L'ANGOLO TATTICO di Udinese-Lazio - La Lazio vince... "da Genoa". L'Udinese e il sogno di una prestazione così

16.02.2015 11:35 di  Stefano Fiori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it
L'ANGOLO TATTICO di Udinese-Lazio - La Lazio vince... "da Genoa". L'Udinese e il sogno di una prestazione così

Di' la verità, Strama: quanto avresti sognato, per la tua Udinese, la partita che ha condotto la Lazio? In vantaggio, senza troppi sforzi, dopo neanche 25 minuti; poi difesa del territorio e attacchi in ripartenza. Non avrebbe potuto chiedere di meglio, il tecnico friulano. Widmer e Gabriel Silva sulle fasce, due stantuffi come Allan e Badu al centro del campo, Thereau e Di Natale pronti a sfruttare gli spazi: una volta trovata la rete dell'1-0, sarebbe stato difficile per i biancocelesti rimontare. E invece la sceneggiatura del match ha voluto ribaltare la prospettiva (in questo caso non c'entrano linee dritte o storte di fuorigioco). Lazio avanti su rigore, poi? Poi è successo che, per i padroni di casa, pareggiare è risultato praticamente impossibile. Come il Genoa lunedì scorso all'Olimpico? Praticamente. Sì, i bianconeri hanno collezionato più conclusioni (11 totali, 6 in porta contro 8 totali, solo 2 nello specchio per gli ospiti), ma ci ha pensato Etrit Berisha a neutralizzare giusto quel paio di occasioni davvero pericolose. Per il resto, gli uomini di Stefano Pioli hanno eretto il fortino, abili poi nel ripartire con la spinta di un Dusan Basta maestoso. Intelligenti anche a respirare e a dettare i ritmi, a mo' di fisarmonica, dal centrocampo in su. Uno spartito che ha visto emergere Marco Parolo: contro una mediana foltissima, come quella udinese, il numero 16 ha abbassato il raggio d'azione e dato man forte tanto in fase di ripiegamento che nel momento di orchestrare la manovra. Il suo sostegno è stato prezioso per Lucas Biglia, uscito alla distanza dopo l'asfissiante pressing architettato su di lui da Stramaccioni. Negativa invece la prova di Eddy Onazi, che ha sconfessato la scelta iniziale di Pioli: il nigeriano avebbe dovuto garantire maggiore sostanza rispetto a Danilo Cataldi, ha finito per essere sostituito con un doppio giallo che aleggiava ormai come sicura minaccia. In quel traffico congestionato che è stata la zona centrale del campo, Felipe Anderson ha offerto un contributo meno lucente, ma pur sempre utile. Il brasiliano ha agito da vero e proprio vice-Mauri: baricentro più basso e accentrato, il talento di Brasilia ha avuto poco spazio per tentare le sue progressioni palla al piede; ha interpretato invece il match da mina vagante, da ghost track che portava sistematicamente via l'uomo per gli inserimenti dei compagni. Chi ha sfoderato una prestazione monumentale, come anticipato, è stato Basta: il grande ex di turno ha vinto per distacco la palma del migliore in campo. Maggior numero di passaggi riusciti (56), maggior numero di palloni recuperati (29), maggior numero di tentativi di attacco (21): la freccia bionda è salito in cattedra per insegnare come s'interpreta il ruolo di esterno basso di spinta. Da apprezzare anche la prova di Stefan Radu, finalmente impeccabile. Ma la nota più lieta dalla difesa arriva dalla coppia de Vrij-Mauricio: 11 anticipi su 11 riusciti, la diagonale del brasiliano in chiusura su Di Natale come simbolo della partita della Lazio: solida, compatta, concentrata. Non bella magari, ma di nuovo vincente.