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Miro e Dusan Mihajlovic raccontano Sinisa: "Ci ha trasmesso dei valori per la vita"

di Andrea Castellano

RASSEGNA STAMPA - Domani, 16 dicembre, saranno due anni dalla scomparsa di Sinisa Mihajlovic. "Papà era tanta roba, imponente, buonissimo e non solo come genitore", esordisce così Miro Mihajlovic (24 anni) ai taccuini de Il Messaggero. In campo all'Olimpico si sfideranno Lazio e Inter, vero e proprio big match Scudetto: "La Lazio per noi è un'altra cosa - dice Miro -. Siamo cresciuti a Roma accanto a questa squadra". Poi è arrivato anche il Bologna, l'altro club di Sinisa come quello nerazzurro. Ora Miro è tesserato rossoblù e sogna di fare l'allenatore, proprio come suo padre. 

Dusan (21 anni) invece ha preso una strada diversa, da procuratore. Al momento sta finendo Scienze Motorie all'università, come promesso a Sinisa. E poi lavora con Lucci, che per lui è come un fratello: "Mi dedico solo a questo, io voglio sfondare perché lo merito". Un giorno vuole arrivare in Serie A o con il Bologna o con la Lazio. È già assistente di Diogo Silva, allenatore dell'Under 15 rossoblù, e si occupa del rapporto con i ragazzi proprio come ha imparato dal padre. Anche nel lavoro, però, il pensiero va sempre alla Lazio di Baroni: "Dico che questa squadra vola grazie al clima che ha creato nello spogliatoio", spiega Miro.

"Vivevo spesso i ritiri di papà - racconta Dusan -, cercavo di capire come si rapportava con i giocatori". L'obiettivo era quello di capire la vita di gruppo anche durante gli allenamenti. Purtroppo, però, ha potuto farlo solo per una stagione, visto che dopo Sinisa si è ammalato. La conclusione, ovviamente, è tutta per lui: "Un uomo di grande coraggio, lealtà e rispetto: valori che ci ha trasmesso e che ci accompagneranno per tutta la vita", dicono in coro i due figli. Dopo due anni il dolore è sempre lo stesso.


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