Lazio, Giordano spiega: "Il sintetico può aiutarci. Baroni? Lavoro straordinario"

Intervenuto ai microfoni di Radio Laziale, Bruno Giordano ha parlato delle prossime sfide in programma per la Lazio contro Bodo/Glimt e Roma. L'ex bomber biancoceleste ha parlato delle possibili insidie relative alle due sfide, concentrandosi in particolare sulla trasferta di Europa League contro i norvesesi. Di seguito le sue dichiarazioni.
CAMPO SINTETICO - "Non facciamolo più grande di quello che è perché abbiamo ragazzi all’interno della squadra di 22, 23, 24 anni che nascono anche loro sui sintetici. Quando fanno gli Allievi o la Primavera 8 campi su 10 sono in sintetico. Il campo è un qualcosa, ma credo molto sia dovuto alla famosa sconfitta della Roma, al fatto che qualche anno fa erano dei semisconosciuti, una delle Cenerentole del calcio europeo. Piano piano abbiamo visto che anche lì nascono giocatori bravi, alcuni straordinari come Haaland e Odegaard. Bisogna andare lì con la massima cautela, sapendo che può essere un campo che può crearti qualche problemino, ma non chissà che cosa. Per dire, conosco Romagnoli da quando faceva gli Allievi e giocava contro mio figlio e si giocava sul sintetico. Di tutti i calciatori che sono nell’organico della Lazio, l’unico non abituato potrebbe essere Pedro, gli altri credi conoscano il sintetico. Poi ovvio che sia meglio giocare sull’erba naturale".
APPROCCIO PER BODO E ROMA - "Sotto l’aspetto della concentrazione non direi tanto, i calciatori sanno quello che si stanno giocando. Contro il Bodo devi andare a vedere a grandi linee. Chiaramente Baroni ne sa più di noi perché avrà visto mille filmati, saprà pregi e difetti per andare a lavorare anche sull’aspetto tecnico-tattico contro di loro. Vedere dove ti possono mettere in difficoltà e viceversa, la stessa cosa vale per il derby anche se la Roma la conosciamo molto meglio. Sotto l’aspetto della concentrazione cercherei di ammorbidire tanto perché sono due partite che ti consumano tanto sotto l’aspetto fisico, ma soprattutto mentale".
CASTELLANOS TITOLARE COL BODO - "Il tempo e il clima potrebbero preoccupare, perché per i muscoli un conto è giocare con zero gradi e un conto con venticinque. La Lazio non è in mano ad un pazzo, ma ad un signor allenatore. Perciò se è guarito e in questi giorni ha dimostrato di stare bene ci può stare, anche perché prima o poi dovrà giocare. Magari se gioca al derby e non ha minutaggio fa una prestazione un po’ così, il giocare ti può dare anche una certa sicurezza per le partite che verranno. Se va in campo è perché ritengono che possa dare sotto l’aspetto fisico il 100%, poi la condizione la vedremo durante la partita".
COME AFFRONTARE LA GARA CON IL BODO - "Il campo aiuta più la squadra tecnica, in questo caso la Lazio. Poi c’è anche da correre, il rimbalzo e tante altre cose, però la superficie è perfetta perché non c’è il minimo problema, sul sintetico è tutto perfetto. Io sono dell’idea che nella partita servono spada e fioretto, penso servano l’uno e l’altro, non puoi scegliere e giocare solo a contrastare e correre oppure solo con tecnica. Una gara richiede tante cose, ci sono momenti in cui devi sviluppare e altri in cui c’è da correre. Riguardo alla partita contro l’Atalanta, c’è stato qualche errore tecnico di troppo che non ci ha permesso di andare a concludere alcune azioni che potevano essere concluse in un’altra maniera. Le partite richiedono tutto, devi capire all’interno della partita che tutto può cambiare".
TRE PARTITE IN SETTE GIORNI - "Penso che il problema di giocare ogni tre giorni sia più negli spostamenti e nei recuperi che nelle partite. Credo che oggi più giochi e più sei in condizione, ormai giocare diventa allenante. Il fatto di dover stare una settimana senza giocare può portare apatia, a volte il tempo non passa mai e vorresti giocare sempre. Il Napoli gioca una volta a settimana eppure ha infortuni, perché a volte vai a spingere di più il mercoledì e il giovedì. Chiaro che il rischio c’è, più giochi e più c’è il rischio di un trauma, ma io avendo avuto allenatori come Vinicio, Corsini, Bianchi avrei preferito giocare non tre partite, ma anche quattro a settimana pur di evitare alcuni allenamenti che erano tosti. Oggi sei abituato a giocare ogni tre giorni e diventa anche bello perché, se fai bene c’è entusiasmo e sei hai giocato male hai subito un esame per poter riparare".
DISTANZA TRA CALCIO ITALIANO E NORVEGESE - "Oggi queste situazioni si sono accorciate perché tanti giocatori hanno giocato in Europa, Hauge ha giocato al Milan, Solbakken alla Roma. Ormai è un calcio più globale, ognuno con il proprio modo di interpretarlo. Non saranno mai come noi come noi non saremmo mai come loro. Ormai con la tecnologia si può sapere nel dettaglio come gioca anche un singolo calciatore. Ci sono delle proporzioni che a livello di popolazione e storia del calcio fanno la differenza, ma non né più lontano come 20 o 30 anni fa".
RINNOVO BARONI - "Sono stato uno dei pochi che lo ha protetto nel momento che la Roma laziale era contro Baroni. Noi ci facciamo condizionare anche dalla classifica dei cugini, appena ci hanno raggiunto per una settimana anche il pareggio faceva storcere la bocca. Questa vittoria di Bergamo ha ridato slancio e sono contento per Baroni che per me sta facendo un lavoro pazzesco".
MENTALITÀ PROVINCIALE - "Siamo ancora molto provinciali sotto questo aspetto e l’esempio lampante è questo di Baroni. In questi ultimi venti giorni ciò che è successo era non tanto dovuto al fatto che la Lazio stentasse, ma perché la Roma ci aveva raggiunto. Io cerco di battermi qui a Radio Laziale proprio su questo aspetto, se non sei obiettivo rimarrai sempre provinciale".
LE ROTAZIONI DI BARONI - "Baroni è dalla prima giornata che ci ha stupito. La prima trasferta ad Amburgo con la Dinamo Kiev ci stupì con 7/8 cambi, non è cambiato nulla. Baroni dipende come gli altri allenatori dalla forma dei calciatori, se rispondono presente è un conto, se non sono in un momento brillante non è che può scendere in campo e salvare i gol o segnare in rovesciata. L’allenatore ti deve mandare in campo con la massima serenità e uno spartito chiaro, poi gli interpreti determinano in positivo e negativo il risultato finale".