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SPORT & ORTOPEDIA - Prof. Lovati e Lalaziosiamonoi.it: l'ernia del disco lombosacrale, il cambio Buffon-Marchetti al Mondiale 2010...

di Stefano Fiori
Fonte: Lalaziosiamonoi.it/Stefano Lovati/Stefano Fiori

Nuovo e decimo appuntamento con la nostra rubrica "Sport&Ortopedia", curata dal Prof. Stefano Lovati, Responsabile ortopedico della S.S. Lazio calcio e Responsabile Sport Clinique Paideia. La scorsa settimana ci eravamo lasciati trattando la pubalgia. Questa settimana la lente d'ingrandimento si focalizza su un'altra patologia comune anche alle persone che non praticano sport a livello professionistico: l'ernia del disco lombosacrale. Proprio a causa di una piccola ernietta, nel 2010 il numero uno della Nazionale italiana, Gianluigi Buffon, fu costretto ad abbandonare i Mondiali sudafricani dopo appena i primi 45 minuti della gara con il Paraguay, lasciando spazio all'attuale portiere della Lazio Federico Marchetti. Come di consueto, andremo a indagare sulla natura dell'ernia lombosacrale, sulle cause per cui si manifesta e sui rimedi per curarla. Vi ricordiamo che, per voi utenti de Lalaziosiamonoi.it, è possibile formulare i vostri quesiti ed ottenere opportune risposte. Inoltre, con l’ausilio di un link di riferimento, potrete approfondire le tematiche affrontate, anche in maniera del tutto personalizzata.

L'ERNIA DEL DISCO LOMBOSACRALE

Tra una vertebra e l'altra della colonna vertebrale vi è il disco intervertebrale, una sorta di ammortizzatore, costituito da una parte esterna, a forma di anello, detta "anello fibroso", e da una parte interna, di consistenza molle, costituita per il 90% di acqua, detta "nucleo polposo". La funzione del disco è quella di armonizzare e distribuire le forze che sollecitano la colonna, sia in compressione, sia in rotazione , sia in flesso estensione. Se tali sollecitazioni sono troppo intense oppure il disco è degenerato, può accadere che l'anello esterno fibroso si "sfianchi", deformandosi sotto la spinta del nucleo polposo, (ernia contenuta, o protrusione), o si rompa, facendo fuoriuscire il nucleo polposo, (ernia espulsa). L'ernia discale può verificarsi in qualunque tratto della colonna vertebrale, ma la sua frequenza è nettamente prevalente nel tratto lombare, seguita a notevole distanza dal tratto cervicale; l'ernia dorsale è rara. A livello lombare gli spazi tra le vertebre L4-L5 e L5-S1, sono quelli maggiormente soggetti a sviluppare una erniazione discale. Anche negli sportivi di livello, è frequente osservare erniazioni o protrusioni discali più o meno limitanti.

Cause principali
Il più delle volte è di origine idiopatica, ossia senza una reale causa scatenante, a volte invece sono degli sforzi eccessivi o movimenti sbagliati, su una condizione di pregressa degenerazione del tessuto discale. Inoltre vi è maggiore incidenza nei fumatori, nei soggetti sovrappeso, e chi utilizza per molto tempo mezzi motorizzati.

Sintomatologia
Lo spostamento del materiale discale può avvenire al centro o, più comunemente, lateralmente. Le ernie del disco laterali sono una causa frequente della sciatica con dolore alla gamba. Questo dolore è dovuto al fatto che il tessuto erniato, può venire a contatto con una o più radici del nervo sciatico o del nervo femorale, determinando una irritazione nevralgica rispettivamente chiamate lombosciatalgia e lombocruralgia. Il dolore, è normalmente descritto come localizzato alla natica che si diffonde lungo la parte posteriore della coscia (anteriore se irritato il nervo femorale), ed alcune volte all’esterno del polpaccio. L’irradiazione del dolore può variare e dipende da quale disco è colpito; spesso comincia come un semplice dolore di schiena, o un modesto fastidio al gluteo, che raggiunge successivamente l’arto interessato,  presente a riposo anche di notte, peggiora con lo stare seduto, e nei casi avanzati ci può essere anche una diminuzione della forza e un deficit dei riflessi. Quasi sempre si assiste ad una alterazione della sensibilità tattile e sensitiva (parestesia). Nelle ernie altamente compressive espulse o migrate, Il dolore può raggiungere livelli insopportabili con una impotenza funzionale e motoria pressochè completa (ernia paralizzante).

Differenza tra protrusione discale ed ernia
Nella protrusione discale, l’anello fibroso è deformato, le fibre sono distese ma non interrotte e il nucleo polposo protrude nel canale vertebrale ma il disco è ancora contenuto nell’anello fibroso, nell’ernia discale invece, l’anello fibroso si rompe sotto la spinta del nucleo polposo che fuoriesce. La protrusione discale è una condizione patologica comune alla maggioranza delle persone che ha superato i 50 anni, il più delle volte non determina alcuna sintomatologia, e rimane tale senza trasformarsi in ernia.

Diagnosi
Come sempre, un’anamnesi accurata del paziente e un esame clinico sono i primi passi per una corretta impostazione diagnostica. Lo specialista dovrà valutare la forza muscolare, la reattività dei riflessi rotuleo ed achilleo, le sensazioni riferite dal paziente di zone con riduzione della sensibilità, e dovrà far eseguire al paziente specifici movimenti articolari liberi e contro resistenza. Per quanto riguarda gli esami strumentali la radiografia del rachide lombare può essere utile sia per escludere patologie ossee che possono simulare il dolore da ernia discale, sia per valutare le artropatie ed osteopatie associate. la RMN con o senza mezzo di contrasto rappresenta l’accertamento più sensibile alla individuazione di una possibile ernia discale. Utile anche l’esame elettro miografico per verificare la conduzione elettrica del nervo in esame.

Quale terapia?
A differenza di altre patologie, il riposo assoluto a letto per lunghi periodi non giova, anzi molte persone riferiscono l’accentuarsi della sintomatologia dolorosa. La terapia conservativa trova applicazione in quelle ernie non particolarmente compressive ne espulse ne migrate. In generale, il trattamento include manovre, manipolazioni e mobilizzazioni per ridurre la pressione sulla radice del nervo da parte di osteopati e posturologi di accertata esperienza. Nello specifico la ginnastica posturale può essere utile per cercare di impedire le recidive, con l’insegnamento appropriato della meccanica del corpo e con gli esercizi di rafforzamento della muscolatura spinale. In determinati casi, trovano applicazione con buoni risultati l’ozonoterapia e il trattamento con agopuntura. Il trattamento chirurgico è riservato  ai pazienti che presentano i segni e i sintomi che richiedono decompressione urgente e a quelli che hanno fallito la gestione prudente dopo una ragionevole quantità di tempo.  La chirurgia dell’ernia discale può essere definita come mininvasiva poiché si attua con l’ausilio del microscopio operatore che permette al chirurgo di essere meno “invasivo” rispettando le strutture nervose ed essendo meno “demolitivo” rispetto alle strutture ossee e legamentose.

Per ulteriori approfondimenti su problemi di natura ortopedica, il Professor Stefano Lovati vi invita a contattarlo direttamente alla sua email, o a visitare il suo sito internet. Cliccate sui rispettivi banner per il link desiderato.

 

 

 

 

Dottor Stefano Lovati
Specialista in ortopedia e traumatologia
Responsabile ortopedico  S.S. Lazio calcio
Responsabile Sport Clinique Paideia


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