L'ANGOLO TATTICO - Lazio, gaspita che lezione: il Genoa è un fortino a tutto pressing

Pubblicato ieri alle 13:15
11.02.2015 07:15 di  Stefano Fiori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO - Lazio, gaspita che lezione: il Genoa è un fortino a tutto pressing
© foto di Federico Gaetano

Mettiamo subito in conto il palo-parata sulla punizione di Biglia e il legno colpito da Mauri nella ripresa. In questo modo, passiamo al vaglio l'assioma "con un pizzico di fortuna, la Lazio non avrebbe perso", lo francobolliamo e lo assegnamo alle verità inconfutabili del match. Di fatti incontestabili, però, la partita di ieri ne ha prodotti molti. A cominciare proprio da: a parte quelle due occasioni, quali altri pericoli ha corso la porta del Genoa? Sì, la bordata di Candreva respinta da Perin, assai defilata però per poter bucare uno di migliori portieri del campionato. Poi? Il vuoto. La Lazio - la quarta formazione di A per "tiri dentro lo specchio" - la porta rossoblù non l'ha praticamente mai centrata. Tanti cross (20), tanti tentativi di scardinare il fortino ligure. Che si spegnavano sistematicamente, appunto, contro i baluardi genoani. I biancocelesti erano partiti bene, col solito piglio di chi vuole menare le danze da padrone di casa. Ma avevano capito fin da subito che, contro questo Genoa, sarebbe stato assai difficile cavare un ragno dal buco. Figuriamoci spazzare via le ragnatele dalla porta di Perin. Con l'espulsione di Marchetti, poi, il match ha cambiato fisionomia una volta per tutte. Pioli ha deciso di togliere un centrocampista, quel Danilo Cataldi che era apparso uno dei più propositivi. Così facendo, ha concesso supremazia territoriale al Genoa nella zona nevralgica del campo. Col senno di poi, avrebbe potuto sostituire Mauri o Candreva. Perdendo in potenziale offensivo, ma salvaguardando la stabilità in mediana. Col senno di poi, appunto. Di certo, l'errore (orrore) più ingenuo la Lazio l'ha pagato quand'era ancora in undici uomini. Niang scatta indisturbato tra Basta e De Vrij, con la trappola del fuorigioco che non è scattata minimamente: una difesa concentrata non può permettere che accada questo. Stesso copione nella ripresa, con Iago Falque che s'invola tra Cana e Radu: solo l'imprecisione dello spagnolo ha graziato Berisha. Dall'altra parte, Gasperini è riuscito a imbrigliare nel modo migliore gli avversari. Il suo Genoa è tutto pressing, chiusure puntuali, ripartenze rapidissime. Perotti e Niang gli alfieri di uno scacchiere solido, in palla mentalmente e atleticamente dall'inizio alla fine. A nulla è bastato affidarsi all'ingresso di Felipe Anderson: il brasiliano ha interpretato il match da uomo della Provvidenza chiamato a salvare la Patria, ma la muraglia rossoblù si è rivelata troppo granitica anche per le sue giocate. Arrivano così a otto le vittorie consecutive della più antica squadra d'Italia contro la prima squadra della Capitale. Arrivederci alla prossima stagione. Gasp sarà ancora sulla panchina genoana? Si cominci fin da adesso a studiare le contromisure.