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Motta e Baroni nel segno di Messi e Maradona: l'Argentina li unisce

di Simone Locusta

RASSEGNA STAMPA - Senza toccare la teoria dei sei gradi di separazione, questa sera Torino sarà un po' più argentina. Come riporta la Gazzetta dello Sport, a unire i due mister, Motta e Baroni, c'è un filo tutto albiceleste che passa dai due giocatori più forti della storia. Thiago Motta e la sua Barcellona a inizio carriera, Baroni con quello scudetto sotto il Vesuvio all'apice della carriera. Il primo ha visto nascere il talento di Lionel Messi, il secondo ha condiviso il campo con Diego Armando Maradona. L'allenatore juventino aveva 22 anni nel 2005 quando la pulce esordiva a 17, ma condivisero solo 23 partite insieme (10 da titolari) in maglia blaugrana. Mentre un giovane spagnolo si apprestava ad andarsene, un giovane argentino si conquistava la scena fino a diventare uno dei più forti di tutti i tempi. In questa piccolissima lista c'è un altro nome, anch'esso argentino. Era il 1990 quando Marco Baroni, attuale allenatore della Lazio, vinceva lo scudetto insieme a Maradona. Può sembrare strano che un ex difensore come lui sia diventato un tecnico dai dettami offensivi, chissà che non ci sia un po' di spregiudicatezza del 'Pibe de Oro' dietro. Perché se giochi accanto al diez argentino, il calcio diventa tutta un'altra cosa rispetto a prima. Destini incrociati quelli di Baroni, Maradona e la Lazio: "El Cabezon", così lo chiamava Maradona per la sua abilità nel gioco aereo, proprio contro i biancocelesti segnò il gol del definitivo 1-0 nel 1990. Fu quel Napoli - Lazio, all'ultima gara di campionato, a decretare la matematica vittoria del campionato di Baroni, Diego e compagni. Chi fece l'assist? Proprio Maradona, chi se non lui.


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