ESCLUSIVA - Il dott. Lovati: "Ho proposto a Lotito un piano per migliorare lo staff, ma non ci sono più i presupposti per continuare"

18.08.2016 07:20 di  Daniele Rocca  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Zappulla-Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Il dott. Lovati: "Ho proposto a Lotito un piano per migliorare lo staff, ma non ci sono più i presupposti per continuare"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Aria di cambiamento in casa Lazio. Come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa, la società sta portando avanti una profonda rivoluzione che va dal settore comunicativo a quello riguardante lo staff sanitario. Alcune collaborazioni verranno portate avanti, altre sono già terminate. È il caso del consulente ortopedico, il dottor Stefano Lovati, che dopo aver incontrato il presidente Lotito, ha deciso di porre fine al suo rapporto lavorativo con la società. Il diretto interessato ha spiegato le ragioni della sua decisione in esclusiva ai nostri microfoni e ha approfondito il discorso sulle criticità mediche presenti nel club.

"Circa un mese e mezzo fa c'è stato un incontro a Villa San Sebastinano insieme ai miei colleghi, Bianchini e Salvatori, dove abbiamo esposto al presidente il programma per la nuova stagione. Siccome su diversi aspetti organizzativi non ci siamo trovati d'accordo, ho deciso di interrompere il mio rapporto di lavoro con la Lazio. Dopo otto anni e mezzo non trovavo più sbocchi professionali in questo tipo di collaborazione".

Che cosa sta cambiando nello staff sanitario della Lazio?

"Sono stati presi due fisioterapisti molto bravi, però non ci siamo trovati come programmazione. Già nell'ultimo periodo avevamo un po' allentato la collaborazione: l'anno scorso sarò stato un paio di volte a Formello e forse una allo stadio. Io poi ero un consulente ortopedico esterno, non si può parlare di sostituzione. Come per l'ambito della comunicazione, il presidente ha deciso di fare dei cambiamenti, introducendo nuove figure. Dopo aver presentato una serie di criticità avevo proposto un'ottimizzazione dello staff, ma non ci siamo trovati d'accordo e quindi non ci sono stati più i presupposti per continuare".

In passato lo staff sanitario è stato criticato sia per le decisioni dei giocatori di consultare medici esterni che per i troppi infortuni durante la stagione. Può derivare da questo la scelta di Lotito di cambiare tutto?

"Sicuramente lui ha colto la palla al balzo, ma ci sono da tenere in considerazione vari fattori: primo che quest'anno abbiamo fatto molte più partite rispetto al precedente. Se poi si va nel dettaglio degli atleti che si sono fermati, sono quasi sempre gli stessi. Parliamo di giocatori che avevano delle criticità particolari. E in questa riunione abbiamo chiesto proprio di rinforzare questi aspetti: sia di prevenzione degli infortuni che di terapia. Per quanto riguarda i giocatori che vanno a operarsi all'estero è una cosa molto comune: la Roma ha lo staff sanitario che non è interno alla società, il Napoli fa riferimento a Mariani. Gli stranieri notoriamente si vanno a far curare dai loro medici di fiducia, per esempio Klose ha lo stesso dottore da quando aveva 14 anni".

La tua situazione è paragonabile a quella di Salvatori e Bianchini o è diversa visto che loro sono interni alla Lazio?

"La situazione è completamente diversa. Loro vivono Formello, vivono le trasferte, vivono i raduni, vivono le preparazioni. Il mio lavoro è diverso, faccio il chirurgo. Sono 25 anni che sto nell'ambiente ospedaliero, ho sulle spalle più di 10mila interventi effettuati, dirigo un gruppo di ortopedici. Non potrei materialmente collaborare come fanno loro per assenza di tempo. Ma questo la società lo sapeva quando parlammo, all'epoca. Il mio rapporto, con queste premesse, è completamente interrotto se parliamo di società-Lotito medico-Lovati. Il discorso affettivo è un'altra cosa: con il nome che porto rappresento il passato, parte del presente e sarà anche il futuro. Noi siamo un po' come gli allenatori, possiamo essere sostituiti. Se tu pensi che la Juventus con tutti i successi che ha avuto tra quest'anno e il passato ha cambiato tutto lo staff... non c'è niente di anomalo. Io non ho mai avuto un grosso rapporto con Lotito, quest'anno ci saremo sentiti 4 volte, stesso discorso con Tare. Faccio il mio lavoro, sto in Paideia: se mi chiedono un parere per un calciatore lo do, se mi dicono di operarlo, intervengo. Niente di più."

Da professionista e anche tifoso della Lazio, se dovessi dare un'indicazione a questo club, che cosa cambieresti?

"Nello specifico non lo so, sicuramente ci sono delle cose da cambiare. E forse questo Lotito l'ha capito. Ti posso dire che in questi anni è cambiato molto poco, che abbiamo dovuto fare i salti mortali per poter cercare di fare il nostro lavoro. Un medico non lavoro solo per i soldi, ma anche per passione. E lo fa se viene messo nelle condizione di farlo al meglio. Non è un caso che io nell'ultimo anno mi sono un po' distaccato. Magari a lui serve qualcuno che sia più presente all'interno di Formello."

Un tuo giudizio professionale sulle condizioni di Stefan de Vrij, è quello che tiene tutti con il fiato sospeso nell'ambiente...

"L'ho visto circa un mese e mezzo fa. Si allenava, stava bene, non aveva grossi problemi. Ci stavamo attenendo a quella che è la tabella riabilitativa stilata dal chirurgo che l'ha operato. Quando un giocatore esce da un intervento così importante è difficile fare delle previsioni prima di vederlo effettuare dei carichi di lavoro sostanziosi, come presto sarà. Quindi dire se è completamente recuperato è prematuro, però le premesse ci sono. Questo tipo di patologia, curati con questo tipo di terapia di solito hanno buoni riscontri. Secondo me è un giocatore che recupererà molto bene dall'intervento. La medicina e la chirurgia non sono scienze esatte. Se opero due persone nello stesso posto, lo stesso giorno, quasi sicuramente non recuperano nello stesso tempo. Fa parte di un discorso biologico. Da come mi dicono e da quello che ho visto sono ottimista sul suo recupero".

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