Lazio, Sarri vs Sampaoli: la nuova era contro la rivoluzione mancata

La Lazio affronterà il Marsiglia di Jorge Sampaoli che fu il primo allenatore che Lotito e Tare contattarono, nel 2016, per iniziare un nuovo ciclo
27.08.2021 14:10 di  Marco Valerio Bava  Twitter:    vedi letture
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Sarri vs Sampaoli: la nuova era contro la rivoluzione mancata
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© foto di Imago/Image Sport

Rieccolo, di nuovo sulla strada della Lazio. Come accadde cinque anni fa, seppur in circostanze diverse. Jorge Sampaoli oggi è l'allenatore del Marsiglia, sarà l'avversario forse più ostico nel girone europeo dei biancocelesti. Ma c'è una storia dietro questo intreccio. L'argentino sbarcò a Roma l’11 maggio del 2016, in gran segreto, il volo da Santiago lo fece atterrare nella Capitale all’alba, erano le 6.35, a prelevarlo c’era il team manager della Lazio, Stefano Derkum, lo accompagnò all’Hotel Forum, in pieno centro. Jorge Sampaoli passò a Roma poco meno di 72 ore, poi volò in Spagna, prima di tornare in Cile il 18 maggio. La Lazio cercava un allenatore importante, era reduce dall’esonero di Pioli, sulla panchina in quel momento sedeva un Inzaghi in balia degli eventi. Sperava nella conferma, ma vedeva scorrere davanti a sé i candidati al casting di Lotito. Sampaoli fu il primo a essere valutato dal patron. Era un’idea di Tare, attirava lo stile di gioco aggressivo, il calcio alla Bielsa che proponeva (e tenta ancora di proporre) l’ex ct del Cile che con la Roja aveva vinto una Coppa America nel 2015. Sampaoli cercava una nuova sfida, ma pretendeva tanti soldi e una rivoluzione tecnica che non convinse i dirigenti. Eppure, poche settimane dopo, la Lazio cercò di portare a Roma Marcelo Bielsa e ci arrivò vicinissima.

DA JORGE AL LOCO - El Loco, però, aveva altro fascino rispetto all’adepto cresciuto nell’ombra di quell’idea di calcio, Lotito ne rimase affascinato, tanto da essere disposto ad assecondare richieste pesanti dal punto di vista economico e tecnico. Calveri venne spedito a Rosario, l’obiettivo tornare con la firma di Bielsa, firma che arrivò, ma venne rinnegata, lasciando la Lazio e Lotito nella tempesta, traditi dalla locura di quell’argentino così particolare. Alla fine, senza più carte in mano, il presidente decise di confermare Inzaghi che ormai s’era arreso all’idea di lasciare la Lazio e allenare la Salernitana. Fu una scelta forzata, ma vincente.

NUOVA ERA - Oggi s’è esaurito pure quel ciclo, Simone ha detto addio nel modo peggiore, dopo aver promesso amore per altri tre anni e uscendo da Formello suonando il clacson per festeggiare un rinnovo che appariva sigillato. Un tradimento che ha ferito Lotito e l’ha spinto oltre le Colonne d’Ercole, in un territorio fin lì inesplorato, prendendo un allenatore vincente, affermato e quindi con pretese diverse rispetto al passato. Sarri è la chiusura di un cerchio che s’era aperto in quel maggio 2016, con Sampaoli all’Hotel Forum e che glissava le domande dei giornalisti con un “sono a Roma per una passeggiata”. Chiedeva tre milioni all’anno e giocatori adatti al suo calcio. Come El Pitu Barrientos. Rimasero richieste, non vennero assecondate. La Lazio decise di provare il brivido Bielsa, prima di affidarsi a Inzaghi. Sono passati cinque anni, è passata una vita, è iniziata una nuova era e passato e presente si troveranno di fronte. Sampaoli è l'allenatore del Marsiglia, sta provando a far valere le sue idee in Francia. Per ora c'è riuscito solo in parte.