Primavera, è una Lazio storica: talenti in ascesa e una stagione indimenticabile
La Lazio Primavera chiude la stagione ad un passo dal sogno scudetto, con la sconfitta contro la Roma nel derby in semifinale play-off. Un percorso bellissimo, una cavalcata incredibile, con la squadra di Sanderra che ha fatto tanto di più di quanto ci si sarebbe mai aspettato. I biancocelesti hanno iniziato l'annata da neopromossi, con la salvezza come primo obiettivo dichiarato. Partita dopo partita però, è emersa una nuova consapevolezza: la Lazio poteva decisamente ambire a mete più lussuose.
Non è stato certo facile lottare su tre fronti: campionato, Coppa Italia e Youth League succhiano via energie massicce. Giocare ogni tre giorni non è facile né per i grandi, né per i "piccoli" che, come lo stesso mister Sanderra ha sempre sottolineato, "si sono sempre messi a disposizione, allenandosi duramente". E in effetti il tecnico ha potuto contare su una rosa completa, compatta in campo e fuori, camaleontica all'occorrenza ma con i propri pilastri fissi su cui poggiarsi.
DIFESA - Renzetti e Magro hanno vissuto una staffetta continua, l'uno senza mai oscurare l'altro: insieme hanno collezionato ben 15 clean sheet in stagione. Davanti a loro una difesa di ferro: formidabile il duo Dutu - Ruggeri, ormai coppia solida dall'intesa straordinaria. E chissà quale sarà il futuro del capitano: il classe 2004, ormai fuoriquota, potrebbe partire presto per accumulare esperienza. Fondamentali anche gli strappi dei terzini come Bedini e Milani (quest'ultimo efficacissimo sia in fase difensiva che offensiva), frecce capaci di schizzare sulla fascia e far salire la squadra. Una menzione speciale va a Bordon, vero e proprio jolly tra difesa e centrocampo, pedina di congiunzione tra i due reparti, capace di trasformarsi e adattarsi secondo esigenze della squadra.
CENTROCAMPO - Cosa ha reso le sfide giocate dalla Lazio ancora più divertenti e interessanti? I duelli a centrocampo. Tecnica, fisico, mente, tutto ciò che una linea mediana dovrebbe avere, quella di Sanderra ce l'ha e i nomi sono di altissimo livello. Di Tommaso è una certezza, il classico centrocampista che non riesci a buttare giù neanche se hai una stazza da giocatore di rugby. Quattro gol e un assist per lui in 42 presenze stagionali, onnipresente. Che dire di Napolitano? Tanto sacrificio e tanta cattiveria, uniti a quel pizzico di esperienza che ormai ha maturato vestendo la maglia biancoceleste. Nell'ultimo periodo Sanderra lo ha inserito spesso a gara in corso, un innesto fresco dalla panchina, di livello decisamente alto.
LA STELLA - Per Sardo c'è bisogno di un paragrafo a parte. "J" Sardo, come lo chiamano a Formello, è forse l'elemento più di spicco della rosa di Sanderra. Ha iniziato la stagione alle prese con un'infortunio, poi da novembre (tranne una gara in cui ha scontato una squalifica) non è mai più mancato. Otto gol in stagione, l'ultimo una chicca dolcissima proprio nel derby contro la Roma al Viola Park. Il talento è evidente, ma oltre ad una capacità con i piedi è ancor più lampante un'intelligenza calcistica superiore alla media. "Sardo è un giocatore veramente di prospettiva, un giocatore interessante", ha detto Sanderra. Cos'altro aggiungere? Menomale per la Lazio che ha smesso di giocare a basket per dedicarsi al calcio.
ATTACCO - Non sempre sono i numeri a descrivere un attacco. I biancocelesti, contando solo la regular season, hanno all'attivo "solo" 45 reti siglate (da tener conto anche dei lunghi infortuni di Balde, Diego Gonzalez e D'Agostini), un bottino non eccellente anche guardando le qualità dei singoli. Sana Fernandes è la pedina più sotto i riflettori: nell'uno contro uno è complicato se non impossibile da fermare, tanto che le avversarie (la Roma su tutte) gli hanno sempre messo 2/3 giocatori addosso pur di non farlo passare. Forse gli è mancato il gol in qualche partita di troppo, ma in fatto di assist nessuno è come lui in rosa. Altra staffetta in campo è stata quella tra Sulejmani e D'agostini, le cui qualità spiccano soprattutto nei lanci in profondità. Fanno del loro fisico e della loro altezza la qualità in più per battere il portiere con pennellate di testa, valse il più delle volte gol pesantissimi.
RIVELAZIONE - Sorpresa sul finale: Kone è una bellissima scoperta. Arrivato nella sessione di mercato invernale insieme a Di Gianni, altro innesto d'attacco, ha avuto più spazio soprattutto nelle ultime giornate. Il lavoro settimanale in allenamento avrà convinto fortemente Sanderra, perché quella maglia da titolare poi non se l'è più tolta di dosso. Primo gol contro l'Atalanta, due addirittura contro l'Inter, con il secondo che ha portato la vittoria all'ultimo minuto. Ha aperto le danze anche nel derby di semifinale. La Lazio ha una certezza in più lì davanti per la prossima stagione.
GUIDA - "Ho trovato ragazzi disposti a capire e interiorizzare la nostra filosofia, cioè valorizzare il lato umano, fare gruppo e l'hanno fatto in maniera splendida. Siamo orgogliosi e fieri", ha detto Sanderra al termine della stracittadina. Silenzioso, riflessivo, caratteristiche grazie al quale ha tirato fuori da queste giovani promesse esattamente ciò che voleva: un applauso anche a lui, per aver ereditato una situazione difficile e averla ogni giorno migliorata. Ottantuno partite per lui sulla panchina della Lazio, un lavoro svolto egregiamente sia sotto l'aspetto tecnico che mentale. Probabilmente la guida migliore che dei ragazzi di 18 anni, carichi di sogni e ambizioni, possano avere.
La stagione si chiude (e si apre) con le parole del Capitano: "Abbiamo lasciato un'impronta importante nella storia. Ora la Lazio può ambire a grandi cose". Adesso del tempo meritato per riposarsi, poi al lavoro per replicare l'impresa e ambire a quello scudetto che si può e si deve conquistare.