delegati vengono chiamati a “esprimere segretamente il voto” e a “depositarlo in un’urna chiusa”. Alla fine delle operazioni Baldissoni dichiara “di voler comunicare ed esprimere in modo palese il proprio voto a favore del candidato” Miccichè quale presidente della Lega. Poi intervengono tutte le altre società esprimendo il loro voto a favore, ma facendo cadere il principio di segretezza. A questo punto prima Malagò proclama eletto Micciché, poi “dispone che le schede votate non siano scrutinate, ma siano inserite in un plico sigillato e conservate nella cassaforte della Lega”. Nessuno si oppone, ma l'elezione è avvenuta per acclamazione a voto palese, in assoluto contrasto con lo Statuto. L’elezione potrebbe essere dichiarata nulla portando alla decadenza il presidente della Lega. IN caso di deferimento a rischiare più di tutti sarebbe Malagò: in caso di squalifica perderebbe la poltrona di presidente del Coni.
REPLICA DELLA LEGA - Business Insider ha pubblicato una replica arrivata dalla Lega Serie A: “Egr. Direttore Pons, ci dispiace dover ribadire nuovamente l’ovvio, ma vorremmo non rimanessero malintesi nella ricostruzione dell’elezione del Presidente della Lega Serie A. Il verbale da voi pubblicato ancora una volta ribadisce l’esattezza della nostra versione, come chiunque a questo punto può verificare leggendolo: la votazione è avvenuta a scrutinio segreto, tutte e 20 le Società hanno votato e inserito la propria scheda nell’urna e tutte e 20, spontaneamente una ad una, hanno chiesto la parola per esprime in modo palese il loro voto favorevole all’elezione di Gaetano Miccichè come Presidente di Lega Serie A. La regolarità del procedimento, svoltosi nel modo sopra descritto per volontà unanime dei soci senza alcuna opposizione, non è quindi in discussione. Si evidenzia altresì che il dott. Miccichè non partecipò, in quanto candidato, alla riunione, e che i termini per una possibile impugnazione, come già ribadito nella nostra risposta di ieri, sono prescritti da svariati mesi. A suggello di quanto detto vorremmo ricordare che all’elezione presenziava, come da verbale, il dr. Gerardo Mastrandrea, Giudice Sportivo e Consigliere di Stato ed ex Presidente della Corte di Giustizia Federale, che nulla obiettò su eventuali difetti di forma della procedura elettiva”.
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Pubblicato il 5/10 alle 19:55