Tare: "Ho la Lazio nel sangue, per Hernanes ho pianto. Cavani? Ce lo avevo in pugno..."

Pubblicato il 27/11 ore23
28.11.2017 07:20 di  Alessandro Menghi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it
Tare: "Ho la Lazio nel sangue, per Hernanes ho pianto. Cavani? Ce lo avevo in pugno..."

Durante il Premio Lazialità è salito sul palco il direttore sportivo, Igli Tare, che ha parlato della sua storia alla Lazio e delle trattative andate in porto e sfumate: “Casualmente arrivai alla Lazio, stavo in vacanza in Sardegna dopo uno spareggio col Bologna. Durante una partita di calcetto si è avvicinato Stefano Antonelli per dirmi se volevo andare alla Lazio. Per me era un onore, pensai fosse uno scherzo. Poi da lì è nato tutto. La prima telefonata con Lotito? Mi disse "Ao, prendi l'aereo che ti aspetto a Roma". La Lazio per me? È la prima volta che vengo ad un evento del genere. Sono molto riservato anche nel mio lavoro, ma ormai la Lazio è nel mio sangue, ho due figli che sono laziali. È sempre stato un onore da giocatore e ora ancora di più da direttore, ne sono orgoglioso. Conoscere da vicino la storia di questa società è molto emozionante, ti dà più voglia per lavorare meglio. Nel mio cuore rimarrà per sempre la vittoria della Coppa Italia contro la Roma, è unica. Hernanes? È il più bel ricordo ma anche quello più triste. Quando andai a San Paolo ad acquistarlo incontrai il suo agente brasiliano di origini cinesi. È stata una trattativa sfiancante, ogni giorno usciva fuori qualcosa di nuovo. Poi ci sono riuscito a portare a Roma un uomo e un calciatore eccezionale. Il suo addio è stato scioccante perché abbiamo cercato di convincerlo fino alla fine. Ci ha chiesto un giorno per riflettere e poi ci ha detto di lasciarlo andare perché voleva giocare il Mondiale in Brasile e voleva andare in un’altra società, nonostante la Lazio sarebbe rimasta comunque nel suo cuore. Abbiamo pianto insieme, il legame che avevamo era particolare".

KLOSE E MILINKOVIC - “Ha giocato con me al Kaiserslautern, era un 22enne. Avevo avuto un contatto con lui sei mesi prima ma il Bayern Monaco non lo voleva lasciare andare. Poi mi ha cercato lui, voleva conoscere l’ambiente laziale ed è venuto con la moglie a Roma. Ci siamo messi d’accordo per un contratto di tre anni. Milinkovic? Eravamo sicuri che sarebbe venuto da noi, avevamo la sua parola. Poi per una questione familiare andò a Firenze ma ci aveva già promesso di venire alla Lazio".

LUIS ALBERTO E DE VRIJ - "Luis Alberto? Con lui è stato difficile perché è arrivato il 31 agosto dicendomi che voleva andare via. Ma io non volevo farlo per dimostrare quanto grande fosse sia come persona che come calciatore. De Vrij? Il padre veniva spesso a Formello e con lui parlavamo spesso di calcio. La sua crescita è una vittoria personale sua, è un grande campione e la differenza la fanno le persone che gli stanno accanto". 

LULIC E PEREIRINHA - "Lulic? Mi ha sorpreso, è venuto da me parlando in dialetto albanese e mi ha scioccato. Una trattativa non riuscita? Tante! Uno di quelli fu Cavani. Per una questione di rapporti all'epoca andò al Napoli. Per diversi motivi non se n’è fatto nulla, l’avevamo quasi preso. Una delusione? Uno che poteva fare tanto era Pereirinha, un ragazzo bravissimo ma a causa del suo carattere ha preso una strada diversa".

Il ds della Lazio, poi, è stato intercettato dai microfoni di Mediaset Premium: "Il motivo della mia reazione al termine della partita contro la Fiorentina è stato semplice: quel calcio di rigore è inesistente. Ho rivisto le immagini prima di scendere in campo diverse volte da tutte le angolazioni possibili e si vedeva chiaramente che era Caicedo il calciatore che ha colpito la palla. C'era un dubbio, ma la cosa che mi ha dato la certezza di questo è che il calciatore della Fiorentina (Pezzella, ndr) si è alzato subito in piedi ed ha fatto un gesto acrobatico fantastico. Chi ha giocato a calcio sa perfettamente che quell'episodio non è da calcio di rigore. Purtroppo è successo in momento particolare, eravamo a 30 secondi al termine della partita e sarebbe stata una vittoria fondamentale per la nostra classifica". Poi sugli obiettivi stagionali della Lazio: "I nostri obiettivi non cambiano, sono quelli di sempre. La Lazio è una società importante ed è un dovere per noi arrivare in Europa. Vedremo poi a fine marzo a quale posizione in classifica saremo e se ci troveremo nella stessa posizione ci giocheremo la chance di andare in Champions League, perché quest'anno la squadra è veramente forte e ha tutte la possibilità di raggiungere questo obiettivo".De Rossi: "Per quel che riguarda il suo gesto contro il Genoa non spetta a me commentare, ma ad altri, anche per una questione di rispetto. Posso dire che ho grande stima e grande rispetto per De Rossi. L'ho conosciuto in campo e lo conosco anche fuori dal rettangolo verde, è stato un gesto di reazione che non spetta a me commentare".