Lazio, lezione-Inter imparata: come ci si sente a vincere da grande?

La Lazio vince contro il Genoa e lo fa nel migliore dei modi: la lezione dell'Inter di Conte è stata recepita, questa è una squadra più grande.
30.09.2019 07:30 di  Laura Castellani  Twitter:    vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, lezione-Inter imparata: come ci si sente a vincere da grande?
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Che l'Inter sia stata una buona maestra? Di sicuro, Simone Inzaghi è stato bravissimo a prendere appunti. Non stupisce, d'altronde le parole al termine della gara con i nerazzurri erano impastate di rammarico, ma restavano razionali: "Dovevamo essere più attenti sul gol di D'Ambrosio. Dobbiamo imparare da una squadra così cinica, sola in testa alla classifica". Detto, fatto: alla Lazio bastava vincere, dopo queste settimane nere. Tre punti sarebbero stati pure sufficienti, per scrollarsi di dosso tutto il pessimismo di troppo. Invece, Inzaghi non si è limitato al compitino: ha vinto, e lo ha fatto da grande. Ha vinto, piegando la partita con quel cinismo che tanto gli mancava: alla prima occasione utile, al primo tiro in porta, al primo sinistro di Milinkovic. 

LAZIO DA GRANDE - Almeno quattro palle gol nitide e un solo tiro in porta - sventurato - subito. Lo spartito del primo tempo contro l'Inter se lo sarà sognato anche la notte, Inzaghi. In ottima compagnia: le paratone di Handanovic avranno tormentato i sonni di tanti. Di tutta risposta, segnare al settimo minuto contro il Genoa, iniziando a riscuotere il conto già alla prima occasione, è un gran bel segnale. Oltre alla grinta, oltre al cinismo, oltre alla lettura perfetta della partita e al coinvolgimento di tutto il gruppo nella manovra, a convincere è la gestione della sfida. Il gol del vantaggio non ha spezzato la tensione offensiva dei biancocelesti, tutt'altro. Si sono nutriti del loro stesso entusiasmo, con concretezza e, soprattutto, senza smettere di divertirsi. Perché anche l'occhio vale la propria parte, e questa Lazio è sicuramente brillante: il ruolo scomodissimo di chi è destinato a provarci - fermandosi a zero punti, una volta rallentato il ritmo di gioco imposto dalla Lazio -, spetta al Genoa. Certo, non che i pericoli messi in campo da Andreazzoli siano paragonabili a quelli orditi da Correa a San Siro, ma qualche timido tentativo non capitalizzato si è visto. Anche qui, l'analogia la ripropone lo stesso Inzaghi: "Con l'Inter abbiamo avuto davanti un Handanovic che ha fatto grandi cose. Devo dire che oggi Strakosha si è fatto trovare pronto quando abbiamo avuto qualche problema, gli faccio i complimenti". La differenza tra una grande e una piccola, è anche qui. Alla fine, i spettri del passato hanno suggerito le parole giuste ad Andreazzoli: "Ho visto una Lazio che quando ha le sue possibilità le concretizza, com'è normale da una squadra di questo livello". Quanto è confortante, questa normalità.

LAZIO, SI RIPARTE - Come se non bastasse la prova di cinismo, con quel 2-0 già all'intervallo, la squadra d'Inzaghi riesce a sfatare un altro tabù: il secondo tempo in cui trasformarsi nella fotocopia più moscia di sé stessi. Un trend che si trascina dall'inizio dell'anno solare, a fasi alterne. Quell'ingombrante parantesi di 45 minuti ideale per farsi rimontare, tanto per dirne una. Non contro il Genoa: la Lazio ci prende gusto, Caicedo segna il terzo gol e Immobile chiude la partita. Tarallucci e vino: si vince, si festeggia e ci si abbraccia. In barba alle ultime polemiche, l'abbraccio tra Ciro e Inzaghi è l'immagine perfetta, la più emblematica. Le nuvole si diradano, l'entusiasmo torna alle stelle: l'umore perfetto per non perdere d'occhio i propri obiettivi. Già, perché oltre al romanticismo ci sono i calcoli, i risultati, i punti da accatastare, a maggior ragione dopo i passi falsi. Ma solo un folle poteva pensare che gli inciampi a Ferrara o in Europa League - figuriamoci a San Siro con la prima della classe - potessero ridimensionare di colpo e definitivamente le ambizioni di questa squadra. Si riparte da Genoa, dopo una vittoria da grande. La cura migliore per ritrovare sé stessi e ricordarsi fin dove si vuole arrivare. 

Pubblicato il 29/09 alle ore 21