FOCUS - Ti aspetto al VARco: pregi e difetti, il bilancio della moviola in campo. E la Lazio attende…

Pubblicato ieri alle 13:00
05.09.2017 07:20 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Ti aspetto al VARco: pregi e difetti, il bilancio della moviola in campo. E la Lazio attende…

Video Assistant Referee (video-assistente arbitrale), più semplicemente VAR. É stato il vero centro di interesse della nuova stagione calcistica 2017-18, intorno al quale sono ruotati dubbi e curiosità. Non può essere negato: la scelta di optare finalmente per la moviola in campo - perché di questo si tratta - ha già rivoluzionato il calcio moderno, segnando una netta spaccatura con il passato. Una decisione epocale che supporterà l’arbitro centrale nelle decisioni più importanti e che smorzerà pian piano le polemiche tipiche dei post-partita.

UNA VOLTA PER TUTTE - Prima di fare un bilancio di queste prime due giornate di campionato in cui il Var si è preso la scena, sia in senso positivo che negativo, vanno ricordate brevemente i suoi principali parametri secondi i quali viene applicato. Innanzitutto si dice “il Var”, con l’articolo determinativo maschile davanti. La postazione è fuori dal terreno di gioco, lì viene visionato costantemente il monitor da due arbitri supplementari che possono controllare le azioni dubbie o per loro iniziativa o su indicazione del direttore di gara. Infine, la tecnologia della moviola può essere interpellata solo per quattro casi specifici: gol da annullare, calci di rigore, espulsioni, cambi di persona (nel caso di cartellini gialli e rossi). Ora ci siamo, analizziamo i primi risultati del Var emersi nella prima e seconda giornata di Serie A.

PREGI E DIFETTI - Il primo segnale che raccogliamo è il seguente: il Var non è infallibile, ma aiuta parecchio. E anche se la percezione è che sia stato chiamato in causa già molte volte (ed è in effetti così), non ha inciso più della scorsa stagione per quanto riguarda l’assegnazione dei rigori: otto come nell’annata 2016-17. In più di una circostanza ha avvalorato la decisione iniziale dell’arbitro, operando dunque come un consulto di sicurezza. In altri casi, l’ha completamente rovesciata ed è questo il vero passo in avanti. Se prima qualcosa sfuggiva agli occhi del direttore centrale o degli assistenti di porta (che, per altro, sono stati eliminati), ora i “chiari errori” (“clear mistakes”) sono sotto la lente di ingrandimento. Certo, qualora la richiesta del video non venisse avanzata da nessun arbitro (dentro o fuori del campo) di fronte ad un episodio dubbio, si rischierebbe di incappare nella figuraccia. Ed è successo. Ma i primi pregi che la moviola in campo ha messo in luce sono stati confortanti: stop alle polemiche sulle decisioni arbitrali e giocatori (e lo stesso arbitro) più sereni durante la gara. Ciò che sfugge in presa diretta viene catturato dietro le quinte e prontamente trasmesso tramite auricolare. Ecco, forse “prontamente” non è l’avverbio più adatto al Var. In effetti uno dei difetti palesati è proprio la mancanza di tempestività nel prendere la decisione finale. Servono necessariamente dei tempi tecnici: vedere il video - magari anche più di una volta - comunicare quanto visto, aspettare che l’arbitro centrale riguardi l’azione ed emetta il verdetto. Inevitabilmente le partite si allungano durando fino a 105 minuti, come nel caso di Benevento-Bologna. L’altra pecca, evidenziata sin da subito da chi era scettico su questo nuovo tipo di tecnologia, riguarda la figura dell’arbitro. Viene declassata o no? Ovvio che qualora il direttore di gara sbagli e venga corretto in seguito dal Var, il suo errore è evidente sin da subito. Ma tornare sui propri passi non è mai reato. Quindi conta meno del Var? No, perché l’ultima parola spetta sempre e comunque all’arbitro. É solamente un aiuto, un sostegno e come tale deve essere inteso, con tutti i pregi e i difetti del caso.

TUTTI AL VAR, NON LA LAZIO - C’è chi l’ha già provato e chi ancora lo aspetta, come la Lazio. Sia contro la Spal in casa che contro il Chievo in trasferta, la squadra di Inzaghi non ha visto all'opera il video-assistente arbitrale. Stessa sorta, per il momento, è capitata alla Sampdoria, al Chievo e alla Roma che, a onor del vero, avrebbe potuto usufruirne contro l’Inter nell’occasione del mancato rigore concesso a Perotti. Il resto della Serie A, invece, l’ha già conosciuto da vicino, nel bene o nel male. Tra cartellini gialli tramutati in rosso, calci di rigore prima assegnati e poi nullificati e fuorigioco vanificati, il Var ha emesso le sue sentenze. Quando non l’ha fatto, perché non chiamato in causa, siamo tornati ai soliti, vecchi problemi. Durante Bologna-Torino i granata si sono visti annullare un gol completamente regolare, la posizione di offside era inesistente ma il Var nulla ha potuto: era arrivato prima il fischio dell’arbitro per segnalare il fuorigioco. Poi l’errore, come detto, in Roma-Inter e la valutazione sbagliata ai danni del Verona contro il Napoli. Il vantaggio dei partenopei grazie all’autogol di Souprayen andava annullato per carica sul portiere, ma il Var non ha ravveduto alcun fallo convalidando la rete. Invece in Inter-Fiorentina e Crotone-Milan è stato provvidenziale, con assegnazione di rigori ed espulsioni sacrosante, così come in Spal-Udinese per la gioia dei ferraresi. Ce ne saranno tanti altri di casi nelle prossime giornate, man mano il funzionamento verrà limato finché non rimarranno solamente i pregi.