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PRIMAVERA - Capitan Silvagni: "Crotone da non sottovalutare. La finale con la Roma? Ci aspetteranno col coltello fra i denti"

di Claudio Cianci
Fonte: Claudio Cianci - Lalaziosiamonoi.it

La Lazio di mister Inzaghi si prepara ad affrontare il Crotone dopo i tre gol rifilati alla Roma nella scorsa giornata. In attesa della storica finale di Coppa Italia contro i rivali giallorossi, le baby aquile dovranno lavorare duramente per agguantare le Final Eight. Il capitano della Primavera, Lorenzo Silvagni, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 dove ha rilasciato le sue sensazioni sulla semifinale andata in scena ieri fra Lazio e Napoli e sul prossimo impegno contro il Crotone.

Hai visto la semifinale ieri?

"La stagione sta andando bene, la Lazio ieri ha giocato bene, ma poteva andare meglio. Questa è una squadra che può giocare benissimo sia in casa che in trasferta. I giocatori del Napoli sono stati molto bravi a fare i furbi, se la Lazio avesse fatto quel qualcosa in più avrebbe potuto vincere".

Cosa ne pensi dell’esperienza di Cataldi?

"Danilo sta facendo un’esperienza bellissima. Aveva un po’ d’ansia prima della partita di ieri, non riusciva dormire. Mi ha confidato che con Pioli si sta trovando bene, che sta migliorando. Ieri lui e Keita hanno fatto un grande partita".

Anche voi però, a giro, vi allenate con la prima squadra…

"Dopo la sfida con la Juve, ho fatto due settimane di allenamento fisso con la prima squadra. Però loro hanno un altro ritmo, l’ho notato appena abbiamo incominciato con il torello: stavo sempre nel mezzo. Poi c’era Danilo, che si allenava con me due anni prima. E’ bellissimo potersi allenare con gente come Klose".

Ora al Fersini arriva il Crotone…

"Non dobbiamo sottovalutare questa partita, ora per raggiungere le Final Eight bisogna cercare di vincerle tutte. Il Crotone è una delle tante squadre che vogliono fare bene contro di noi. Dobbiamo giocare queste gare come se fosse una finale"

Le tue sensazioni sul derby?

"All’inizio della partita c’è stata un po’ di confusione fuori dal campo, forse qualche laziale c’è finito di mezzo. Questo lo abbiamo preso come stimolo in più, e li abbiamo battuti 3-0. Ho ancora i segni dell’esultanza sotto la recinzione, sono andato lì sotto con i compagni e mi sono ferito (ride, ndr). Questa non è la Roma che ci aspettavamo, sappiamo che in Coppa Italia sarà diverso. In finale ci aspetteranno con il coltello fra i denti"

La finale contro la Roma l’avreste preferita a gara secca invece di dover disputare andata e ritorno?

"Abbiamo dimostrato che possiamo giocare in ogni ambito: sia in gara secca che in una sfida andata e ritorno. Lo abbiamo dimostrato con la Juve ad Ivrea. Il derby già giocarlo una sola volta è tosto, figuriamoci due. Però cercheremo di fare la gara, combattendo fino alla fine. Un gol in Coppa Italia non lo avevo mai fatto in tre anni, la Juve è stata brava ad affrontarci con il piglio giusto, ci hanno segnato al primo errore. Però poi siamo stati concentrati ed è arrivato il gol".

Che gruppo siete?

"Siamo un gruppo vivace, molto affiatato. A volte capita di discutere, ma al termine dell’allenamento amici più di prima. Io cerco di ripagare la fiducia concessami dal mister con le mie armi migliori, sperando di farlo al meglio".

Cosa ricordi della semifinale di Coppa contro la Juve?

"Quella è stata una giornata strana, la mattina dissi a Pollace che avrei segnato, anche il preparatore atletico mi disse che se mi fossi impegnato avrei sicuramente fatto gol".

Hai giocato con un numero di maglia a te molto caro quel giorno...

"Ci ho pensato, ma non troppo. Perché magari poi mi sarei bloccato, però c’è un'immagine che mi ritrae mentre gioco con il numero 2. In cielo ancora ci gioca il mio migliore amico che è Mirko (Fersini, ndr)"

Praticamente tu hai giocato in qualsiasi ruolo, forse ti manca il portiere…

"Il portiere ti dirò, l’ho fatto anche negli Allievi Regionali. Il secondo portiere non aveva i documenti e mi è stato detto di prendere il suo ruolo. Nel calcio se ti impegni puoi fare tutto. Giocare nell' undici titolare è l’unica cosa che conta".

Ormai manca la finale contro la Roma…

"Abbiamo vissuto delle esperienze l’anno scorso che vogliamo ripetere. Giocare la semifinale con l’Inter, fargli tre gol fuori casa e quattro in casa. Andare in finale contro la Fiorentina e fare anche a loro tre reti all’andata e quattro al ritorno è stato unico. Poi alzare la coppa al Franchi è stata una soddisfazione immensa".

Abbiamo visto una foto in cui ci sei tu con un cappello con un frase scritta sopra…

"Era il secondo anno di Lazio, il mister ci regalò questi cappellini con scritto la frase che ci rappresentava: io mi lamentavo spesso che non mi passavano la palla, ma in realtà di palloni me ne arrivavano tanti. Per questo il mister mi regalò questo cappello con su scritto ‘Non mi passano mai la palla’".

Quanto è presente la famiglia nel tuo mondo?

"C’è mio papà che mi segue sempre, mi chiama parecchie volte al giorno. Mi dice di darci dentro durante l’allenamento. A volte magari mi stufo delle sue attenzioni, ma poi mi rendo conto che mi dà la carica, voglio continuare ad ascoltare le sue telefonate fino all’infinito".

Cosa ricordi del primo memorial dedicato al tuo amico Mirko Fersini?

"C’era tanta gente, in un’intervista rilasciata dopo la finale di Coppa Italia, chiedevo ai tifosi di venire numerosi a questo primo memorial. Mi ha fatto piacere tutta quella gente che è venuta per ricordare Mirko…"

Avete sempre tanti tifosi che vi seguono…

"Quando giochiamo a Formello non possiamo dire niente ai nostri tifosi, ci seguono sempre in tanti. Ci scrivono anche sui social e ci incoraggiano. Non ci lasciate mai soli, siamo contenti di tutto questo affetto. Li invito a venire sabato 7 contro il Crotone alle 11".

Dopo gli allenamenti e le partite cosa fai?

"Sto con la mia ragazza o al bar con gli amici: tante partite a biliardino. Saluto i tifosi della Lazio e li invito nuovamente a venirci a vedere alle 11 contro il Crotone, mancano poche partite prima della fine del campionato e abbiamo bisogno di voi".


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