Cana: "Juve favorita, ma la Lazio non teme nessuno! Futuro? Resto fino al 2016, poi vorrei..."

18.11.2014 08:06 di  Andrea Centogambe  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
Cana: "Juve favorita, ma la Lazio non teme nessuno! Futuro? Resto fino al 2016, poi vorrei..."
© foto di Image Sport

L'Albania ha sfirorato l'impresa nell'amichevole giocata a Rennes contro la Francia. I Bleus sono andati sotto, hanno tremato per lunghi tratti dal match ma alla fine hanno tirato un sospiro di sollievo quando Griezmann ha trafitto Berisha pareggiando i conti. Proprio in occasione dell'amichevole contro i transalpini, il capitano delle Aquile dei Balcani, Lorik Cana, ha timbrato il cartellino delle presenze per l'80esima volta, diventando il recordman con la maglia della Nazionale. Come riporta il Corriere dello Sport, rientrando negli spogliatoi dello Stade de la Route de Lorient, il centrale biancoceleste ha avuto modo di incontrare Paul Pogba. “Ci vediamo fra una settimana all’Olimpico”, ha detto il laziale al centrocampista juventino. “Ok. Ma se stasera è stata dura contro voi albanesi, sabato sarà ancora più dura contro voi lazial”, gli ha risposto l'ex Manchester United.

GIRAMONDO - Lorik Cana a 31 anni si sta avvicinando alle 100 partite nell'Albania e ha già superato le 500 da professionista in giro per l'Europa. Ha giocato in Francia (5 anni, settore giovanile compreso, nel Paris Saint Germain, e 4 nell’Olympique Marsiglia), poi in Inghilterra (una stagione nel Sunderland), in Turchia (un anno nel Galatasaray), infine in Italia (nella Lazio) dal 2011. Lorik parla 5 lingue (albanese, inglese, tedesco, francese e italiano) ed è iscritto all'Università di Tirana, Facoltà di storia, “ma sono solo al primo anno, sono un po’ in ritardo”, precisa lui. Classe 1983, nativo di  Đakovica, Cana è uno dei quei giocatori che guida il gruppo, che quando parla sa farsi ascoltare. È stato un leader ovunque, solo alla Lazio ha faticato a imporsi, il campionato italiano non si adatta a meraviglia alle sue caratteristiche. La società biancoceleste, però, è conscia del fatto che se sul prato verde il Guerriero ha faticato, fuori ha indossato subito i panni del trascinatore. Uno come Lorik, con la sua capacità di comunicare, è una rarità assoluta, proprio per questo andrebbe fatto parlare più spesso.

LAZIO-JUVENTUS - Nel ritiro di Milano della Nazionale albanese, i microfoni del Corriere dello Sport lo raggiungono alla vigilia di Italia-Albania, per parlare in primis di Lazio-Juventus. “Noi stiamo bene e stiamo facendo bene. Solo all’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà a fare risultato, partite come quelle di Marassi con il Genoa e prima ancora di San Siro con il Milan potevamo vincerle. Abbiamo una squadra in forma, possiamo vincere perché giochiamo in casa e perché abbiamo ritrovato i nostri tifosi. Questo è un aspetto importante. Per la Juve tutte le partite sono importanti, in casa o fuori, deve vincere sempre. I bianconeri restano favoriti, però la Lazio non guarda mai nessuno da sotto. Tevez? Non è solo un attaccante, uno che segna tanto, è un giocatore completo e fortissimo. Quando lo vedo sul campo, penso a un campione”. Poi torna con la mente a Empoli: “Cosa ho detto a Hysaj? Niente, anche perché all’inizio era in panchina. È entrato quando noi abbiamo messo Felipe Anderson e ha giocato bene, perché Felipe è forte. Solo che la Lazio non può perdere partite di quel genere”.

CANDREVA, PIOLI, EUROPA - Domenica sera, ad assistere a Italia-Croazia a San Siro, c'era anche Cana. Che si è potuto gustare la perla del compagno di squadra, Antonio Candreva: “Non sono stupito né del suo gol, né della sua prestazione. Quando lui è il 'focus' quando avverte le responsabilità sulle spalle e quando la gente lo carica, Candreva gioca a quella maniera. Ha qualità straordinarie. Solo che nella Lazio ogni tanto se ne dimentica e non riesce a giocare al suo livello. Per me è fortissimo. Nella posizione di interno c’è rimasto per mezz’ora, prima dell’infortunio di Pasqual. Può giocare anche in quel ruolo perché ha un’ottima tecnica, ha volontà, è intelligente e sa interpretare tutti i compiti a centrocampo”. È la volta del confronto tra Pioli e De Biasi: “Sanno comunicare con il gruppo, sono vicini ai giocatori e giocano un calcio propositivo. Un paragone anche fra Albania e Lazio? Noi dell’Albania conosciamo la nostra strada, sappiamo di dover crescere. Noi della Lazio invece abbiamo ambizioni più grandi”. Ma per diventare grandi manca ancora qualcosa: “La cattiveria e l’esperienza di gruppo. A inizio stagione abbiamo cambiato modo di giocare, il calcio di Pioli è molto diverso da quello di Reja, c’è stato un cambiamento di mentalità e abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo. Adesso la squadra sa leggere meglio certe partite. E dicevo anche la cattiveria. Facciamo l’esempio di Genova: se in gare del genere non riesci a far gol, devi accontentarti del punto, non le puoi e non le devi perdere. Lo stesso vale per quella di Empoli: sapevamo quanto sono forti sui calci piazzati, eppure abbiamo preso due gol in quel modo”. L'obiettivo stagionale è lo stesso sbandierato da mister Pioli, il ritorno in Europa: “Il nostro obiettivo è rientrare nelle primi 5 posizioni, sapendo che comunque sarà difficile. Juve e Roma hanno qualcosa in più, lo sanno tutti, ma le altre, Fiorentina, Inter, Milan, Napoli e Lazio sono tutte sullo stesso livello. Noi dobbiamo crescere e non perdere tante partite”.

PASSATO, PRESENTE E FUTURO - “Il primo anno è stato delicato, sono rimasto fuori 3 mesi per infortunio. Nelle altre due stagioni ho fatto le partite che mi aspettavo, ho una media di 30 presenze a stagione e quest’anno ne ho giocate più o meno la metà. A me va bene così. Io mi metto sempre a disposizione. Dopo 500 partite, non poche, da professionista, so come gestirmi. Sono molto orgoglioso di giocare nella Lazio”. Il contratto con il club biancoceleste scadrà nel 2016, il futuro prossimo sarà ancora nella Capitale: “A gennaio non vado via. Avevo qualche possibilità nel mercato scorso, poi però ho parlato con Pioli e con la direzione e ho deciso di restare. Mi hanno fatto sentire parte del loro programma e mi hanno voluto nel loro gruppo, per le mie qualità, la mentalità e l’esperienza. Di sicuro non andrò più in là del 2016 con la Lazio. Io sono albanese e dopo sono marsigliese, di cuore e di adozione. Ho giocato nella Ligue 1, nella Premier League, in Turchia e in Serie A, ma prima di chiudere mi piacerebbe conoscere anche la Bundesliga. E’ un campionato che mi piace e mi piacciono anche i tifosi”.