Lazio, Musacchio 'animale' con sangue italiano: le 5 cose che non sapevate
Fonte: Elena Bravetti - Lalaziosiamonoi.it
Il rinforzo di casa Lazio per il mercato invernale ha il nome di Mateo Musacchio. Argentino, classe '90, l'ormai ex Milan è un vero predestinato: Daniel Passarella, suo tecnico ai tempi del River Plate, lo fa esordire tra i professionisti a 16 anni 3 mesi e 14 giorni. L'énfant prodige rimane per tre stagioni tra i 'Millionarios' - fino al 2009 - per poi essere acquistato dal Villarreal. In Spagna trascorre otto anni, diventando "senatore" della squadra, al punto da offendersi terribilmente di fronte alla decisione del tecnico Marcelino di togliergli la fascia di capitano a una manciata di giorni dai playoff di Champions League contro il Monaco. Musacchio non ci sta e i due litigano, arrivando anche alle mani. Lo spogliatoio si schiera dalla parte del difensore, obbligando di fatto il tecnico alle dimissioni.
SANGUE ITALIANO - Ma il percorso dell'argentino inizia da lontano e precisamente da Rosario, città in cui nasce il 26 agosto di trent'anni fa. Il padre Pablo ha un ruolo di primo piano nella sua trasformazione in calciatore: "Mio padre è stata la persona più importante per la mia carriera sportiva". Argentino doc, nelle sue vene scorre del sangue italiano: di origini albanesi, i nonni materni sono di Portocannone, un comune della provincia di Campobasso. Tutto ciò fa in modo che Mateo ottenga il passaporto italiano, rendendo più agevole il suo passaggio al Milan nel 2017, il primo acquisto portato a termine dal nuovo duo Fassone - Mirabelli. Con lui a Milano c'è anche Irene, la moglie chirurgo che incanta i social con scatti di una bellezza disarmante. Proprio nel corso della parentesi rossonera la coppia compie il grande passo: la famiglia si allarga e nascono due splendidi gemelli, Leon e Mateo.
L'ANIMALE DI GATTUSO - La sua personalità non passa inosservata. Il temperamento esibito in campo con le maglie indossate nel corso della sua carriera gli è valso diversi soprannomi. Primo tra tutti quello di "duro", utilizzato prima del suo approdo in Italia. Arrivato nel Bel Paese ci pensa Gennaro Gattuso a inquadrarlo, traducendo nel miglior modo possibile il nome con cui era solito esser chiamato in Sud America e in Spagna. Per l'attuale tecnico del Napoli Musacchio è l'animale. Non serve altro da aggiungere.
QUESTIONE DI GARRA - La "garra" la mette in campo ma la utilizza anche per superare gli ostacoli che fronteggia nel suo percorso da calciatore. Con la maglia del Villarreal si frattura il perone in uno scontro di gioco fortuito con Diego Castro del Getafe, rimanendo ai box per ben sette mesi (dal 13 aprile 2015 al 30 novembre 2015). L'incubo si ripete da calciatore del Milan, quando si rende inevitabile per lui l'operazione alla caviglia. Intervento che lo terrà lontano dai campi di calcio per cinque mesi: il rientro arriva soltanto lo scorso novembre.
NON DI SOLO CALCIO - Musacchio non ha paura di osare. E non poteva essere altrimenti con degli idoli del calibro di Sergio Ramos, Mascherano e Thiago Silva. Sono loro i profili che il calciatore considera suoi modelli, e che ripete costantemente nelle interviste rilasciate sia in Spagna che in Italia. Ma non di solo calcio vive l'uomo. L'argentino è appassionato di sport acquatici e, appena ne ha la possibilità, sfida le onde con la sua tavola: lo testimoniano gli scatti condivisi con i followers di Instagram che lo ritraggono, spesso e volentieri, in meravigliosi posti di mare. Nel mondo del nuovo acquisto biancoceleste, insomma, non c'è solo spazio per il pallone. Pronta per lui, a dir la verità, una carriera da musicista, messa da parte solamente per inseguire il sogno di diventare un campione sul rettangolo verde. Ora comincia l'ennesima sfida, un nuovo capitolo da vivere nella Capitale e con la maglia della Lazio. I tifosi attendono solo di vederlo in campo: bienvenido Musacchio!
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