Lazio, la grande rivoluzione di Baroni: il lavoro del tecnico in tre punti
Tre mesi di Lazio. Era l’8 luglio quando Baroni si è insediato sulla panchina biancoceleste e ad oggi, 8 ottobre, si può già dire che ha fatto molto più di quanto ci si aspettasse. Nonostante il cambio di altri due allenatori nei mesi precedenti e la rivoluzione della rosa, con praticamente tutti i big che sono andati via, Baroni è riuscito a dare una nuova identità alla sua rosa e le cose stanno andando per il meglio, anche nel rapporto con i tifosi. Come analizza il Corriere dello Sport, il suo lavoro si può articolare in tre punti principali: potenza offensiva, la valorizzazione di due calciomercati e il rapporto con i giocatori. Senza dimenticare l’aver conquistato fin da subito anche i tifosi più scettici.
POTENZA OFFENSIVA - Baroni appena arrivato ha pensato subito ad attaccare. Dopo aver visto Dia e Castellanos in allenamento ha capito subito che non avrebbe potuto rinunciare a nessuno dei due, quindi l’intuizione: farli giocare assieme. Una Lazio all’attacco, dunque, con anche i terzini e ali volanti e mediani pronti a contrastare gli avversari. Ha riportato il gioco sulle fasce, riproposto cross e moltiplicato i tiri. Il tutto in soli tre mesi. Ventuno gol fatti in 9 partite, 6 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte.
I DUE CALCIOMERCATI - Il tecnico ha trasformato in ricchezza il calciomercato di quest’anno e il precedente, rendendo felice chi ha investito. Tavares è esploso ed è diventato il secondo assistman d’Europa in appena cinque partite, Castellanos si è ripreso e Dia ha ricominciato a macinare gol come un tempo. Si fida di Tchaouna e Dele-Bashiru, protegge Castrovilli e sta cercando si sbrinare definitivamente Isaksen. Guendouzi e Rovella sono rinati: il primo era sparito sotto la gestione Tudor, il secondo era alle prese con la pubalgia. “Sfrutto le caratteristiche dei giocatori, a nessuno sarà tolto nulla”, questo il motto di Baroni.
IL RAPPORTO CON I GIOCATORI - Baroni sapeva di arrivare in un momento critico e di contestazione, ma con l’umiltà e il lavoro a testa bassa che lo contraddistinguono è riuscito a cambiare totalmente la Lazio. Ha chiesto fiducia ai tifosi ed è riuscito a ripagarli in pochissimo tempo. I suoi calciatori sono pazzi di lui, Guendouzi lo chiama “Super coach”. Nello spogliatoio ha portato freschezza e nuove motivazioni, si prende le responsabilità degli sbagli in campo, improntando il rapporto con i giocatori sull’affidabilità e la gentilezza. La Lazio è il suo sogno che diventa realtà all’età di 61 anni.