FOCUS - C'è un Principe che piange nella notte del Maracanã

Pubblicato alle 02:14
14.07.2014 07:05 di  Saverio Cucina   vedi letture
Fonte: Saverio Cucina - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - C'è un Principe che piange nella notte del Maracanã
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

"Siamo a 90 minuti dall'immortalità". No, non è tratto dal celebre discorso di Al Pacino in “Any Given Sunday”. La voce, forte e chiara, era quella di Lucas Biglia prima della finale, sin dalle prime gare, uno dei leader silenziosi dell’equipo albiceleste. Quel sogno covato da tempo e custodito quasi gelosamente in un cassetto, si è infranto al minuto 113 con la zampata vincente di Gotze, subentrato proprio all'altro protagonista biancoceleste della serata, Miroslav Klose. Piange il Principito della Selección, gloria al Panzer tedesco che alza al cielo il trofeo più ambito dopo il record personale raggiunto nella classifica dei marcatori mondiali. La Germania è campione del mondo, il cuore e la grinta sudamericana non sono bastati.

LA SOLITUDINE DEI NUMERI...DUE - "C'è molta tristezza abbiamo fatto qualche errore e l'abbiamo pagato. C'è il rimpianto di essere arrivati sin qui in finale, contro una grandissima squadra. Meritavamo di più, abbiamo creato due, tre situazioni interessanti, potevamo segnare ma non le abbiamo sfruttate. Adesso la delusione è troppo grande". Amarezza, delusione, rabbia e rimpianto. Sono gli stati d'animo degli sconfitti, dei secondi classificati, ma anche di chi ha saputo lottare fino alla fine e che per un centimetro o forse due, non è arrivato alla gloria eterna. Questa è l'Argentina, questo lo spirito albiceleste. Le parole di Biglia al termine della gara - raccolte dai microfoni Rai - sintetizzano quasi emblematicamente il pensiero di un'intera nazione che, nonostante la sconfitta, può scorgere oggi nei volti delusi e stanchi dei propri calciatori lo spirito e l'orgoglio di un intero popolo, ad oggi alle prese con lo spauracchio ben più gravoso della crisi economica. Parte bene il biondo centrocampista argentino, abile sia in fase di copertura che a verticalizzare la manovra innescando il trio Lavezzi, Messi e Higuaín. Nel finale di gara, più i successivi tempi supplementari, paga molto la stanchezza sbagliando qualche appoggio di troppo e quasi allo scadere, pecca di altruismo servendo un pallone fuori misura a Messi invece di provare la conclusione da posizione centrale. Paura, stanchezza o forse quella poca confidenza con il gol mai più di tanto approfondita in carriera, le ragioni della mancata stoccata dell'argentino, che nel disordine generale del finale avrebbe potuto riaccendere la luce nel labirinto difensivo creato dalle maglie tedesche. La porta di Neuer resta però inviolata. Non bastano le lacrime per scacciar via la delusione.

DA MERCEDES A RIO PASSANDO PER LA CITTÀ ETERNA… - Ne ha fatta di strada il giovane Lucas. Classe 1986, originario di Mercedes in provincia di Buenos Aires, Lucas Rodrigo Biglia tira i primi calci nell’Estudiantes Mercedes, ma è con le giovanili dell’Argentinos Juniors che, a suon di prestazioni, ha saputo guadagnarsi ben presto la convocazione in tutte le categorie inferiori della nazionale. L’ottimo Mondiale under-17 disputato nel 2003 in Finlandia è stato soltanto il preludio al trionfo con l’under-20 del 2005. La classe e il talento di un certo Leo Messi rubarono un po’ gli onori delle cronache, ma il numero 5 biancoceleste riuscì comunque ad affermarsi come uno dei migliori giocatori del torneo. Nel 2005 bussa alla porta l'Independiente e in pochi mesi diventa il titolare inamovibile dei Diavoli Rossi, senza però mai andare a segno. Nel luglio del 2006 ecco il grande salto: l'Anderlecht, fresco campione del Belgio, posa gli occhi su un giovane centrocampista che fa dell’eleganza e della precisione il suo principale biglietto da visita, sborsando all'Independiente una cifra vicino ai 3 milioni di euro. Dopo qualche difficoltà iniziale, Biglia riesce a ritagliarsi un posto da titolare nella squadra, ottenendo a fine stagione il titolo di Miglior giovane del campionato belga. Nei successivi anni, Biglia indosserà spesso la fascia di capitano, in alternanza con Olivier Deschacht, vincendo altri tre campionati e due Supercoppe, per un totale di quattro Campionati belga, una Coppa del Belgio e tre Supercoppe del Belgio. Nel luglio del 2013 saluta il club belga dopo sette stagioni, collezionando 287 partite, 16 reti e 49 assist con la maglia Paars-wit. Estate 2013, la Lazio, reduce della storica vittoria della Coppa Italia contro la Roma, cerca un centrocampista per impreziosire la cabina di regia. Tare ha un nome da tempo sul taccuino e gli indizi non possono che ricondurre al capitano dell’Anderlecht, già deciso a non rinnovare con il club belga. Maglia numero 5 e contratto quinquennale con la prima squadra della Capitale. Dopo l’iniziale staffetta con Ledesma è con l’arrivo di Edy Reja che si consolida una convivenza proficua a centrocampo tra i due, una delle poche note liete di una stagione da dimenticare per i biancocelesti. Due reti messe a segno nella prima stagione a Roma e delle buone prestazioni che gli consentono di ottenere la convocazione con la Selección al Mondiale verdeoro.

EL PACHORRA SABELLA DICE SÌ… - Un rapporto con la Nazionale cominciato già dalle giovanili, poi il duro percorso per confermare quel posto a centrocampo finalmente conquistato accanto ai vari Mascherano, Perez e Di Maria. Il buon finale di stagione con la Lazio gli consente infatti di ottenere il sì del ct Sabella, che lo inserisce fra i 23 giocatori arruolabili per il Brasile. Il debutto al Mondiale arriva il 15 giugno 2014, in occasione della vittoria per 2-1 contro la Bosnia Erzegovina, subentrando in campo al minuto 87 di gioco. Il resto è cronaca dei giorni nostri, con la grande cavalcata che ha portato alla notte del Maracanã, dopo il mancato quinto rigore che avrebbe dovuto tirare contro l’Olanda, scongiurato grazie alle grandi parate di Romero che ha regalato ai suoi l’accesso alla finale. Non sono bastati cuore, impegno e sacrificio. Il buon mondiale disputato con l'albiceleste, tuttavia, sarà un credito non indifferente per la sua permanenza nella Selección anche in futuro.

ONORE ALLO SCONFITTO, PAROLA DI RE MIRO - La coppa alzata al cielo, quel sogno soltanto rinviato a Yokohama e questa sera finalmente raggiunto. Mondiale indimenticabile per Miroslav Klose, dopo il record di miglior marcatore della storia, ora anche la Coppa del Mondo. Non sappiamo ancora cosa avrà detto il numero 11 biancoceleste allo sconfitto Biglia, che a breve riabbraccerà nella tournée che la Lazio svolgerà proprio in Germania. Le parole di incoraggiamento rivolte all'eroe della serata Gotze nel momento del cambio, senza ombra di dubbio, hanno però generato il loro effetto. Il trequartista del Bayern decide la finalissima dopo l'abbraccio quasi profetico di Re Miro. Una parola, un gesto o un semplice abbraccio allora non saranno certamente venuti meno anche all'amico Biglia, avversario sì ma solo per una notte. Magari forse solo un 'saluto consolatorio' o un arrivederci, come a dire: "Preparati Principito, la Lazio ci aspetta".