Il calcio in quarantena, Rongoni: “Non dimentico il 26 maggio! Dopo il Covid-19, Lazio più affamata. Ecco come restare in forma”

17.03.2020 08:20 di  Alessandro Zappulla   vedi letture
Fonte: Alessandro Zappulla - Lalaziosiamonoi.it
Il calcio in quarantena, Rongoni: “Non dimentico il 26 maggio! Dopo il Covid-19, Lazio più affamata. Ecco come restare in forma”

Il calcio e la vita al tempo del Coronavirus. No, non è l’inizio di un romanzo dai tratti fantascientifici, bensì la dura realtà in cui il mondo verte già da alcuni giorni. L’infezione non arretra e i governi di mezzo mondo iniziano a blindarsi. In Germania come in Italia, in Francia come negli Stati Uniti, per non parare del Continente Asiatico o dell’Australia, senza dimenticare il Sudamerica. Pandemia ai giorni nostri, che si sintetizza in estenuanti e lunghe giornate di ‘reclusine contenitiva’. Il pianeta che rallenta, la vita che frena e il calcio, che finisce impolverato nella soffitta degli svaghi. Tutto arriva in secondo piano rispetto alla bene primario: la salute. Non solo l’Italia dunque, non è soltanto la Serie A ad alzare bandiera bianca. Lo stop inizia ad essere globale, come ci conferma un ex Lazio: Mister Paolo Rongoni, preparatore atletico di Petkovic, oggi impegnato in Ligue 1. “Qui a Lione è tutto fermo. Siamo in attesa della Uefa per capire se riparte la Champions League.” Una ventata di Italia che Mister Rongoni accoglie con piacere, accettando il nostro invito telefonico. “I miei ricordi alla Lazio? Sono più che intatti. Ho molti amici a Formello. Sento quotidianamente Fonte, ma ho contatti con i magazzinieri, con Giocondo, con Lulic e con Radu”. Nella professione e nel percorso di crescita le tappe toccate non sono solo pagine compilate di un curriculum. Questo è quello che traspare dalle parole di Rongoni che si emoziona a rispolverare i suoi attimi di Lazio. “Sono italiano e non appena concludiamo le partite qui in Francia, la prima cosa che faccio è informarmi sulla Serie A. Ricordo la mia esperienza al Perugia, dove cercavamo di salvarci dalla retrocessione. Poi la Lazio per me un salto importante. Avevo a che fare con un gruppo fantastico, in un club importantissimo. Ricordo l’annata culminata con la vittoria della coppa. 62/64 partite giocate ad alto livello. Questi sono momenti che ti legano fortemente ad un ambiente e lo fanno per sempre”. Sfogliare l’album dei ricordi per Rongoni significa rispolverare momenti belli e momenti brutti, ma a rimanere sono le emozioni. “Ricordare la finale vinta sarebbe troppo facile, quello fu un successo storico. Rimangono in me il gol segnato alla Juventus in semifinale, oppure l’Europa League: in quella stagione credetti veramente di arrivare in finale: peccato!”.

Una città due maestri - Roma è stata importante per il preparatore atletico del 26 maggio, anche perché passò presto alla Roma. La doppia riva del Tevere però non lo scompone minimamente nel parlarci di sé e di quegli attimi. “Ho vissuto Roma e Lazio. Vi posso confessare che le passioni sono identiche. C’è grande rivalità fra questi due club, ma anche grandissimo rispetto”. Due squadre e due maestri: Petkovic e Garcia: “Vlado e Rudi sono due brave persone, questo è il punto di contatto. Petkovic è più imponente nel gruppo, diciamo detta più le regole, mentre Rudi cura maggiormente la gestione del gruppo. Dal punto di vista tattico entrambi prediligono il gioco offensivo, quindi direi abbastanza simili…”

Un presente da sogno - Dal passato al presente il sogno biancoceleste si chiama scudetto e il mister non si nasconde: “Cosa credo? Che la Lazio ce la farà. Non esprimo pronostici per scaramanzia, ma questa è un’annata speciale per la Lazio. Inzaghi ha cambiato pochissimo e questa è la vera forza. I giocatori sono cresciuti tantissimo. Dove non arriva Luis Alberto arriva Milinkovic, se un giorno rende meno Leiva, a recuperare ci pensa Acerbi in un’annata fantastica. Senza parlare di Immobile che sta diventando il miglior attaccante d’Europa. Lui insieme a Caicedo e Correa sono tanta roba”.

Ruolo Preparatore Atletico – La preparazione atletica è il motore acceso di una squadra, ma il successo arriva in un’intesa da equipe. “La parte fisico atletica viene decisa insieme all’allenatore. Il rapporto tra Inzaghi e Ripert ad esempio è molto stretto. Si conoscono dalle giovanili. Uno sa il ritmo dell’altro e si compensano. Il preparatore atletico aiuta a mantenere l’onda lunga, ma la differenza vera la fanno i calciatori”. La professionalità però innanzitutto: “Ho conosciuto molti calciatori in carriera. Alcuni professionali, altri un po’ meno. Non sempre non attenersi a regole ferree ti frena dall’esprimerti al massimo. A volte giocatori che uscivano per così dire ‘troppo’ in realtà facevano bene la domenica. Da quel che ho capito molto dipende dalla genetica di un atleta, ma soprattutto dall’età. Fino a 25 anni puoi recuperare bene durante la settimana, ma se punti ad avere una carriera lunga non puoi non essere professionista”.

Il calcio e la vita con il Covid – 19 – Vivere distanti da casa amplifica tutto ciò che arriva dalla propria terra. È un po’ l’effetto eco che favorisce il riverbero all’infinito di ogni gesto, ogni azione, ogni attimo, ogni parola consumata a distanza. “L’Italia sta dando lezione a tutti su come comportarsi nel rispondere all’emergenza del coronavirus. Anche la Francia, partita in ritardo su certe misure di contenimento, ora si è praticamente allineata alle decisioni italiane. Qui è tutto chiuso, anche se i parchi, a differenza dell’Italia, resteranno aperti”. Scelte, azioni e consuetudini che si ribaltano e si modificano, per il bene comune. “Come ne usciremo? Bene, ne sono sicuro. Forse anche la nostra vita ne uscirà migliorata. Le priorità quotidiane subiranno delle modifiche è inevitabile. Dovremo imparare a dare importanza a ciò che ci è più caro”. In tutto questo resta vivo il calcio, anche se per il momento passa in seconda linea. Un provvisorio letargo, come sacrificio sull’altare del bene comune. “I giocatori per ora si allenano a casa. Tutti i giocatori hanno una sorta di piccola palestra personale. Quindi si allenano per proprio conto. E’ sufficiente un’ora di allenamento al giorno per non perdere il tono. Non bisogna spingere troppo però. Questo perché arrivati a ridosso della primavera le squadre arrivano stanche. Una sosta in questa fase dell’anno potrebbe risultare addirittura salutare, ma attenzione a non esagerare. Non ci si può fermare più di un mese o un mese e mezzo, altrimenti sarebbe difficile riprendere il ritmo. Oggi il clima atmosferico non spinge ad uscire o a distrarsi. Questa sosta rende anche più affamati di calcio gli atleti e forse il coronavirus potrebbe riconsegnarci squadre ancor più affamate di calcio”.

I consigli del preparatore atletico – Questa clausura obbligata rischia far lievitare la popolazione. La vita improvvisamente sedentaria infatti, può far aumentare i kg sulla bilancia. “Come difendersi dal sovrappeso di questi giorni ? Facile non smettendo di muoversi. Andate in balcone. Usate gli spazi esterni per muovervi. Giocate con la Wii. Prediligete i giochi di movimento. Ballate con i vostri figli o con la vostra partner. È utile anche utilizzare i tutorial su youtube per gli esercizi. Infine non oltrepassate i tre pasti al giorno, sempre tenendo sotto controllo un bilanciato utilizzo di proteine, carboidrati e grassi”. Il Covid-19 è un avversario ostico, ma va sconfitto. Probabilmente è la partita più complicata per l’umanità negli ultimi 70 anni. Ecco il messaggio di mister Paolo Rongoni: “La vita nostra e dei nostri cari è troppo importante per metterla a rischio. Siate positivi ed ottimisti, ma soprattutto restate a casa. Vinceremo tutti insieme”.

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Pubblicato il 16/3

© foto di Federico Gaetano