SPORT & ORTOPEDIA - Prof. Stefano Lovati & Lalaziosiamonoi.it da oggi insieme: il sottile confine fra stiramento e contrattura
Fonte: lalaziosiamnoi.it/Stefano Lovati/Alessandro Zappulla
Lalaziosiamonoi.it e il calcio, la medicina e la Lazio, tutto strettamente collegato, tutto unito insieme da una rubrica, che funge da sottile anello di congiunzione. Stefano Lovati, il Professor Stefano Lovati: Specialista in ortopedia e traumatologia, Responsabile ortopedico della S.S. Lazio calcio, nonché Responsabile Sport Clinique Paideia, sarà per noi e per i nostri lettori il trait d’union che legherà in maniera perfetta tutte queste componenti. Parte da qui infatti, un percorso studiato nel dettaglio con il Professor Lovati, finalizzato a diffondere maggior conoscenza sulle più comuni patologie ortopediche e sportive. La rubrica intitolata “Sport & Ortopedia” si candida a diventare un punto di riferimento importante per il mondo web biancoceleste (e non). L'utente de Lalaziosiamonoi.it, che spesso è tifoso e ovviamente appassionato di calcio, potrà settimanalmente, attraverso le tematiche affrontate dal Professor Lovati, ottenere chiarimenti sulle varie patologia descritte, sui sintomi, la diagnosi, e i cenni terapici da adottare. Ci si potrà avvalere di una sezione, dove poter formulare i propri quesiti ed ottenere opportune risposte. Inoltre, con l’ausilio di un link di riferimento è possibile approfondire le tematiche affrontate, anche in maniera del tutto personalizzata.
La tematica scelta questa settimana fa riferimento ai possibili traumi muscolari che lo sportivo potrebbe subire nello svolgere un’attività sportiva. Nello sport le lesioni muscolari sono eventi traumatici riscontrabili di frequente. Nella pratica sportiva i requisiti che il muscolo deve posseder sono qualità di forza, resistenza, ed elasticità.
Le cause più frequenti di lesioni dipendono da eccessivo affaticamento, squilibri ed eccessive tensioni muscolari, una inadeguata preparazione atletica, scarsa coordinazione meccanica, patologie o traumi che hanno tenuto lontano dalla attività fisica l’atleta, fattori climatici, terreni di gioco, stress e tensioni emotive.
La classificazione più seguita, distingue lesioni muscolari da trauma diretto e indiretto. I primi sono dovuti a contusioni, i più frequenti traumi indiretti, avvengono invece per allungamento delle fibre muscolari, e sono didatticamente distinte in lesioni di 1°, 2°, 3° grado a seconda del grado di interessamento delle fibre lesionate, e da una eventuale implicazione di origine vascolare (ematoma post lesione).
La tanto citata contrattura muscolare, così frequente in ambito ortopedico sportivo, rappresenta una situazione di apprensione clinica, identificata come condizione predisponente ad una possibile lesione, una sorta di campanello d’allarme, che agli esami strumentali viene visualizzata con un edema ossia una formazione di liquido nel contesto o nelle immediate vicinanze del muscolo interessato senza interessamento delle fibre.
È importante sottolineare che, sul piano clinico, il confine tra stiramento, contrattura, e strappo muscolare di 1° grado, è molto sfumato, specialmente in fase precoce, quando un eventuale stravaso ematico può non risultare ancora evidente.
Quali sono i gruppi muscolari maggiormente soggetti a lesioni?
Dipende ovviamente dallo sport praticato, nel calcio, sono i gruppi muscolari della catena posteriore come il bicipite femorale, il semimembranoso, e i gemelli del polpaccio. Esiste in verità un altro muscolo, l’ileopsoas che origina posteriore e si inserisce anteriore, ad essere spesso interessato.
Quale è la sintomatologia post trauma?
A seconda del grado di intensità del trauma e del danno muscolare avremo dei sintomi diversi. Nella contrattura, si avverte spesso una alterazione del tono muscolare mal localizzato, senza dolore acuto. In questa fase non si rilevano alterazioni anatomiche ne interruzioni di fibre. Nello stiramento, il dolore in questo caso acuto e ben localizzato, comporta una impotenza funzionale per cui l’atleta è costretto ad interrompere l’attività. A questo livello, solo dopo esami diagnostici strumentali è possibile classificare una lesione di 1° o 2° grado. Nello strappo (spesso classificato come lesione di 3° grado), il dolore è violento, ed è attribuibile alla lacerazione di un contingente più o meno importante di fibre muscolari. Più fibre muscolari si rompono, maggiore è lo stravaso ematico (ematoma).
Quale terapia nell’immediato?
E’ fondamentale contenere lo spandimento emorragico proveniente dalla lesione delle fibre muscolari, pertanto si applica una compressiva di ghiaccio per almeno 20/30 minuti. Questa accortezza è di estrema importanza in quanto la formazione di ematomi ritarda il processo di guarigione. Dopo la doccia, all’atleta viene nuovamente applicato un trattamento con ghiaccio. Si possono utilizzare antinfiammatori orali, bandite le pomate e le terapie termiche per almeno 48 ore.
La diagnosi?
Fondamentale è l’esame clinico dello specialista, poi ci si avvale di una diagnostica strumentale per completare il quadro. Risonanza magnetica ed ecografia rappresentano esami sensibili e specifici per inquadrare la patologia muscolare. E’ consigliabile effettuare questi esami a distanza di almeno 48 ore dal trauma per avere una visione più precisa e dettagliata.
La terapia successiva?
Superata la fase acuta, si mettono in atto le procedure e i protocolli fisioterapici che saranno diversi da caso a caso a seconda della gravità. Tecar, ipertermia, ultrasuoni, laser, onde elettromagnetiche, rappresentano i macchinari di maggior impiego. Aspetto di estrema importanza è quella di evitare o perlomeno ridurre la risposta fibrotica riparativa della lesione, una eventuale cicatrizzazione delle lesione condurrebbe ad una limitazione della elasticità muscolare rappresentando di fatto un fattore di recidiva. Per questo è importante potersi avvalere di validi fisiomassoterapisti che manualmente “lavorando” sul muscolo, limitano il rischio di fastidiose ricadute.
Ripresa allo sport. Quando?
Quando si lavora in top team, le pressioni per far rientrare il prima possibile un giocatore sono notevoli. Prima di rimettere un giocatore in campo effettuiamo dei test fisici atletici per valutare la risposta muscolare alle sollecitazioni. La ripresa allo sport deve comunque avvenire in presenza di un quadro clinico e strumentale confortante, così come il tono muscolare deve aver recuperato in maniera soddisfacente dopo un periodo di convalescenza. Anche le sensazioni riferite dall’atleta rappresentano un momento estremamente importante per la completa ripresa.
Prevenzione nel calcio e le “famose” vasche con ghiaccio?
Un muscolo deve esprimere forza, resistenza, ed elasticità. Un tessuto muscolare particolarmente sviluppato non è necessariamente espressione di forza. Un muscolo deve esprimere forza, ma nello stesso momento elasticità e coordinamento motorio. Nelle società professionistiche la preparazione atletica rappresenta il punto di partenza nella prevenzione degli infortuni muscolari, si lavora sul rafforzamento selettivo muscolare, sulla fluidità del gesto atletico, sulla propriocettività neuromotoria, sullo stretching soprattutto dei muscoli della catena muscolare posteriore, sull’aumento della ossigenazione dei tessuti. Si cerca inoltre di correggere squilibri di origine posturale, di origine meccanica, di origine biochimica, anche l’alimentazione riveste un ruolo molto importante con un giusto equilibrio di carboidrati, zuccheri, grassi, e liquidi. Anche il riscaldamento prima dell’attività è molto importante; ricordo che un muscolo a riposo ha una temperatura di circa 37 gradi, ma la massima efficienza la raggiunge intorno ai 38. Inoltre il muscolo ha anche bisogno di recuperare, per cui anche giornate di “scarico”, sono le benvenute. La crioterapia polidistrettuale (le famose vasche di ghiaccio), è una metodica ampiamente utilizzata nello sport, che nel calcio trova applicazione soprattutto per gli arti inferiori. Il freddo ha un potere analgesico ed antinfiammatorio sui tessuti, inducendo una vasocostrizione, e inibendo la formazione di sostanze infiammatorie come l’istamina, inoltre rallenta l’attività metabolica dei tessuti, limitando il consumo di ossigeno. Ha un effetto antispastico e miorilassante in quanto tende ad anestetizzare le terminazioni nervose.
Per ulteriori approfondimenti su problemi di natura ortopedica il Professor Stefano Lovati, vi invita a contattarlo direttamente alla sua email, o visitare il suo sito internet. Cliccate sui rispettivi banner per il link desiderato.
Dottor Stefano Lovati
Specialista in ortopedia e traumatologia
Responsabile ortopedico S.S. Lazio calcio
Responsabile Sport Clinique Paideia