Calcio scommesse, Ilievski accusa: "Il regista del tarocco su Lazio-Genoa è..."

Il latitante Ilievski, coinvolto nello scandalo del calcio scommesse, fa alcune rivelazioni sulla partita Lazio-Genoa.
Pubblicato alle 9.11
11.03.2012 16:11 di  Ivan Pantani   vedi letture
Fonte: LaLazioSiamoNoi.it
Calcio scommesse, Ilievski accusa: "Il regista del tarocco su Lazio-Genoa è..."
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© foto di Federico Gaetano

Hristivan Ilievski, latitante insieme ad Almir Gegic, torna a parlare dal suo rifugio in Macedonia, soffermandosi sui particolari –come riporta la Gazzetta dello Sport, a firma di Francesco Ceniti- della gara fra Lazio e Genoa finita nel mirino. “Volete sapere chi è il regista del tarocco su Lazio-Genoa? Sculli. Lui con i suoi amici di Genova. Mauri? Era sotto ricatto di Gervasoni. Dopo il casino della scorsa estate, con i primi arresti, mi chiama: ‘Se il capitano della Lazio non mi dà un milione di euro vado dai magistrati e racconto tutto.’ Capito? Non è stato Mauri a fare quella partita, ma Sculli. Di me potete fidarvi. In fondo io le compravo le informazioni…”.

SECONDO HRISTIVAN. Su quel 4-2 dell’Olimpico, tutto sarebbe stato studiato alla perfezione, ma non da Mauri (“non c’entra”) come invece pensano gli inquirenti, ma da Sculli. “Sì, sono andato a Formello con Zamperini per incontrare i giocatori, ma non è servito. La partita era stata già fatta da Sculli. E nei minimi particolari: pari 1-1 nel primo tempo e poi gara vera anche se alla fine il Genoa doveva lasciare i 3 punti. Bella informazione: ho vinto tanti soldi. Come tantissimi nel Lazio: l’informazione era stata girata ad arte…”. Questo è ciò che ha raccontato Ilievski, ma le accuse andranno prima di tutto dimostrate, spetterà agli inquirenti stabilirne la veridicità.

SCOMMESSE. Il bookmaker Sky365, che ha collaborato con la procura, segnalò uno strano fenomeno: quasi tutte le puntate sospette erano nel Lazio. Un altro particolare sono i sonori fischi dell’Olimpico dopo l’1-1 in una partita quasi “non giocata”. Ilievski continua: “Ho fatto tanti soldi in Italia comprando informazioni dai calciatori. Quelli davvero dentro il sistema sono una trentina: il 10% gioca in A. Vendono gli accordi a chi paga meglio: noi, la mafia siciliana, quella albanese, a Beppe Signori, che è uno dei capi, agli ungheresi. A tutti, insomma. E spesso sono gli stessi club a mettersi d’accordo. Alla fine dello scorsa stagione c’erano squadre da noi considerate “affidabili”: Samp, Cagliari, Bari, Lecce, Siena. Abbiamo fatto i soldi. Anche con Lazio-Genoa. Oppure con Brescia-Lecce e AlbinoLeffe-Piacenza. Palermo-Bari? No, quando in albergo ho visto Masiello e la faccia di Bentivoglio ho capito subito che ci volevano fregare. E ho avvertito Dan (considerato il boss dei boss per il calcioscommesse, ndr) a Singapore. Non mi sbagliavo…”.