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PRIMAVERA - Palombi entra e segna: la Lazio stende l'Avellino e vola a Rimini

di Andrea Centogambe
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it

È ancora festa, è sempre festa. Dopo la Coppa Italia sollevata sotto il cielo di Firenze, anche in terra campana son gioie. Questa volta non cala il poker, la Lazio Primavera, ma porta a casa i tre punti con il minimo scarto. Decide Simone Palombi, subentrato nella ripresa: il suo gol vale la 19esima vittoria in 24 gare. Sale così a quota 61 la truppa capitolina, che prenota un posto per le Final Eight di Rimini con tre giornate d'anticipo. La dedica? A Mirko, come sempre.

FORMAZIONE – Tra infortunati e convocati in prima squadra, Simone Inzaghi deve rinunciare a Strakosha, Guerrieri, Pollace, Minala e Crecco. Tra i pali esordsice così De Angelis, davanti a lui la linea difensiva è composta da Seck, Ilari, Serpieri e Filippini. In mediana si piazzano Silvagni, Elez e Murgia, mentre il trio d'assalto è formato da Lombardi, Tounkara e Fiore.

PRIMO TEMPO – La prima squadra al San Paolo contro il Napoli, la Primavera a San Michele di Serino contro l'Avellino. Sono ottanta i km che separano le giovani aquile dai grandi, 52 i punti di distacco tra i campioni d'Italia in carica e i lupi di mister Luperto. Sei sono invece le reti di Cristiano Lombardi nelle ultime sei partite. Ed è proprio il numero 7 capitolino che parte a spron battuto e sfiora la rete dopo pochi minuti dal fischio d'inizio. Prima un destro che fa la barba alla traversa, poi una conclusione che frutta solo l'illusione del gol. L'Avellino non ci sta a fare lo sparring partner di giornata, dopo i nove gol rimediata al Fersini, i campani tengono testa agli Inzaghi boys. Che al quarto d'ora rischiano di andare sotto per colpa dello scellerato tentativo di gambeta messo in atto da De Angelis: il passaggio dell'estremo difensore è intercettato da Gagliardo che però fallisce clamorosamente l'occasione del vantaggio. Inzaghi sbuffa, si sbraccia e prepara la ramanzina da recitare all'intervallo. Tounkara si danna l'anima, è propositivo, ma da pochi metri sciupa la grande chance. Si conclude a reti inviolate la prima frazione di gioco, la capolista arranca.

SECONDO TEMPO – Si vive di fiammate anche nella ripresa. L'Avellino tenta di ferire la Lazio in contropiede, i capitolini sembrano non voler accelerare. Rizzo crea scompiglio tra la retroguardia laziale, Serpieri lo argina a fatica. Ecco il primo cambio: fuori Silvagni, dentro Palombi. Sarà decisivo. Squadra ospite a trazione anteriore? Sì, ma solo sulla carta. Perché nonostante le quattro punte sul manto erboso, sono i padroni di casa a rendersi più pericolosi. La prova di Rizzo sale d'intensità, al 63' la sua progressione sembra inarrestabile ma si conclude con la disperazione della panchina irpina. Mischia le carte, Inzaghi: lasciano il terreno di gioco Murgia (è il più sostituito della rosa) e Tounkara, spazio a Pace e Steri. Proprio di quest'ultimo è lo spunto che porta al vantaggio biancoceleste: la palla arriva a Fiore che in girata colpisce la traversa prima che Palombi si avventi come un rapace sulla sfera. È l'esultanza scaccia-pensieri. Un minuto dopo solo un miracolo di Diouf impedisce a Fiore di raddoppiare. Al 74' il signor Balice sente qualche parolina da troppo provenire dalla bocca di Tounkara: Mamadou viene espulso e sarà così costretto a saltare la Reggina. E' l'unica nota stonata della mattinata. Tre punti messi in cascina, le Final Eight di Rimini nel mirino. Questa Lazio non è mai sazia. 


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