LLSV Ritiro, Ep. 10 - Simone ha convertito i suoi genitori alla Lazio: tutta colpa di Immobile...
Fonte: Annalisa Cesaretti e Francesco Mattogno - Lalaziosiamonoi.it
Eppure l'identikit è sempre stato questo: famiglia romana e quindi tifosa della Lazio da generazioni, accento di conseguenza romano, indole guerriera di chi deve vivere un derby tutti i giorni all'ombra del Colosseo. Eppure, dicevamo, ad Auronzo di Cadore si sta riscoprendo una proliferazione di laziali tutta nuova. Sarà una coincidenza, o sarà che il biancoceleste è il colore del cielo sia a Roma che in provincia di Treviso, come in questo caso, e che quindi – prima o poi – non innamorarsene è impossibile. Fatto sta che la passione di Simone per la Lazio ha superato ogni barriera geografica, o parentale. Questo bambino di 7 anni è arrivato domenica per la prima volta ad Auronzo. Ha convertito i suoi genitori, che non avevano alcun legame con il mondo del calcio. Nessuna simpatia particolare, tantomeno nessuna trasferta di decine di km per seguire una squadra in ritiro da poter sfoggiare nel curriculum. Ma Simone li ha presi per mano, trascinandoli da Vittorio Veneto alle pendici delle Dolomiti. Tutta “colpa” di qualche figurina.
DALLA CARTA...AL TESSUTO - “Sfogliando l'album delle figurine, mi sono subito interessato alla Lazio” - dice Simone - “e sono rimasto colpito dai suoi giocatori. Me ne piacciono tanti, ma il mio preferito è Immobile!”. Vista la giovane (giovanissima) età, la sua storia familiare e la provenienza, però, Simone vuole darci una prova tangibile della sua passione: la maglia che ha indosso. È proprio la numero 17 di Ciro, quella celeste della stagione 2017/18 con la quale il bomber napoletano ha siglato 40 gol: “Questa è la conferma che tifo Lazio da almeno 2 anni” - ma non basta - “qui (nella parte davanti della maglietta n.d.r.) ho l'autografo di Correa, dietro quello di Immobile di fianco al suo nome!”.
LAZIO-TRIESTINA - È la sua prima partita allo stadio, che sia lo “Zandegiacomo” e non l'Olimpico poco importa. Ma Simone non fa trasparire eccessive emozioni, sa già che quella di domenica non è che la prima tappa della sua vita da tifoso: “Quest'anno andremo a Udine!” - dice con entusiasmo, e mamma Sandra conferma - “Sì, è la partita più vicina a casa, intanto andremo lì”. E per andare a Roma, quella che per i tifosi come lui è una vera e propria trasferta distante diverse ore, ci sarà tempo. D'altronde, questo amore per la Lazio sembra essere davvero marchiato dal destino. Il primo gol della sua prima partita dal vivo l'ha segnato proprio il suo idolo, Ciro Immobile, ma non è finita qui. Il mister Simone Inzaghi, suo omonimo, ha un fratello più grande: Pippo. Così come Filippo è il nome di suo fratello più grande. Destino. A quasi 600 km di distanza, la squadra più antica di Roma può dire di avere un sostenitore in più: della nuova generazione di tifosi fuori porta, fa parte anche Simone di Vittorio Veneto.
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