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ESCLUSIVA - Intrieri (ad Aeroitalia): "La Lazio? Ecco com'è nato l'accordo. Sul progetto..."

di Niccolò Di Leo
Fonte: Alessandro Zappulla - Lalaziosiamonoi.it

Lazio Aeoroitalia hanno da poco rinnovato la propria partnership, prolungando un connubio iniziato nell'agosto del 2023 e che ha visto per la prima volta la nuova compagnia aerea italiana apparire sulla maglia di una squadra di calcio, prima sulla manica, oggi più bella e vistosa sul retro. Una sponsorizzazione che nasce con l'intenzione di puntare sullo sport e, in particolar modo, su quelle società che rappresentano, nel Paese e in Europa, uno degli hub più importanti di Aeroitalia. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, Gaetano Intrieri, l'amministratore delegato di Aeroitalia, ha raccontato il progetto iniziato nel 2021 e spiegato il suo obiettivo, quello di riportare il passeggero italiano a scegliere compagnie aeree nazionali per volare verso le proprie destinazioni. Un obiettivo che vuole essere raggiunto anche grazie al contributo di chi di voli se ne intende, di chi come simbolo ha la regina dei cieli, quell'aquila che, proprio come un passeggero dal proprio oblò, guarda tutti dall'alto verso il basso. Aeroitalia ha scelto quindi la Lazio, e viceversa, dando vita a una partnership che prescinde dal semplice business, pur sempre fondamentale, e che dietro sembra avere motivazioni ancor più profonde: legate al rapporto tra la città di Roma e i propri simboli, ai valori, sportivi e non, che la Lazio rappresenta e che Aeroitalia ha dimostrato di voler sposare in pieno. 

Siamo qui per conoscere il progetto e l'azienda Aeroitalia, ma anche per la liaison con la Lazio che si è rinnovata...

"Abbiamo rinnovato il nostro contratto di sponsorizzazione con la Lazio. Lo reputiamo un passaggio fondamentale perché l'anno scorso abbiamo avuto un ritorno notevole di immagine e di passeggeri da questa sponsorizzazione, per cui abbiamo volentieri rinnovato ed esteso, non essendo più in piccolo sulla maglietta, diventando sponsor 'retro'. Sicuramente l'investimento pubblicitario nel calcio è quello che ha un ritorno maggiore, è lo sport nazionale, per cui avere il proprio marchio su una società di grandissima tradizione qual è la Lazio, una delle società più importanti del nostro panorama calcistico, per noi è stato importante, ci ha aiutato nell'estendere il nostro brand".

Aeroitalia, che progetto è? È complicato per una società che nasce da poco riuscire a farsi spazio tra chi è nel campo già da molto tempo?

"Io sono nel campo già da molto, avendo lavorato per tante compagnie aeree, insegno ance alla facoltà di ingegneria aeronautica. Questo progetto è nato per iniziativa di investitori stranieri che mi hanno coinvolto come amministratore delegato della società. È partito tre anni fa, con l'idea intanto di avere una compagnia aerea italiana, con il management italiano e che potesse lavorare per il momento sul territorio italiano. Noi siamo concentrati molto sulle destinazioni domestiche, anche se le abbiamo anche europee. L'obiettivo è quello di collegare le due isole maggiori (Sardegna e Sicilia, ndr), con Roma, il nostro hub, il nostro punto di riferimento e da qui fare altri collegamenti".

Una società e un'azienda in grande crescita. Voi partite come charter esteri?

"Il progetto è iniziato con voli charter per settare i nostri processi interni, ma il progetto è sempre stato quello di essere una compagnia di voli di linea, il charter è una minima parte del nostro business. Aeroitalia oggi ha sistemi di distribuzione altamente evoluti, proprio perché competiamo sui voli di linea con gli altri player italiani e abbiamo vissuto una crescita importante in due anni, oggi abbiamo una media di 2 milioni di passeggeri l'anno".

Qual è il segreto di questo successo?

"Io amo dire che fino a oggi è stata una storia di successo, ma l'aviazione è molto complessa, io ancora oggi imparo ogni giorno. È un modello di business tra i più complicati che ci sono. Detto questo, aver avuto un team importante di manager, soprattutto la prima linea di manager: quello delle operazioni volo, della manutenzione e dell'ingegneria. Io li ho potuti scegliere, prendendoli da compagni che avevano chiuso. Io ho accettato questo incarico per dare lavoro a persone che hanno perso il proprio lavoro, non per colpa loro. Gestendo queste persone in una maniera più coerente al modello di business del trasporto aereo hanno portato a una grande storia di successo".

Quali sono state invece le difficoltà? Affermarsi tra i vari player che esistono è complicato, soprattutto con le low cost...

"La competizione delle low cost è una delle difficoltà, ma abbiamo dimostrato di saperci difendere egregiamente. In Italia c'è una situazione unica nel mondo, dove c'è un unico player che gestisce il 50% del mercato, per cui questa situazione che si è sedimentata non va bene e non lo andrebbe in nessun caso, chiunque sia il player, sicuramente non è un mercato non sano. Con Aeroitalia stiamo cercando di ristabilire gli equilibri".

Ci sono delle iniziative importanti: le corporate per gli utenti di Aerotalia, una credit card. Ci sono delle novità che ci vuole illustrare?

"Siamo attenti sia alle esigenze delle imprese che utilizzano i nostri voli e abbiamo un servizio corporate molto attento verso le aziende e le agenzie di viaggio, alle quali abbiamo dedicato un call center esclusivo. Abbiamo sistemi di distribuzioni molto evoluti, ma il trade lo seguiamo molto, abbiamo un manager dedicato interamente dedicato, perché non vogliamo essere una low cost". 

Perché questa attenzione allo sport (Lazio, Roma Femminile, Dinamo)?

"La Lazio è il nostro investimento più importante. Abbiamo sempre voluto aiutare lo sport nei posti in cui voliamo, quindi è evidente che la Sardegna è un caposaldo del nostro network, noi voliamo sia da Alghero, sia da Olbia e presto anche da Cagliari. Quindi la Sardegna è importante e gli diamo un contributo importante alle realtà sportive locali, a cominciare dalla Dinamo, che è la gloriosissima squadra di basket di Sassari che fa la Serie A1". 

Dal volo della Lazio a quello di Olimpia: arriviamo al presidente Claudio Lotito, come vi siete conosciuti e com'è nata l'idea di accostarsi alla Lazio?

"L'idea è nata perché volevamo accostarci a una società ordinata e organizzato. Certamente, la Lazio nel mondo del calcio è tra le società più solide e meglio organizzate dal punto di vista territoriale, anche se poi sappiamo che non sempre avere i bilanci a posto coincide con la felicità dei tifosi. Bisogna però dare atto al presidente Lotito che da dove ha preso la Lazio a oggi ha fatto un lavoro manageriale straordinario. Per noi la Lazio, ma anche l'Atalanta, erano i riferimenti a cui volevamo accostare il nostro brand. Lo scorso anno gestivamo le trasferte dell'Atalanta, abbiamo dato anche a loro una sponsorizzazione, ma non così importante. La Lazio per noi è fondamentale, perché siamo di Roma e il nostro hub è Fiumicino".

Ci sono stati momenti iconici con il presidente Lotito?

"Lui è un appassionatissimo di aerei e questa sponsorizzazione con una compagnia aerea lo avrà reso felice. È un personaggio incredibile, simpaticissimo, al di là dei suoi rapporti con i tifosi è una persona umanamente disponibile, molto altruista e di una simpatia pazzesca. Ogni incontro con lui è un divertimento assoluto. Personalmente ho anche un ottimo rapporto con Marco Canigiani che è stato l'anima di questa sponsorizzazione. Tutto è nato perché la società che noi usciamo come media relationship è molto legata alla Lazio". 

Dal business alla passione per il calcio e so che lei è un gran tifoso del Milan... il suo cuore come ballerà in questa partita?

"Io quando vedo la Lazio giocare faccio il tifo per lei, sarei contento se arrivasse seconda come due anni fa visto che abbiamo accostato il nostro brand alla Lazio. Però al cuor non si comanda. Sono tifoso del Milan da 50 anni, devo dire che in questo momento non sono molto contento, sono un tifoso abbastanza incazzato, ma stasera tiferò per il Milan". 

Che partita si aspetta? Che Milan è questo?

"Un Milan che ha perso la sua identità, la sua anima. Io ancora non mi faccio una ragione della dipartita di Maldini. Io e lui siamo coetanei, ho iniziato a tifare Milan perché amavo Rivera, dopodiché sono cresciuto con Baresi, Maldini gli olandesi e vederlo trattato così dopo che ha fatto un miracolo, facendoci vincere un campionato senza essere la squadra più forte, è una ferita difficilmente rimarginabile. Purtroppo, abbiamo una società americana, io ho studiato lì e li conosco anche sotto l'aspetto del business, e vi dico che non c'entra niente con il calcio italiano. Pochi sentimenti? Non solo. Non hanno ancora compreso che il calcio non è un business dal grande ritorno economico, si gestisce come ha fatto Berlusconi. Lui ha sicuramente investito molti sodi sul Milan, ma dal Milan ha avuto tantissimo non in termine di ritorno economico, ma soprattutto di immagine. Lui era visto come un grande imprenditore vincente, soprattutto per quello che ha vinto con il Milan. Io il periodo berlusconiano l'ho visto tutto e quando vedi i 28 titoli, tutto il resto sembra davvero poca roba". 

Vuole mandare un messaggio a Lotito in vista di questa partita?

"Penso che sarà una partita importante per entrambi. La Lazio ha fatto una squadra molto forte e ha preso un allenatore bravissimo, quello che ha fatto Baroni l'anno scorso a Verona ha del miracoloso. Gli hanno cambiato la squadra a gennaio e lui è riuscito a salvarsi con una squadra quasi rabberciata; quindi sono convinto che la Lazio quest'anno farà un campionato di altissimo livello, io la vedo tra le prime quattro sicuramente. Noi (il Milan, ndr) siamo un concetto di squadra molto approssimativo, poi nel calcio può succedere di tutto, ma credo che domani sera sarà il presidente Lotito a gioire e io a soffrire, soprattutto pensando alla difesa del Milan".

Cosa si sente di dire all'Italia che vola?

"Vorrei tornare a vivere un Paese dove le persone volano italiano, con le compagnie aeree italiane. Noi abbiamo un ente in Italia, l'ENAC che è davvero un ente serio e un orgoglio per l'Italia avere un ente così preparato in materia di sicurezza e sorveglianza. Mi piacerebbe che il passeggero italiano venisse rieducato a usare le compagnie aeree italiane, qualunque esse siano, non voglio dire Aeroitalia. Mi piacerebbe che si smettesse di volare con compagnie straniere che poi tutti i loro utili li portano fuori dal Paese".

Qual è il sogno nel cassetto di Aeroitalia e del suo amministratore delegato?

"Quello che hanno immaginato i suoi azionisti: una compagnia aerea che si possa imporre sul mercato italiano e diventare un riferimento per gli italiani. Il mio sogno l'ho in parte realizzato, era quello di ridare lavoro a tante persone che lo avevano perso. Questo è il motivo principale per cui ho accettato questa compagnia. Adesso rivedere 400 persone con il sorriso, già è la realizzazione di un sogno". 


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