McLeish, ex allenatore del Genk: "In Milinkovic intravedevo enormi qualità, ora è uno alla box-to-box"

21.10.2017 10:21 di  Alessandro Menghi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it
McLeish, ex allenatore del Genk: "In Milinkovic intravedevo enormi qualità, ora è uno alla box-to-box"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

La “Milnkocrazia” non ha confini. In Italia come all’estero, la dura legge di Segej si fa sentire. Ultima a farne le spese la difesa del Nizza, caduta due volte sotto i colpi del bulldozer serbo. Al momento è uno dei migliori centrocampisti, senza troppi lussi, tutto casa e Formello ma con enormi qualità addosso, le stesse che all’inizio della sua giovane carriera ha allenato piano piano migliorandole sempre più. Parola Alex McLeish, ex allenatore di Milinkovic ai tempi del Genk, che ha raccontato a gianlucadimarzio.com come ha coltivato quell’incredibile talento: “Controllavo i suoi progressi ogni settimana, lui si allenava duramente, intravedevo qualità da grande centrocampista. Sono fiero di averlo allenato, anche col Nizza ha segnato due gol, lo seguo sempre. Quando l’ho allenato era ancora un ragazzino, ora è un uomo. Un talento assoluto di appena 22 anni. Era brillante in attacco ma non in difesa. Così abbiamo parlato, gli ho mostrato alcune azioni che faceva in partita, cosa avrebbe dovuto migliorare. E lui ha capito subito, mi disse che avrebbe cambiato atteggiamento. Abbiamo lavorato molto per farlo diventare un giocatore alla box-to-box, soprattutto mentalmente. Gli dicevo che quando perdeva il pallone non doveva fermarsi, ma continuare a correre. Col tempo ha avuto un impatto pazzesco”. E già allora segnava gol da stropicciarsi gli occhi: "Contro il Mekelen, me lo ricordo ancora. Pazzesco, da grande giocatore. Alla Ronaldo, dai. O alla Totti, per restare in Italia. Si fece dare il pallone, mirò all’incrocio e la piazzò. E’ un giocatore fantastico”. Possibile che il ct della Serbia Muslin non l’abbia ancora capito?: “Non so perché, forse non vogliono interrompere il buon momento della squadra. Si sono qualificati, hanno buoni giocatori e vogliono continuare con loro. Può darsi che lo chiamino ai Mondiali, quello sì. Ora è un altro giocatore rispetto all’inizio". Ora è nata la Milinkocrazia e la Lazio se lo gode.