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Lazio, Sarri e le parole inaspettate: Mau non risparmia ambiente e squadra

di Lalaziosiamonoi Redazione

RASSEGNA STAMPA - Maurizio Sarri torna a parlare su un quotidiano e si racconta sulle pagine de Il Corriere della Sera per la prima volta dopo l'addio alla Lazio del marzo scorso. Il tecnico racconta di quanto gli manchi il calcio giocato. Dopo l'esperienza in biancoceleste ha staccato tutto per qualche giorno perché aveva bisogno di riprendersi a livello mentale senza dimenticare la perdita della mamma che inevitabilmente ha inciso. Ora però la voglia di tornare in pista è tanta e si dispiace di non aver ricevuto una chiamata dall'Italia, ma solo dall'estero. Sarri, però, è sicuro anche di aver commesso lui qualche errore e fa autocritica, ma non sulle sue parole su calendari e terreni di gioco cosa che hanno fatto anche Klopp e Guardiola non finendo sul banco degli imputati come accaduto al toscano. 

Quello che stupisce nel corso dell'intervista, però, è il poco spazio concesso alla sua esperienza alla Lazio liquidata solo con un giudizio in quattro parole: «Ambiente appiattito, squadra intorpidita». Mentre molto più prolisso è nel raccontare nel rimpianto di non aver allenato il Milan, sfiorato in passato, o della mancata chiamata di queste settimane dei rossoneri e della Fiorentina che avrebbero fatto al caso suo. Inevitabile anche riavvolgere il nastro sulla lunga esperienza al Napoli, sull'Europa League al Chelsea dove sarebbe dovuto rimanere ("Ho commesso un errore" dice senza problemi) e dello scudetto alla Juve. Per ora non pensa a una nazionale, ma vorrebbe allenare un club per entrare in campo ogni giorno per lavorare e divertirsi. Quando si parla sui singoli e sui calciatori che lo hanno reso più orgoglioso non c'è traccia di nessuno della Lazio. Sarri dice: «Nel Napoli quasi tutti, da Koulibaly a Mertens a Insigne. Al Chelsea Hazard: ci litigavo sempre, con me fece la sua migliore stagione».

Pubblicato il 12-6 alle 09:30


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