FOCUS - Pioli, questione di moduli: 4-3-3 vs 4-2-3-1, curriculum a confronto

23.04.2015 08:00 di  Stefano Fiori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori-Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Pioli, questione di moduli: 4-3-3 vs 4-2-3-1, curriculum a confronto
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© foto di Federico Gaetano

Il marchio di fabbrica o la formula più vincente? Un dilemma shakespeariano, con cui Stefano Pioli si ritrova a tu per tu prima di ogni incontro. Su un piatto della bilancia, la strada maestra del 4-3-3; sull'altro, il fascino innegabile del 4-2-3-1. Moduli per certi versi simili, per altri completamente differenti. Questione di equilibri e d'interpreti, come ama ripetere spesso il tecnico biancoceleste. Che domenica sarà di nuovo chiamato a scegliere, complici le assenze pesanti che decimano il centrocampo: fuori Biglia e Parolo per infortunio, out anche Cataldi per squalifica

ROAD TO CHIEVO - Per la zona nevralgica del campo, le pedine rimaste a disposizione sono presto dette: Ledesma, Onazi e Lulic. Da Formello, la seduta del mercoledì ha regalato più di una semplice dritta: il bosniaco è stato provato terzino sinistro, con il rientrante Radu nelle vesti di centrale. Potrebbe essere proprio questo l'escamotage giusto per far quadrare il cerchio: considerato anche il forfait di de Vrij, Pioli salverebbe capra e cavoli. Con l'eroe di coppa a sgobbare sull'out mancino, la fisionomia della mediana si disegnerebbe da sola: Ledesma e Onazi, coppia di lotta e di governo a sostegno di Candreva-Mauri-Felipe Anderson e del panzer Klose. Sul tavolo anche l'opzione Cana partner dell'italo-argentino, ma il nigeriano è decisamene in vantaggio. Il 4-2-3-1 inoltre si adatta perfettamente a una causa di primaria importanza: scendere in campo con tutti e tre i tenori. Difficile rinunciare a uno tra Candreva, Mauri e FA7, il match con la Juventus insegna: mister Pioli ha sacrificato Candreva sull'altare delle ragioni tattiche, per poi tornare sui propri passi appena concluso l'intervallo tra primo e secondo tempo. Magari la Lazio avrebbe perso comunque al cospetto dei bianconeri, direte voi: il modulo avrebbe probabilmente spostato di poco le sorti dell'incontro. Giusta osservazione.

4-3-3 e 4-2-3-1, CV A CONFRONTO - Altrettanto giusto notare però il curriculum vitae degli assetti in questione. "E' importante dare una certa continuità a un sistema di gioco - esordì Pioli lo scorso 13 giugno, giorno della sua nella presentazione ufficiale alla stampa -. Per le caratteristiche dei giocatori, l'impostazione iniziale sarà il 4-3-3, ma abbiamo varie soluzioni". Effettivamente il 4-3-3 è stato e rimane il modulo più impiegato dal primo minuto: 24 volte in campionato, 4 in Coppa Italia. Lo score è il seguente: 15 vittorie (53,6%), 4 pareggi (14,3%) e 9 sconfitte (34,6%). A onor del vero, lo schieramento adottato tra la 14a e la 17a giornata (Parma, Atalanta, Inter e Sampdoria) aveva le sembianze di un 4-3-2-1, con Mauri e Felipe Anderson più arretrati e accentrati sulla trequarti. Per quella che può tuttavia essere considerata come una variante sul tema del 4-3-3. Ma se quest'ultimo è lo schema con più gettoni di presenza, il 4-2-3-1 è senza dubbio il più vincente. Lo dicono i numeri: su 7 apparizioni totali a partire dal calcio d'inizio, ha portato in dote 6 vittorie (85,7%) e il pareggio nel derby d'andata. Pioli lo scelse - agli albori della stagione - nei due match vinti contro Palermo (4-0 al Barbera) e Sassuolo (3-2 casalingo). Dopo mesi di oblio, l'esplosione di Felipe e il rientro di Candreva indussero l'allenatore biancoceleste ad adottarlo contro la Roma, appunto, e negli incontri vinti contro Fiorentina (4-0), Verona (2-0), Cagliari (3-1 esterno) ed Empoli (ancora 4-0). Meglio del 4-2-3-1, solamente il terzo modulo adottato in stagione da Pioli: il 4-3-1-2 che ha condotto alle vittorie in Coppa Italia in casa di Torino (3-1) e Milan (1-0). Un 100% di riuscita, utilizzato però solamente in quelle due occasioni. Le due opzioni principali per il mister di Parma rimangono due: 4-3-3 e 4-2-3-1. La strada maestra e l'alternativa di lusso. Domenica dovrebbe toccare di nuovo alla seconda soluzione. E che il feeling con le statistiche prosegua a gonfie vele