Lazio, chi è Luca D’Andrea: il talento che fa gola cresciuto a 'casa di' Immobile...

16.12.2022 13:00 di  Ludovica Lamboglia  Twitter:    vedi letture
Fonte: Ludovica Lamboglia - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, chi è Luca D’Andrea: il talento che fa gola cresciuto a 'casa di' Immobile...

La Lazio è affascinata da Luca D’Andrea, gioiellino del Sassuolo. Il giocatore è un classe 2004 ora in forza al club di Dionisi dove ha già collezionato 5 presenze. La dirigenza biancoceleste lo aveva già visionato lo scorso anno ed è rimasto nei radar della Lazio. Luca potrebbe rivelarsi un ottimo colpo in prospettiva e Lotito non dovrà lasciarselo sfuggire, visto che ha già attirato su di sé gli occhi di diversi club. Il ragazzo è un’ala destra di piede mancino, molto veloce e rapido, dotato di una notevole tecnica e abile nell'uno contro uno.”Il mio punto forte è la conduzione in velocità, la palla mi resta incollata al piede, ma anche il dribbling”, ha sottolineato Luca. Non solo, il partenopeo ha anche un'ottima capacità di tiro ma la bellezza più grande l’ha collezionata contro l’Atalanta quando ha servito l’assist al bacio – il primo  in Serie A – per  Kyriakopoulos. Ma l’estro di Luca non si ferma qui.

CARRIERA – Il gioiellino neroverde è cresciuto calcisticamente nella Scuola Calcio Azzurri a Torre Annunziata, dove è nato Ciro Immobile. Da lì, il suo processo professionistico ha preso sempre più forma passando al settore giovanile della SPAL per poi finire a quello del Sassuolo. Luca non l’avrebbe mai detto che in un solo mese sarebbe volato alle stelle, eppure il 17 dicembre arriva il suo esordio in Serie A contro il Torino, partita vinta per 1-0. Nella squadra di Dionisi, D’Andrea ha avuto anche il brivido di affacciarsi alla zona offensiva servendo il suo primo assist nel massimo campionato italiano contro l’Atalanta. Proprio in quella partita, Luca parte da titolare nel 4-3-3 (stesso schema di Sarri) come ala destra. Non una gara indifferente per  un appena 18enne. Il mese dopo si ripete con l’Italia U19 con la quale ha sfornato il suo primo gol contro l’Ungheria. Insomma, chissà che il futuro non possa riservargli anche il coronamento del suo sogno in  A. Il suo primo mister della Scuola Calcio Azzurri, Stefano Cirillo ne è convinto: “Una sorpresa vederlo tra i titolari. Non è stato un debutto casuale, lui ha un futuro”.

IL PALLONE DI CRISTALLO TRA LA PAURA DI NAPOLI – La grinta e la “fame” di Luca però hanno un perché, e le radici affondano nel suo periodo più complicato. Luca è nato il 6 settembre 2004 a Ponticelli, zona periferica di Napoli. Un quartiere particolare e il ragazzo evidenzia di come il pallone l’abbia aiutato molto nella sua tenera età. Da quando aveva quattro anni, Luca passava le giornate per strada, arrivava la cena e  per lui era sempre un problema. Non vedeva l’ora di finire il piatto per poi scendere e tornare finalmente a calciare. Nel contempo, non nega però di aver visto cose molto brutte tra quei vicoli dove lui stesso alimentava il suo sogno. Ma il giovane attaccante non cancella il suo passato, anzi, ne fa gran parte della sua forza e della sua storia. Infatti, il suo quartiere è impresso sul suo braccio e il tatuaggio raffigura lui che gioca per strada, accanto alle case.

LA RINASCITA – Ciò che caratterizza chi ha fame da vendere, è sicuramente la forza che si ritrova nella propria resilienza e Luca lo sa benissimo. Il giovane ringrazia chi non ha mai creduto in lui, e ricorda che ogni giorno è stata ed è una sfida contro chi se lo sia lasciato sfuggire. “Al campo io non mi risparmio mai, esco fradicio, perché devo dimostrare che si sbagliavano, ha tuonato Luca in una recente intervista. L’uno contro uno è uno stile di vita: lo faccio in campo, ma se serve anche fuori. Da me stesso pretendo tanto: da ragazzino se sbagliavo un gol, piangevo per due minuti”.

IDOLI E FAMIGLIA – E da chi mai avrà preso la magia e la brama del gol? Dal suo idolo Diego Armando Maradona che ha reso d’oro l’intera Napoli. Pur non avendolo mai visto, i suoi video sono stati da sempre un’ispirazione per il giovane promettente. Nel contempo, Luca non nasconde di ispirarsi anche a Berardi e a Raspadori, con i quali ha instaurato un rapporto prezioso. In famiglia però il calcio è nel DNA perché “anche mio padre era un calciatore – ha svelato - ma non ha fatto carriera per colpa di mia madre (ride, ndr). A 16 anni è nato mio fratello Pasquale e papà ha pensato più alla famiglia”. Famiglia che ha sempre richiesto il massimo da Luca e infatti ha un diploma da grafico svelando a tutti, che le migliori grafiche le disegna in campo. Il messaggio lanciato potrebbe deliziare maggiormente la Lazio che, dal canto suo, potrebbe godere delle sue stregonerie in mezzo al campo. Per Luca l’esordio in Serie A è stato come vivere in un film, ma la pellicola potrebbe trasformarsi in una saga di sogni realizzati, chissà che la telecamera non sia proprio la Lazio. L’ombra del Colosseo potrebbe abbracciare un altro napoletano, l’aria è la stessa, i presupposti ci sono tutti. Luca D’Andrea potrebbe diventare grande, questa volta per davvero.