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Lazio, Tare e le sue verità: dal rapporto con Sarri e Lotito fino all'addio

di Antoniomaria Pietoso

RASSEGNA STAMPA - Igli Tare ha parlato in esclusiva a Il Corriere dello Sport a cinque mesi dall'addio alla Lazio dopo quasi 20 anni in biancoceleste. L'ex direttore sportivo ha voluto chiarire intanto l'addio negando di essere stato mandato via. All'inizio dell'ultimo anno di contratto aveva comunicato a Lotito di voler lasciare e il presidente ha condiviso la sua decisione arrivando alla scadenza del contratto. 

Alla base del suo addio in molti hanno pensato ci fossero dei problemi con Maurizio Sarri. Tare nega dicendo che il tecnico non era un problema ma una soluzione e di aver spinto in prima persona per il suo arrivo. Il dirigente rivela anche di un lungo incontro a Empoli in cui Sarri gli ha parlato per quasi 4 ore riconoscendogli un sacco di meriti e usando parole al miele. Sul futuro di Mau, Tare spera possa essere ancora alla Lazio, soprattutto per il club biancoceleste. Igli ha poi ripercorso tutta la sua esperienza a Formello commentando anche i vari rapporti con gli allenatori. Simone Inzaghi viene definito un fratello, mentre non mancano le parole al miele per Pioli, mentre un po' più freddo è il commento su Reja e Petkovic (definiti rispettivamente vecchio lupo e persona onesta intellettualmente). 

Diverso il discorso con Claudio Lotito, il rapporto con il presidente è stato strettissimo. Il patron lo chiamava anche alle 2 di notte per dire la propria e sono state più le litigate che i momenti di pace, ma Lotito dimentica in fretta e i due sono andati avanti così sempre. Tare, poi, vuole fortemente negare di avere affari o business con il numero uno della Lazio. Nessuna impresa in Albania dove, secondo l'ex diesse, l'unica apparizione di Lotito è stata per i 40anni di Tare. Lotito non poté andare il giorno della festa, ma si presentò a Tirana il giorno dopo. 


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