Reina: "Con Sarri una Lazio completamente diversa. Futuro? Sto bene qui"

02.09.2021 11:30 di  Leonardo Giovanetti  Twitter:    vedi letture
Reina: "Con Sarri una Lazio completamente diversa. Futuro? Sto bene qui"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dopo aver strappato il posto da titolare a Strakosha nella passata stagione anche quest'anno Pepe Reina sembra essere avanti nelle gerarchie rispetto al compagno albanese. A 39 anni suonati, compiuti lo scorso martedì, lo spagnolo non ha intenzione di fare passi indietro ma guarda già al futuro da allenatore. Ai microfoni di Marca l'estremo difensore ha parlato così di questo e di come si trovi bene alla Lazio dove potrebbe chiudere la sua carriera da calciatore.

LAZIO - "Questa è, con Sarri, una Lazio completamente diversa. Dobbiamo adattarci e siamo un po' indietro in questo senso. Vogliamo assimilare le idee dell'allenatore il prima possibile. Dobbiamo difendere meglio dell'anno scorso e non subire quei 55 gol. È l'obiettivo numero uno. Sarri fa pressione e cerca di avere il controllo del territorio e il pallone... quando possibile".

IL CALCIO ITALIANO - "In Italia si gioca sempre meglio? Il calcio si evolve. Non so se il catenaccio fosse un mito, ma ora squadre come l'Atalanta, noi o il Napoli giocano meglio e le partite sono più aperte. Basta vedere la Serie A, non è un 'bluff'".

FUTURO - "Mi vedo nella Lazio. Ho quest'anno di contratto e, se le cose vanno bene, un altro. Penso che quello che mi resta del calcio sarà a Roma. Io e la mia famiglia siamo molto felici qui. Finché va bene, teniamo duro".

I FIGLI - "Quando si dice che i calciatori non hanno tempo per la famiglia, non è così reale, tranne che per i viaggi. Ho molto più tempo di una persona che lavora otto ore in un ufficio. Per questo motivo i giocatori non si possono lamentare. Siamo molto fortunati e ovviamente abbiamo tempo. Inoltre mia moglie è un 'fenomeno' che si occupa di dare ai ragazzi l'affetto che io, a causa dei miei viaggi, non posso dare loro".

RECORD - "Vicino alle 1.000 partite e a -6 dalle 186 di Casillas nei tornei europei? Ce n'è un altro che mi piace di più: il portiere del XXI secolo che ha mantenuto di più la porta inviolata. Inoltre, nelle partite europee, non ho tante partite di Champions League come Iker (186) o Cristiano (182), che sono fenomeni. Ho giocato in quattro delle cinque squadre con più Champions, sono orgoglioso, ma se me lo chiedi cambierei tutto questo per aver vinto una Champions League. Senza dubbio è quello che mi è mancato, una delusione da quando abbiamo perso la finale con il Liverpool nel 2007".

GIUDIZI"Meglio che mi considerino divertente che ostile. Ma penso che al di là di tutto la mia carriera è lì. Quello che è successo con la Nazionale è successo e lo rifarei mille volte. Mi considero, sì, una persona estroversa, che fa folklore. Quegli ignoranti diranno che sono stato in Nazionale per 14 anni perché sono molto simpatico. Comunque, chi la pensa così non sa di calcio o non mi ha visto giocare. Non giochi dove ho giocato io perché sei divertente".

BRAVURA CON I PIEDI - "Lo devo a Frans Hoek, che a 13 o 14 anni, quando ero a La Masia, è arrivato con Van Gaal ed è stato il primo allenatore che ha iniziato a lavorare e a pretendere molto il gioco con i piedi dei portieri. Da quando avevo 14 anni, quindi, ci ho lavorato. Il portiere deve essere completo, avere una presenza importante in squadra, ha bisogno di conoscere i suoi giocatori per cercare di aiutarli e migliorarsi. Così dovrebbero essere i portieri di oggi. Ogni volta capisci di più il calcio. Con l'età si perdono i riflessi, ma il livello tattico aumenta, questo mi permette di non essere così esplosivo o intuitivo ma di leggere un passaggio tra le righe o in profondità molto prima".

DONNARUMMA - "Sarà sicuramente un punto di riferimento. Ha giocato più di 250 partite a 22 anni, e questo è già un background eccezionale. Ha tutto per essere tra i primi tre per molti anni. La sua dimensione è unica. È alto ma agile. L'Italia ha un portiere per i prossimi 10 o 15 anni".

ATTIVITÀ SUI SOCIAL"Lo faccio per stare vicino alle persone, per ridere, divertirmi... per mostrarmi come sono. A chi non piace, non entri nel mio profilo. Così semplice e chiaro".

FUTURO DA ALLENATORE - "Dopo il ritiro voglio fare l'allenatore. Mi preparerò per questo e cercherò di fare le cose bene ed essere uno dei migliori. Sono stato fortunato ad avere buoni insegnanti e penso di poter aiutare in questo aspetto. Rischi del mestiere? Dovrò provare. Finché non lo vivrò... sono fortunato ad avere una donna che mi rispetta e mi sostiene ed entrambi siamo d'accordo che dovrei andare avanti. Ogni volta penso più da allenatore che da giocatore. Sono appassionato di tattica. Sono sempre più curioso di sapere perché si fanno le cose; decifrare una partita; cercando di mantenere i dettagli su cui si sta lavorando durante la settimana; sapere e poter trasferire in campo ciò che l'allenatore vuole e quindi essere di maggiore aiuto".

Pubblicato alle 9.50