Il magic moment di Tounkara: dalla Serie A al primo gol, dopo le Final Eight il grande salto…

Due mesi fa non ci avrebbe creduto nemmeno lui. L’infortunio al ginocchio di gennaio, due mesi fuori, niente torneo di Viareggio e finale di Coppa Italia da attore non protagonista (out per quella d’andata, non al top per il ritorno al “Franchi”). Balotelli come idolo, Klose come mentore, oggi Mamadou Tounkara si sta riprendendo con gli interessi tutto quanto e ha almeno quattro motivi per sorridere. Il primo è in realtà l’ultimo, cronologicamente parlando: non sarà ricordata nemmeno lontanamente alla stregua di un’altra rete che un anno fa di questi tempi avrebbe fatto la storia biancoceleste, così come va tenuto conto del valore degli avversari in una partita amichevole, ma il gol contro il Levski Sofia è pur sempre il primo acuto con la maglia biancoceleste. Quella dei grandi, che - stavolta sì in match ufficiale - aveva indossato per la prima volta pochi giorni prima, per l’epilogo del campionato contro il Bologna all'Olimpico. Difficilmente dimenticherà la settimana che si conclude oggi, considerando anche la premiazione di giovedì in Campidoglio insieme ai compagni. Ma la sua stagione è tutt’altro che conclusa: lo aspetta il derby del 4 giugno a Santarcangelo di Romagna per i quarti delle Final Eight Primavera, nel ricordo di quella doppietta dell’aprile 2013 nella stracittadina Allievi che i pari età giallorossi non riescono a dimenticare. Finalmente in età - ricorda stamane La Gazzetta dello Sport - dopo che lo scorso anno era andato a Gubbio solo per manifesta superiorità rispetto ai coetanei del ‘96, raggiunti pochi giorni dopo per le finali Allievi con mister Inzaghi in panchina. Timbrò il 3-0 nella finalissima contro l’Atalanta dopo la doppietta di Cataldi, sogna di ripetersi per portare a casa il double Coppa Italia-scudetto. Dopo aver completato la sua missione con la Primavera, Tounkara potrà ufficialmente considerarsi un elemento dell’organico biancoceleste per la stagione 2014/15. Ha stregato tutti, da Inzaghino a Reja passando per Bollini e Petkovic. Il tecnico goriziano - o, chi per lui, il nuovo allenatore della Lazio - lo porterà nel ritiro di Auronzo di Cadore come terza punta: nelle gerarchie verrà dopo Klose e Djordjevic (per Perea si cercherà una sistemazione in prestito), ma chissà che non bruci le tappe come Keita. Classe '96, spagnolo, ex canterano catalano: del resto, i presupposti per ripercorrere le orme del gemellino ci sono tutti.