ESCLUSIVA - Petrelli: "Lazio, batti la Roma in contropiede! Grandi speranze su Keita"

09.02.2014 10:00 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Cristiano Galano-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Petrelli: "Lazio, batti la Roma in contropiede! Grandi speranze su Keita"

Sergio “Pedro” Petrelli sta alla Lazio come il celeste sta al bianco della storica casacca. Inseparabili. Troppo facile ricordarlo come il terzino destro, mancino peraltro, della Lazio di Maestrelli. “Er Cicogna”, soprannome datogli dai tifosi romanisti (Petrelli è un doppio ex) è forse catalogabile, nella storia del club, come l’uomo giusto al momento giusto. Per quella fascia c’era un vuoto da riempire, Maestrelli, che lo conosceva, lo strappò alla corte del Palermo, nell’estate del 1972. I siciliani lo stavano acquistando dalla Roma di Herrera, dove aveva militato per tre stagioni. Non per tutti “HH” era un mago; per Pedro è un allenatore con cui è più facile discutere che capirsi. Tecnicamente, dunque, Petrelli è uno dei pochi giocatori a fare il “salto della quaglia”, o forse meglio sarebbe dire della “sponda”. Come scrive Guy Chiappaventi nel suo Pistole e palloni: “Non sono ancora i tempi di Lionello Manfredonia, la rivalità tra Roma e Lazio non è odio né coltelli, si ferma allo sfotto e il passaggio è abbastanza indolore”. A guardarla a ritroso, si capisce subito a chi abbia giovato questo scambio. È per parlare di derby e dei suoi significati che la redazione de Lalaziosiamonoi.it ha raggiunto telefonicamente Sergio Petrelli.

Petrelli, oramai ci siamo. Che derby sarà? Il pronostico dice che è la Roma ad avere più da perdere, visti gli obiettivi e la classifica. Anche la Lazio, però, è in ripresa e dare continuità ai propri risultati male non sarebbe.

Ha ragione, alla partita tengono entrambe le formazioni. Sarà, secondo me, un derby molto tecnico e giocato con intelligenza da tutte e due le squadre. Certo, non possiamo nasconderci: la Roma ha quello che si definisce uno “squadrone”, anche sul mercato non si sono fatti mancare nulla, avevano qualità e con gli ultimi acquisti l’hanno incrementata. La Lazio dal canto suo ha però la forza ritrovata del collettivo sulla quale fare sicuro affidamento. Poi, come retoricamente si dice in queste occasioni, il derby sfugge ai pronostici più stretti. Sono molto curioso, staremo a vedere. L’unica mia grande preoccupazione è che tutto fili liscio sugli spalti: il derby di Roma è un spettacolo troppo bello per vederlo rovinato da qualche stupido.

Mettiamoci nei panni di Reja: secondo lei, il tecnico biancazzurro dovrebbe puntare sull’affidabilità della vecchia guardia, oppure affidarsi all’estro e alla sfrontatezza della “meglio gioventù” laziale: penso a Keita che partirà dal primo minuto.

Guardi, su Keita ripongo grandi speranze. Come giocatore mi pare dotato di grandissimi numeri e, se aiutato a crescere da tecnici esperti e preparati (Reja e Bollini, ndr) non potrà che dare pieno sfoggio del suo talento. A suo merito, aggiungo, anche di scorgere le mosse dell’ “antidivo”; non mi sembra che abbia quegli atteggiamenti da “calciatore moderno” che conosciamo e che poco si apprezzano in professionisti più noti dello spagnolo. Fossi in Reja, darei però alla rosa una vera e propria “svoltata”: la Lazio ha tutto per puntare sui giovani, con coraggio. Infine, mi lasci dire che avere un settore giovanile di valore, con una Primavera che spadroneggia, non ha senso se non si promuove poi il lavoro fatto.

Tornando al match; secondo lei, che cosa non deve fare assolutamente la Lazio?

Non prestare il fianco alle ripartenze della Roma; giocare cioè con accortezza, stando arretrati. Reja queste cose le sa e le sa fare bene. Bisognerà aspettare i giallorossi e partire in contropiede: Candreva, Keita, Lulic, sono tutti in grado di pungere e prendere d’infilata la Roma. La Lazio dovrà fare una gara perfetta sotto il profilo della mentalità; così facendo si può pensare di batterli.

Dal calcio dei suoi tempi, questo sport è cambiato, il senso del derby no, soprattutto qui a Roma. Al netto della brillante stagione della Roma e della nuova verve biancoceleste, considera riduttivo e provinciale legare successi ed insuccessi di una stagione all’esito della stracittadina, oppure Roma è questa e non cambierà mai?

Secondo me le cose vanno divise su due piani. Ci sono i tifosi che debbono mantenere e alimentare il sano sfottò e la rivalità e per i quali vincere o perdere un derby fa la differenza e deve continuare a farla. Ci sono poi le società, i presidenti, i direttori sportivi. Loro hanno l’obbligo di guardare oltre, di lavorare per il miglioramento delle rose, per far si che le proprie squadre accrescano il loro livello di competitività.

A questo derby mancherà un protagonista, nel bene e nel male, delle ultime edizioni. Che Lazio sarà senza Hernanes?

Guardi il mio pensiero a riguardo è molto chiaro. Quando i calciatori lanciano l’amo verso altre soluzioni, verso altre squadre, non bisogna avere remore e lasciarli andare. Personalmente ritengo Hernanes un buon giocatore, ma non me la sentirei di classificarlo di “prima fascia”. Beninteso, ha tutti i mezzi per poterlo diventare, per poter crescere. La Lazio andrà avanti anche senza di lui; a questo riguardo mi ha colpito molto la prestazione della squadra a Verona: solitamente molti giocatori usano l’alibi della partenza eccellente per giustificare cali di prestazione, deficit di punti, ecc…La Lazio vista col Chievo, invece, era una squadra organizzata, dove ognuno si è preso la propria parte di responsabilità, giocando per la squadra. Questo è l’atteggiamento giusto da avere in campo.