SPORT & ORTOPEDIA - Professor Lovati e Lalaziosiamonoi.it: alla scoperta della fascite plantare, patologia "dolorosa" e con diverse cause...
Fonte: lalaziosiamonoi.it/Stefano Lovati/MarcoValerio Bava
Quarta puntata della nostra rubrica, Sport&Ortopedia. Questa settimana, il Prof. Stefano Lovati, ci guida alla scoperta di una patologia molto comune, soprattutto in chi fa sport: la fascite plantare. Molti calciatori, per esempio, ne soffrono e anche le persone comuni spesso si trovano a combattere con questa noia. Sovrappeso, caratteristiche del piede, sono alcune delle cause. Insieme al Dottor Lovati, Specialista in ortopedia e traumatologia, Responsabile ortopedico della S.S. Lazio calcio e Responsabile Sport Clinique Paideia, andiamo ad esaminare a fondo cause, sintomi e rimedi di questa patologia.
LA FASCITE PLANTARE
Si tratta di una infiammazione dolorosa della fascia plantare, cordone fibroso teso dal calcagno alla radice delle dita. E' un disturbo molto comune per i runner che può avere cause e sintomi molto diversi. Anche i calciatori ne soffrono soprattutto nei periodi di maggior carico atletico. Si tratta fondamentalmente di una patologia da sovraccarico, che porta spesso a microlacerazioni della fascia longitudinale interna del piede soprattutto alla sua origine dal calcagno. Durante la fase di appoggio nel passo, nella corsa, e nel salto, la fascia plantare viene stirata in maniera significativa, soprattutto nella sua inserzione calcaneare.
Le cause e i fattori di rischio
Caratteristiche anatomiche podaliche come piede cavo o piede pronato, aumento della performance sportiva non supportato da opportuna preparazione, particolari sport che provocano eccessivo stress del calcagno e della fascia (corsa, calcio, tennis, basket), particolare attività lavorativa che impone molte ore in piedi, sovrappeso, calzature inadeguate, esiti di frattura del piede e della caviglia, particolari cure antibiotiche.
La sintomatologia
Il più delle volte colpisce prevalentemente un solo piede, e si manifesta con un dolore acuto soprattutto la mattina quando si comincia a camminare, per poi attenuarsi con il correre delle ore, ma che può tornare dopo lunghi periodi trascorsi in piedi o dopo attività sportiva. il dolore può essere riferito al centro della fascia, altre volte invece è in corrispondenza della sua inserzione sul calcagno. Normalmente si avverte fastidio quando ci si porta in punta di piedi o si cammina sui talloni. A volte il dolore è così intenso da impedire non solo l’attività sportiva ma anche la semplice camminata.
Diagnosi
Fondamentalmente clinica, attraverso una anamnesi del paziente e ad un esame obiettivo del piede. Durante l’esame è importante testare la forza muscolare, i riflessi neurologici, la sensibilità tattile, inoltre sarà utile valutare il coordinamento motorio del passo e dell’equilibrio. Lo specialista potrà richiedere esami strumentali come risonanza magnetica, radiografia del piede, ed ecografia della fascia per valutare eventuali danni strutturali ed escludere patologie associate. La diagnosi differenziale si effettua prevalentemente sulle fratture da stress.
La terapia
Anche se le fasciti plantari non complicate sono solitamente affezioni a risoluzione spontanea, trascurarle può essere deleterio.
1- Ghiaccio, nella prima fase di fastidio per attenuare il dolore e ridurre la carica infiammatoria
2- Riposo, anche nei casi meno eclatanti correre o saltare può essere dannoso, per cui diventa necessario sospendere per alcune settimane l’attività sportiva
3- Stretching, per ridurre lo stress tensivo della fascia. Si deve fare sulla fascia plantare, sul tendine di achille e sui muscoli del polpaccio
4- Plantari e rialzi, efficaci per correggere difetti podalici e “scaricare” la zona di dolore
5- Terapie fisiche, come la tecar, l’ipertermia, il laser e gli ultrasuoni, a volte nei casi resistenti risulta efficace un ciclo di onde d’urto, quest’ultime in grado di aumentare la capillarizzazione del tessuto, e allentare la tensione fasciale
6- Infiltrazioni, personalmente le eseguo, e con buoni risultati con il PRP (fattori di crescita).
7- Fibrolisi, praticata da mani esperte, sono in grado di “rompere” aderenze fibrotiche che tendono a retrarre la fascia.
8- Manovre osteopatiche, per ripristinare un congruo movimento articolare e meccanico del piede.
Quando l’intervento chirurgico
Qualche fascite, soprattutto quelle trascurate, risultano resistenti a qualsiasi terapia, ed è allora che si deve pensare al trattamento chirurgico. Lo scopo è quello di diminuire la tensione della fascia, attraverso un “release” (allentamento), dei fasci che compongono la aponeurosi mediale. Successivamente si dispone per uno scarico articolare del paziente per circa 15 giorni, per poi concedere un carico progressivo. Il ritorno allo sport è stimato dopo circa 90 giorni.
Per ulteriori approfondimenti su problemi di natura ortopedica il Professor Stefano Lovati, vi invita a contattarlo direttamente alla sua email, o visitare il suo sito internet. Cliccate sui rispettivi banner per il link desiderato.
Dottor Stefano Lovati
Specialista in ortopedia e traumatologia
Responsabile ortopedico S.S. Lazio calcio
Responsabile Sport Clinique Paideia