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Pioli-Juve, sfida amarcord. Quando il Trap disse: "Vai Stefano, entri tu!"

di Stefano Fiori
Fonte: Stefano Fiori - Lalaziosiamonoi.it
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Passano più o meno trent'anni, ti ritrovi ad affrontare il passato da secondo in classifica. A sfidare quella che, sì, sarà anche la capolista. Ma la squadra che gioca il miglior calcio in Italia, non ci sono dubbi, è la tua. E' con lei che oggi sogni la Champions, la stessa che - quando si chiamava ancora Coppa dei Campioni - hai assaporato e vinto da giocatore. Non avrà groppi in gola, Stefano Pioli, quando sabato si troverà di fronte la Juventus. Ma un pensiero dolce agli anni '80, alle tre stagioni in maglia bianconera, il tecnico della Lazio se lo concederà sicuramente. Non c'era ancora lo Juventus Stadium, quando l'attuale mister biancoceleste esordì con la Vecchia Signora. Come ricorda oggi il Corriere dello Sport, fu Trapattoni a spedirlo in campo la calda sera del 22 agosto 1984. Al Comunale si giocano i primi turni di Coppa Italia, la Juve sta regolando 5-0 il Palermo (all'epoca in Serie C1). Il Trap si gira verso la panchina: "Vai Stefano, entri tu!". Esce Favero, dentro Pioli. Non aveva ancora 19 anni, il club degli Agnelli lo aveva soffiato all'Inter quando il suo agente era già in viaggio verso Milano: offerta migliore, si va a Torino. Il debutto in Serie A è datato invece 16 settembre 1984, 0-0 in casa del Como. Il 26 aprile 1987, la sua ultima partita giocata con la Juve: un derby col Toro finito 1-1. Nei tre anni all'ombra della Mole, tocca con mano il significato della parola vittoria: uno scudetto, una Coppa dei Campioni (nella tragica sera dell'Heysel) e una Coppa Intercontinentale. Tokyo, 8 dicembre 1985: Argentinos Juniors, gli avversari da battere. Era la Juve di Platini, Cabrini, Serena. E di Scirea, che fu sostituito proprio da Pioli. Dopo il 2-2 dei tempi regolamentari, i bianconeri vincono ai rigori. E' l'apice della storia del giovane difensore di Parma con la squadra più scudettata d'Italia. Poi sarà Verona, Fiorentina e così via. Fino a passare dal campo alla panchina. Fino a guidare la Lazio, la squadra che oggi incanta il Bel Paese. E che non vuole smettere neanche sabato, al cospetto della prima della classe. Pioli ci crede, vuole vincere contro il suo passato. Senza rancori, solo ambizione.


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