ESCLUSIVA Radiosei - Maffei: “Chinaglia eroe laziale. Oggi manca qualcuno che possa riavvicinare i tifosi”

Pubblicato il 24/01 alle 21.00
25.01.2017 07:25 di  Gabriele Candelori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Gabriele Candelori - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - Maffei: “Chinaglia eroe laziale. Oggi manca qualcuno che possa riavvicinare i tifosi”

Settanta anni fa nasceva Giorgio Chinaglia, indimenticata bandiera di un popolo intero. Dal ricordo di “Long John” è iniziato il lungo e interessante intervento di Fabrizio Maffei in esclusiva sulle frequenze di Radiosei. “Chinaglia è una delle poche anime della Lazio. Parlare di lui mi commuove, sono talmente tanti i ricordi che non riesco a metterli a fuoco. La parte emotiva è straordinaria, Giorgio è stato molto più di un semplice giocatore. Un vero e proprio eroe biancoceleste che ha attaccato tutti. Ci ha fatto vivere pagine straordinarie e regalato gioie irripetibili. Non si può non amare, di lui si può avere solo un ricordo straordinario. Io l’ho conosciuto bene e me le sono goduto fino all’ultimo, avendo vissuto per lavoro negli Stati Uniti. Mi ha raccontato molte storie che mi hanno dato la certezza di quanto fosse una persona troppo buona. Gli errori che ha commesso li ha fatti per ingenuità, credeva a tutti pur di migliorare il futuro della Lazio. È stato messo in mezzo troppe volte. Oggi il calcio è un business, viene studiato tutto a tavolino. Prima c’era più improvvisazione e cuore. I tifosi ormai sono clienti e il rapporto coi giocatori è cambiato. Non si può più amare un calciatore allo stesso modo, nessuno è più in grado di legarsi a un simbolo e a una maglia. Giorgio ha rinunciato alla Juventus pur di rimanere alla Lazio”. Il giornalista e conduttore televisivo, nonché noto tifoso laziale, ha poi instito sull’importanza di avere una figura di raccordo all’interno del club: “L’uomo che deve dare visibilità alla società non può essere Peruzzi. Lui detesta la ribalta, preferisce lavorare nell’ombra e non ama apparire. Non so quanta volontà ci sia da parte dei vertici di acquisire personaggi carismatici. Tutti coloro che hanno avuto modo di lavorare con la Lazio comunque sono riusciti a costruire un legame molto forte con club e tifoseria. Ci sarebbero tanti nomi, ma non vorrei che la Lazio diventasse come l’Inter di Moratti. Qui tanti ex giocatori si occupavano anche di mercato, pur non essendo il loro compito. Preferirei piuttosto un ex laziale che possa trasmettere idee importanti per ricucire il rapporto col pubblico. La squadra sta dando belle soddisfazioni, andando oltre ogni più rosea previsione. Meriterebbe uno stadio diverso, questo per tutti non è di certo uno spettacolo bello da vedere”.

MERCATO, INZAGHI E OBIETTIVI - Qualcosa sul mercato andrebbe fatto. La Lazio non riesce mai a farsi dare un giocatore in prestito, in Italia praticamente non ha rapporti con le altre società. Anche nel recente passato, pur lottando per la Champions, la dirigenza non è intervenuta. Inzaghi avrebbe piacere ad avere un paio di nuovi acquisti. La società comunque è sempre stata chiara: le trattative in entrata sono legate a quelle in uscita. Le richieste esorbitanti di certo sono un fattore da prendere in considerazione. Si potrebbe risparmiare però anche attraverso la risoluzione di contratti onerosi. Spesso si può anche ammettere un fallimento: non tutte le operazioni si rivelano positive. Come non critico determinate scelte di un allenatore che tutta la settimana è a stretto contatto con la squadra, non posso esprimermi più di tanto sulla dirigenza. Ma il mio giudizio parziale non può essere positivo”. Poi su Inzaghi: “È una sorpresa straordinaria per i risultati ottenuti e le sue abilità nel tenere lo spogliatoio. Bisogna dare atto a un allenatore che non dava tutte queste garanzie. Non ci si può dimenticare quanto accaduto in estate. Inzaghi è stata l’ultima carta del mazzo e si è rivelata una scelta indovinata. Non so cosa augurargli per il futuro, ma oggi non c’è un allenatore migliore per questa squadra”. Infine sugli obiettivi: “La qualificazione in Europa League sarebbe uno straordinario successo. Bisogna considerare le condizioni di partenza e tornare indietro a quel primo allenamento di Auronzo. Gradualmente, richiamando tutti a uno spirito d’appartenenza, si è compiuto un lavoro egregio. Nella seconda fascia la Lazio è la migliore, superiore a squadre che hanno anche investito molto di più. Basti pensare a quanto speso dalla Roma. La differenza comunque la fanno i singoli, sono i campioni a vincere le partite”.

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