FOCUS - Storia di portieri goleador: Rogèrio Ceni si ritira, ma tutto nasce dal biancoceleste Sentimenti

05.04.2014 16:41 di  Francesco Bizzarri  Twitter:    vedi letture
Fonte: Francesco Bizzarri - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Storia di portieri goleador: Rogèrio Ceni si ritira, ma tutto nasce dal biancoceleste Sentimenti

“Sento alcuni dolorini normali” - Rogèrio Ceni non si nasconde dietro ai suoi 41 anni. Il portiere che ha segnato più gol nella storia del calcio ha annunciato il suo ritiro a fine anno, quando scadrà il contratto con il San Paolo, dove ha collezionato 1.119 partite tra i pali e non: calci di rigore, punizione e anche una rete su azione. Il bottino parla chiaro. 88 gol. Una storia sempre affascinante quella di un portiere goleador: Josè Luis Chilavert, paraguaiano, si è fermato a 62. Renè Higuita, il Re Scorpione, 41 marcature e tante acrobazie. Ci sono loro tre sul podio. "Non posticipo più, questa è la mia ultima stagione da professionista” - un po' di malinconia si coglie nelle parole pronunciate da Ceni in conferenza stampa. Scarpini e guanti al chiodo. Basta così. 

IL PORTIERE CALZOLAIO - In principio fu Lucidio Sentimenti, classe 1920 da Bomporto, Modena. "Ho quasi quindici anni, faccio il garzone calzolaio a 15 lire la settimana, vorrei giocare. Va bene qualsiasi ruolo. Anche portiere “ - inizia così la carriera di uno dei portieri con il vizietto del gol più famosi e conosciuti nel nostro Paese. Al Modena, dove esordì nel 1938, collezionò 86 presenze ed un 1 gol. Alla Juventus 169 presenze ed una rete. Poi, quando tutti lo davano in calo vista l’età e i successi, passò alla Lazio. A Roma c’erano già i suoi due fratelli Primo e Vittorio: giocò 5 campionati e diventò un vero leader della squadra biancoceleste. 170 timbri e 3 gol. Grandi capacità di tiro e abile tra i pali: il fisico di certo non lo aiutava. 170 centimetri in effetti sono pochi rispetto ai corazzieri che spesso si vedono in porta. Ma era agile, furbo. "Freddissimo determinista, dotato di una astuzia luciferina” - scriveva in un italiano lontano Gianni Brera. E pensare che nel campionato misto 1945-46 si trasformò anche in ala, come dire: “All’occorrenza posso portare anche le borracce in campo”. Tutti lo chiamavano Cochi, un nomignolo simpatico attribuitogli visto il suo fisico esile. Era un calcio in bianco e nero, lontano dall’Hd di oggi. Niente selfie, social network o auto extralusso. Oggi, all’alba dei 94 anni, Lucidio si riconoscerà in quello che è stato il suo mestiere?