Matuzalem: “Il calcio mi ha salvato. Lazio? Ho mancato di professionalità"

In una diretta Instagram di Gianluca Di Marzo, Francelino Matuzalem ha ripercorso la su carriera, tornando a parlare anche degli anni alla Lazio.
08.04.2020 07:10 di  Elena Bravetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Matuzalem: “Il calcio mi ha salvato. Lazio? Ho mancato di professionalità"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Francelino Matuzalem, nel corso di una diretta Instagram di Gianluca Di Marzio, è tornato a parlare della sua carriera, soffermandosi anche sugli anni trascorsi tra le fila della Lazio. Prima di tutto, però, il brasiliano ha raccontato il modo in cui il Brasile sta vivendo l’emergenza di questo periodo: “Coronavirus? La gente ha paura, la tv parla sempre di questa situazione. Hanno chiuso piccoli negozi, inizia a diventare un po’ complicata. In questo periodo dobbiamo stare dentro casa, cerco di godermi la mia famiglia. Quando posso vado in spiaggia. È da un anno che sono in Brasile, mi manca un po’ tutto dell’Italia. Ho un affetto enorme per il vostro Paese, i miei figli sono nati lì. Appena finirà questo periodo, cercherò di tornare. Tatuaggi? Non li ho mai contati, sono davvero pieno. Ne ho fatti per i miei figli, per la mia famiglia”.

“IL CALCIO MI HA SALVATO” - “Sono nato in un quartiere molto povero, i miei amici avevano pistole, andavano a rubare, usavano droghe. Per mia fortuna a 15/16 anni sono andato a Bahia per fare un provino. La svolta è stata quando sono venuto in Italia, sono cresciuto come uomo. Il calcio mi ha aiutato tanto, tanti amici sono andati in galera, per dir la verità anche mio fratello. L’ambientamento in Italia è stato difficile, sono una persona molto timida. Non sapevo una parola d’italiano. Ho subito chiamato mia madre, volevo tornare a casa. Lei mi ha risposto ‘Sei andato fin lì, ora rimani’.

LAZIO - “In campo mi trasformavo. Nella mia carriera ho fatto tanti falli, sono contrasti di gioco. Tanti hanno detto che ci avevo messo cattiveria. Subito ho chiamato Brocchi per chiedergli scusa, lui mi ha risposto che si era incastrato il piede nell’erba, e purtroppo era lo stesso su cui ho parlato anche col direttore Tare, ma anche lui mi ha tranquillizzato. In Italia ho giocato con tanti campione, anche Klose, giocatori che sapevano gestire l’età, i momenti. Sono stati anni bellissimi. Se fossi stato un professionista, sarei rimasto o comunque sarei andato in una squadra di pari livello. Magari in settimana scherzavo troppo durante l'allenamento, mangiavo troppo o bevevo qualche bottiglia di vino in più".

FUTURO - “Ho fatto il corso d’allenatore, ho conosciuto grandi personaggi come Batistuta, Pirlo. La mia intenzione era proprio quella, allenare il settore giovanile. Poi alla fine per problemi personali ho fatto dei cambiamenti. Ora sono concentrato solo sulla scuola calcio, un progetto che si è fermato per l’emergenza Coronavirus. I compagni con cui sono rimasto più in contatto? Ho ritrovato grandi amici, ho parlato con Lucarelli, Sturaro, Perin. Con Instagram li ho ritrovati”.

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Pubblicato il 7/04 alle 20.30