IL PRECEDENTE - Bologna-Lazio nel 1970, quando una bella prestazione non basta

05.03.2017 09:00 di  Francesco Bizzarri  Twitter:    vedi letture
Fonte: Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it
IL PRECEDENTE - Bologna-Lazio nel 1970, quando una bella prestazione non basta

Bella l'euforia post derby, ma ora, cara Lazio, bisogna tornare a correre in campionato. I biancocelesti di Inzaghi volano a Bologna sulle ali dell'entusiasmo. Servono punti per rimanere attaccati all'Europa e perchè no, anche alla speranza che si chiama Champions League.

MATCH DA K.O. - Solita macchina del tempo, voliamo a domenica 8 novembre 1970. C’è una Lazio in costruzione, ha ambizioni da grande, lo spirito non ancora. In quell’annata, 1970/71, ci sono già i giocatori che poi diventeranno leggende qualche anno più tardi conquistando il primo Scudetto. Sulfaro, Wilson, Facco, Chinaglia. In panchina c’è Lorenzo, in combutta in quel giorno di novembre con il presidente Lenzini. Al Comunale, con la maglia rossoblu, Vavassori, Scala, Savoldi, Bulgarelli e compagni sono pronti ad affrontare i biancocelesti. La Lazio è in formato d’assalto, ma non basta: alla mezz’ora i padroni di casa vanno in vantaggio con Savoldi, che di testa anticipa la difesa avversaria su un ottimo cross di Cresci. Chinaglia si danna l’anima, sfiora solo il palo. Non serve a nulla, perché poco prima della fine del primo tempo, ancora Savoldi sigla il raddoppio. Altri 45’ per rimontare, Massa sbaglia troppo facilmente davanti alla porta, Facco di testa colpisce pure la traversa. Nel segno del K.O., la Lazio torna a Roma senza punti pur avendo giocato un’ottima partita. A proposito di knock-out, una parola che proprio quel giorno segna la fine della carriera di Nino Benvenuti, uno dei pugili italiani più vincenti e famosi al mondo. A Roma occhi puntati sulla sfida finale dei pesi medi, chi vince è campione. Benvenuti vuole difendere per la quinta volta i suoi titoli e può scegliere l’avversario. Punta il dito su Carlos Monzòn, una decisione che lascia parecchi dubbi: è un argentino con un ottimo score (67 vittorie, 3 sconfitte e 9 pareggi), ma non ha mai messo piede e montante fuori dall’Argentina. L’ ‘oggetto misterioso’ arriva nella Capitale senza nessun giornalista a seguito, lui stesso fa fatica a trovare i soldi per la trasferta. Al Palazzo dello Sport suona la campanella, si inizia. Dai primi pugni si capisce che non c’è storia, l’italiano soffre, non è in buona condizione psicofisica. Resiste fino al 12esimo round, alla fine ecco il colpo del K.O. Dopo pochi mesi, c’è pure la rivincita a Montecarlo, niente da fare. Benvenuti molla così i guantoni dopo aver conquistato in carriera un oro olimpico ai giochi di Roma nel 1960, 4 titoli mondiali, e 2 ori agli europei. Nel pugilato, così come nella vita e nello sport, un colpo può mandarti in paradiso o all'inferno.

"I campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione”.
Muhammed Ali.

Il consiglio musicale: “Hurricane” - Bob Dylan (Album: Desire, 1976. Columbia Records).