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Lazio, l'ex Marcolin: "Avrei voluto abbracciare papà. Il calcio mi ha aiutato"

di Tommaso Guernacci
Fonte: Lalaziosiamonoi.it

Il peggio non è mai come te lo immagini. Papà Giancarlo è volato in cielo, aveva 75 anni, il Coronavirus non lo ha risparmiato. Se ne è andato in silenzio, e in altrettanto silenzio la sua famiglia dovrà salutarlo. Non è concesso l'ultimo saluto, l'ultimo abbraccio. No, la morte al tempo del Coronavirus è infame quanto il virus stesso. Ci vuole tanto, troppo coraggio. Quel coraggio che non tutti possono permettersi di avere, perché è tutto così tremendamente spiazzante e improvviso. Dario Marcolin suo papà avrebbe voluto tanto abbracciarlo. Lì dove non è potuto arrivare lui, ci è arrivato tutto il mondo del calcio, unitosi intorno all'ex giocatore della Lazio in un enorme abbraccio: "Il mondo del calcio mi ha aiutato nelle prime ore riempiendomi di affetto. Soffro anche per chi ha perso qualcuno di caro. Il primo a chiamare è stato Mancio, subito dopo Sinisa. Tifosi di Lazio e Napoli. Insomma, tantissima gente. Eravamo preparati al peggio. Ma il peggio non è mai come te lo immagini. Ero andato a trovarlo a casa a inizio febbraio, non avrò nemmeno la possibilità di dargli un bacio sulla fronte" - le sue parole riportate dall'odierna rassegna stampa di Radiosei. Il peggio non è mai come te lo immagini. E spesso nemmeno la realtà.

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