ESCLUSIVA Radiosei - Cochi: “Sognavo la Lazio al Flaminio, capisco la disaffezione dei tifosi. La Lega? Comunicato inaccettabile”

Pubblicato il 3/04 alle ore 18.44
04.04.2014 07:10 di  Manuel Gavini   vedi letture
Fonte: Manuel Gavini - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - Cochi: “Sognavo la Lazio al Flaminio, capisco la disaffezione dei tifosi. La Lega? Comunicato inaccettabile”

Curva Nord-Lotito, la battaglia continua. Gli striscioni vietati contro il Milan e i cartoncini “Libera la Lazio” sequestrati domenica scorsa all’Olimpico hanno contribuito a gettare benzina sul fuoco di una situazione già delicata. Per parlare di questi ultimi provvedimenti, ma anche e soprattutto per discutere della questione relativa allo stadio di proprietà, La Voce della Nord, in onda su Radiosei, ha interpellato Alessandro Cochi, ex delegato alle politiche sportive di Roma Capitale, noto tifoso biancoceleste.

FLAMINIO - Uno degli striscioni a cui non è stato consentito l'accesso per Lazio-Milan ricordava proprio al presidente Lotito il passato rifiuto di prendere in considerazione l’ipotesi di ristrutturare il Flaminio per costruire la nuova casa della Lazio. “Quello dello stadio Flaminio è un sogno che nel mio piccolo cercai di sposare - premette Cochi -, al punto che all’epoca della mia giunta lo proponemmo alla presidenza calcio, magari per una partnership con la Polisportiva. E’ ovvio che sia una soluzione antieconomica, ma è un impianto laziale, collocato tra l’altro in un quadrante biancoceleste di Roma Nord. Ci fu anche una raccolta di 15.000 firme, ciononostante la società non pensò nemmeno a un business plan, puntando altrove dove si posseggono terreni ma ci sono rischi idrogeologici: un vero peccato… La legge è arrivata, ma - plastico dell’epoca a parte - di protocollato non si è mai visto nulla da parte della Lazio. Se sarebbe stato fattibile? Esistevano ed esistono vari vincoli, ma questo vale dappertutto, anche a Tor di Valle per la Roma. Si sarebbe potuta creare una casa della Lazio con 45.000 unità, costruendo strutture anche per gli allenamenti e la Primavera: forse non si potevano allargare troppe strutture commerciali, ma questo è un altro discorso. Sarebbe stato possibile prendere il Flaminio e costruire cubature altrove, lasciando l’Olimpico al rugby, al Golden Gala e alla Nazionale, invece si sono persi dieci anni. Dicendo questo non si vuole fomentare il clima, ma solo riportare le cose come stanno”.

QUALE FUTURO? - Il timore dei tifosi biancocelesti è anche quello di assistere alla crescita, tecnica e logistica, dei dirimpettai cittadini. Cochi esprime così il suo giudizio anche sullo stadio della Roma: “Ormai i giallorossi sono 5-6 anni avanti. Sportivamente parlando si tratta di un progetto che mi piace, seppur con qualche lacuna, ma non è detto che poi vada in porto. Ricordo ancora le battaglie di Dino Viola, Franco Sensi e Sergio Cragnotti…”. Tornando al discorso Lazio, Cochi conferma che ad oggi non esistono ombre di alternative all’ipotesi da sempre prospettata da Lotito, ma tutt’ora impraticabile: Un terreno di Roma dove poterlo costruire? Di pubblico, all’interno del Raccordo, nulla. Per farlo all’interno del GRA, come abbiamo detto alla Roma e come eventualmente diremo alla Lazio, bisogna che si trovi un terreno privato. Inoltre, l’attuale presidente della Lazio non ha mai preso in considerazione altri terreni al di fuori della Tiberina. Un conto è voler costruire una sede sociale, un museo e una foresteria essenziale, un altro è voler erigere un quartiere. La cubatura commerciale è prevista per la costruzione di uno stadio, ma deve essere commisurata in maniera ragionevole, tenendo conto anche dei vincoli ambientali e della mobilità”.

CONTESTAZIONE - Passando alla stretta attualità della contestazione, Cochi conferma la sua posizione già esternata in tempi non sospetti: “Non possono essere impazziti tutti i contestatori, se quando c’è da fare il salto di qualità si vendono i pezzi migliori, vedi Hernanes, oppure se si compra a fine mercato a parametro zero. E' vero che la società ha provato a fare qualcosa negli anni - il volo di Olympia fu difeso anche dal sottoscritto, dopo ovviamente aver chiesto garanzie, così come ricordo il ritorno di Gascoigne sotto la Nord - ma se oggi vengo a sapere di "identificazioni" varie, è chiaro che a queste condizioni la disaffezione sia inevitabile”. Un giudizio anche sulla Lega Calcio, il cui comunicato diramato venerdì scorso ufficializza una posizione netta all'interno della contesa: “Si sa che il presidente Lotito appoggiò Beretta a suo tempo - ricorda Cochi - e ora ha chiesto un aiuto istituzionale nel suo momento più difficile. Magari lo si è fatto anche a titolo di amicizia, ma una presa di posizione del genere da parte di un’istituzione così importante non credo possa essere contemplata. Rimango perplesso, poi, di quanto si entri nel merito all'interno del comunicato, scendendo nel dettaglio del contenzioso. Se hanno prove di estorsioni, complotti o tentativi di scalate, si tirino fuori le prove”.