Filippo Roma: "Mio figlio è della Lazio, minacce paradossali. Nessuna congiura contro Lotito"

01.06.2020 07:00 di  Daniele Rocca  Twitter:    vedi letture
Filippo Roma: "Mio figlio è della Lazio, minacce paradossali. Nessuna congiura contro Lotito"

Le Iene manderanno in onda il servizio sul presunto pagamento in nero di Zarate da parte della Lazio ma intanto Filippo Roma, l'inviato autore del servizio, denuncia le minacce subite sui social anche nei confronti della sua famiglia. L'intervista all'inviato del programma di Italia Uno durante il collegamento con il "Messaggero.it" insieme a Cristiano Sala ed Emiliano Bernardini.

LA VICENDA - “Non lo so perché proprio adesso. Io sono stato contattato da Luis Ruzzi intorno al mese di dicembre. Gliel’ho chiesto anche io perché avesse voluto ritirare fuori questa storia dopo tanto tempo. Lui mi ha dato delle risposte legate al fatto che aspettava che il contenzioso tra Lazio e Pluriel terminasse per poter chiedere i soldi alla Pluriel, la società che deve girare i soldi all’agenzia del fratello di Zarate, la Moisen. E il secondo motivo è che lui voleva che si stabilizzasse, dopo il periodo traumatico vissuto con la Lazio, la carriera di Maurito, che poi effettivamente ha ripreso piede in Argentina. Per un motivo personale, legato alla carriera del calciatore, e per un motivo legale, legato al contenzioso Lazio-Pluriel, lui ci ha raccontato che ha aspettato tutto questo tempo. Sperava che in tutto questo tempo, in qualche modo, la questione si risolvesse, anche grazie all’intervento del presidente Lotito. Ruzzi sostiene che il garante dell’operazione sia proprio Lotito, che è quello che ha presentato al gruppo Zarate il personaggio Riccardo Petrucchi, cioè il proprietario della Pluriel. Siccome nel corso degli anni la situazione non si è più sanata, lui ha deciso di uscire allo scoperto e ci ha contattato”.

LA RISPOSTA DI LOTITO - “Speriamo ci sia una risposta, siamo in contatto con l’ufficio stampa della Lazio e stiamo aspettando risposte. Siamo a disposizione per concedere al presidente Lotito il diritto di replica. Una volta feci anche ‘Il Moralizzatore’ a Lotito, proprio fuori da una chiesa. Detto ciò poi Lotito, gli si può dire tutto, ma è una persona che quando parla fa ridere, ma proprio nel senso buono del termine. Ha molta ironia, ha quella comicità che comunque è fantastica”.

GLI INSULTI - “I tifosi della Lazio si sono incazzati, e lo capisco, perché io sono pubblicamente un romanista. E quindi io posso capire che questa circostanza generi diffidenza e anche rabbia. Prima di passare alle minacce vorrei però sottolineare una cosa: io sono un giornalista, come un attaccante quando gli arriva la palla cerca di tirare in porta per fare gol. Quando ti arriva una notizia tu la diffondi. Se la stessa notizia mi fosse arrivata sulla Roma, io avrei fatto lo stesso, credeteci oppure no. Il fatto che io sia romanista ha generato uno tsunami di messaggi, alcuni di sfottò e ci rido sopra, come faccio con i miei cugini laziali. Io ho mezza famiglia della Lazio e ci prendiamo in giro dagli anni ’70. Poi invece sono arrivate le offese, come “pezzo di m***a, ma non sono uno permaloso. Quello che mi ha dato fastidio sono state le minacce, alcune molto pesanti: ‘ti vengo a cercare sotto casa’, ‘devi finire per terra su una pozza di sangue’, ma anche a questo sono abituato facendo Le Iene da 16 anni”.

LE MINACCE AL FIGLIO… LAZIALE - “Ma c’è stato un tipo di minaccia, del tutto inedita rispetto al passato, che mi ha angosciato, cioè una minaccia contro mio figlio, Francesco, che ha vent’anni e gli è arrivata una minaccia diretta sul suo profilo di Instagram. Mio figlio fa economia e gli hanno scritto ‘tanto prima o poi all’università ci torni’ e gli hanno fatto capire che l’avrebbero picchiato. La cosa paradossale però è che mio figlio è laziale, nato il 14 maggio del 2000, proprio nei momenti in cui la Lazio stava vincendo lo scudetto. Quindi in quel momento i miei sentimenti erano contrastanti, dolore e gioia per la nascita di mio figlio. Lui mi ha sempre detto. Questa cosa la vedo come un segno del destino, quindi sono della Lazio, e chi gli ha mai detto nulla su questa cosa. Però vedere che si è dovuto anche beccare le minacce, questo mi è molto dispiaciuto”.

LA TEMPISTICA - “Anche questo lo capisco. Perché in questo momento è come se la Lazio fosse soggetta a un attacco mediatico congiunto. Ma non funziona così: le notizie arrivano per caso, e possono arrivare simultaneamente a vari organi di stampa. Non è che Le Iene si riuniscono con la Gazzetta dello Sport e stabiliscono insieme un piano d’attacco contro Lotito, le cose succedono per caso. Il pezzo va in onda ora, dopo due mesi di lockdown, che il programma è stato fermo per un mese e mezzo, ma noi lo abbiamo realizzato a febbraio, anzi a gennaio, anche perché la prima ripresa l’abbiamo fatta subito dopo la Befana”.

LA DENUNCIA - “Appena sono arrivate le minacce a mio figlio sono uscito e sono andato a denunciarle al commissariato, cosa che non faccio mai, visto che sono subissato da minacce. Però dal momento in cui hanno toccato mio figlio sono andato a sporgere denuncia”.

Pubblicato il 31/05 alle ore 15:55

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