FOCUS - Mauri, il Raumdeuter italiano a caccia di nuovi record

Pubblicato il 23 febbraio alle ore 20
24.02.2015 07:20 di  Stefano Fiori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Mauri, il Raumdeuter italiano a caccia di nuovi record
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano

Il tempo, lo spazio. Tutto relativo. Nessun valore assoluto, ce lo dice la scienza. Ce lo dice anche il calcio. Il tempo. Stefano Mauri ha compiuto 35 anni lo scorso 8 gennaio. Ieri, contro il Palermo, ha infranto il suo record personale di reti segnate in un unico campionato: 8 gol. Il precedente traguardo resisteva dai tempi di Brescia, stagione 2003/04. Quando di anni, il futuro capitano della Lazio ne aveva appena ventiquattro. Il tempo, per Mauri, scorre al contrario. Quando gli altri giocatori avrebbero già imboccato il viale del tramonto, lui firma la sua stagione migliore. Il tempo, per Mauri, è relativo. Ma c'è una cosa che, per il numero 6 biancoceleste, è ancor più relativa: lo spazio.

MAURILOGIA - Per la maggior parte il rettangolo verde è una scacchiera, fatta di quadrati bianchi e neri, di posizioni e ruoli ben definiti. Per lui no, il campo di gioco è un cruciverba senza schema. Le caselle, gli incroci, le combinazioni? Le decide lui. Come un Nighthawk, disegna traiettorie che sfuggono alla comprensione dei radar. Ma il miracolo avviene prima di disegnarle: la magia è quando le intuisce. Prima di tutti, meglio di tutti. Esistono pochi, pochissimi calciatori capaci di leggere tutti gli spazi di gioco, anche quelli invisibili agli altri 21 giocatori in campo. Mauri è uno di questi. Il che rende relativo anche un altro suo aspetto: il ruolo. È un centrocampista offensivo, non ci sono dubbi. Nella Lazio di Pioli, è il pallino tutto a sinistra nel tridente d'attacco. Perfetto. Ma se doveste raccontare Mauri a un alieno che ha scoperto oggi il gioco del football, queste due definizioni non basterebbero. Universale? Ecco, bussare alla porta della pallavolo e prendere in prestito questo vocabolo risulterebbe sicuramente più utile. Ma non c'è necessità di trasmigrare da uno sport a un altro.

MÜLLER DIXIT - Conviene piuttosto passare da un vocabolario a un altro. Dall'italiano al tedesco. Ma non al tedesco codificato, quello confinato in qualche tomo voluminoso e ingiallito. Nove gennaio 2011, la Süddeutche Zeitung pubblica un'intervista a Thomas Müller. Tra i vari argomenti di discussione, il ruolo dell'allora 21enne (li aveva compiuti a settembre) nuovo fenomeno del calcio teutonico. "Was bin ich?", "Cosa sono io?", risponde il talento del Bayern Monaco. "Raumdeuter? Ja, ich bin ein Raumdeuter". Che, tradotto, significa: "Sono un... Raumdeuter". Tradurre un vocabolo così è pura lesa maestà linguistica. Ma cosa significherà mai "Raumdeuter"? Per capirlo, bisogna aggiungere - prima della "R" - una "T": "Traumdeuter", che nella lingua di Goethe è "colui che interpreta i sogni". E dato che "Raum" vuol dire "spazio", ecco come si autodefinisce Müller: "colui che interpreta gli spazi". Il campione del Mondo 2014 è il giocatore che, più di ogni altro, sublima l'abilità di sfruttare gli spazi nel suo movimento senza palla. Un'abilità istintiva, congenita, scientifica nella sua reiterata applicazione. E che l'ha reso uno dei più forti calciatori del XXI secolo. Ufficialmente predilige partire largo, per poi ricoprire a suo piacimento ogni tipo di posizione avanzata. E togliersi lo sfizio di fare gol. Nel caso di Müller, tanti gol. Non poteva che essere lui a denominare il suo stesso ruolo.

I RECORD NON FINISCONO - Stiamo parlando, come detto, di uno dei giocatori più grandi del pianeta. Ma questo - umilmente - non ci vieta di rientrare in Italia, con il termine di "Raumdeuter" sotto il braccio. E - fermo restando che Müller appartiene inequivocabilmente alla schiera dei top player mondiali - affibbiarlo a Stefano Mauri. Uno che gli spazi li domina come vuole, uno che risulta decisivo anche se schierato da falso nueve. E che di gol ne segna tanti. Otto in questo campionato, dopo 24 giornate. Lecito per lui puntare ancora più in alto: Hernanes e Nedved, con la maglia della Lazio, arrivarono a quota 11; Candreva un passo più su, grazie ai 12 centri dello scorso anno. Con altre 14 giornate a disposizione, candidarsi per lo scettro di centrocampista biancoceleste più prolifico in un singolo campionato è tutto fuorché fuori di senno. Ci sono poi quei 52 gol messi a segno da Vincenzo D'Amico, il centrocampista laziale più goleador di sempre. Con l'ipotesi rinnovo all'orizzonte, l'obiettivo è realistico: Mauri è arrivato ieri a quota 44 reti (45, per chi considera il gol/autogol nella Coppa Italia 2008/09 contro il Benevento). Almeno in questo caso, possiamo limitarci a inserirlo tra i "centrocampisti". Ma di limiti, Stefano Mauri non sembra averne. Per il Raumdeuter italiano, "Traum" e "Raum" coincidono. E il tempo, ancor più lo spazio, sono assolutamente relativi.