FOCUS - Da Ibra a Pogba, poi Gigio e... Biglia: quando il bacio alla maglia non è sempre amore eterno

16.06.2017 11:00 di  Francesco Tringali   vedi letture
Fonte: Francesco Tringali - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Da Ibra a Pogba, poi Gigio e... Biglia: quando il bacio alla maglia non è sempre amore eterno

Frustrazione, amarezza e quel senso di profonda delusione che, per un attimo, ti pone davanti al grande mistero che è il calcio. Maledetto calcio, a volte verrebbe da odiarlo. Ma poi ti passa: "La maglia resta, i giocatori vanno". Provi a fartene una ragione, ma quel senso di inquietudine rimane. Lacera i più appassionati, quelli che fino a qualche giorno fa sfoggiavano la maglietta dell'(ex) idolo al calcetto con gli amici. Perché a volte il significato di "bandiera" può assumere connotati diversi: può ergerti come simbolo fedele e intoccabile oppure può portarti dove tira il vento. O il Dio denaro, fate un po' voi. Quelli che baciavano lo stemma, la maglia. E che oggi rifiutano ogni lusinga di quel vessillo a cui poco tempo prima sembravano aver giurato amore eterno. Un gesto sconsacrato, dal valore fittizio svuotato di ogni più pura verità. La maglia resta, ma vi prego, non baciatela.

DA IBRA A POGBA, FINO A GIGIO- Tutti con lo stesso comun denominatore: Mino Raiola. Persuasione, strategie di mercato già delineate in partenza e una fine più che annunciata. E poi c'è la storia della maglia baciata: un racconto infinito, una macchia d'olio su cui in molti sono finiti per scivolare. Prendete Ibrahimovic, che ha appoggiato le labbra sul blaugrana del Barcellona due o tre volte alla sua sfarzosa presentazione al Camp Nou, prima di ringraziare e salutare un anno dopo. È il caso di Pogba e Pjanic, imbattutisi in quel gesto romantico (?) rispettivamente con le maglie di Juventus e Roma. Neanche a dirlo, ceduti di lì a breve. Ci è cascato anche Gigio Donnarumma. A 18 anni, per molti troppo pochi per prendere una decisione così drastica come quella di non rinnovare col Milan a cifre folli. E scegliere altrove, lontano da quello stemma che fino a qualche tempo fa mostrava con orgoglio. Solo dopo averlo baciato. Perchè la chiave di volta in tutto questo è sempre la sincerità. Svanita in un fugace attimo che cancella ogni gesto. Ogni candida promessa. Con quel bacio di Giuda che si trasforma puntualmente in feroce tradimento.

BIGLIA, ORA TOCCA A TE? - Punto interrogativo ancora legittimo, ma che col passare del tempo va via via sfumando. Perchè nella cerchia degli infedeli potrebbe finirci presto anche l'argentino. Il calendario segna 26 ottobre 2014, il play di Mercedes ha appena pennellato una delle sue punizioni punendo il Torino, stemma in mano e classico gesto. Quell'amore, seppur a distanza di due anni e mezzo, sembra essersi vaporizzato. Come quando si bacia una donna, da innamorati, prima che l'incantesimo finisca e rimangano solo i cocci. È bastata un'intesa di massima col Milan per sfilarsi una fascia da capitano discussa e per una stagione (la scorsa) capro espiatorio del fallimento Pioli. Appassiscono i ricordi, quelli fatti di gesti, quelli che in molti sembrano dimenticare. Ma che nel cuore dei tifosi rimangono come un segno intangibile. Un po' come le labbra su uno stemma.