.

Elisabetta Margiotta Nervi: "Flaminio? No allo stadio della Lazio, pronti a..."

di Antoniomaria Pietoso

RASSEGNA STAMPA - Se Claudio Lotito sembra essersi convinto ad affondare per lo stadio Flaminio, c'è chi non vuole che l'impianto diventi lo stadio della Lazio. Elisabetta Margiotta Nervi, segretaria generale della Pierluigi Nervi Project Foundation, ha parlato sulle pagine de La Repubblica esprimendo la sua opinione sulla possibilità che lo stadio diventi la casa dei biancocelesti. La voglia di tutti è di vedere il Flaminio tornare a vivere, ma non come impianto della Lazio perché, secondo la Nervi, verrebbe snaturato. La segretaria generale continua: «Se il Comune lo darà a Lotito, noi con l’appoggio delle associazioni sportive daremo battaglia».

Elisabetta Margiotta Nervi si dice interdetta dall'atteggiamento del patron capitolino e dell'’assessore allo Sport, Alessandro Onorato. Il Flaminio è nel mirino di Cassa Depositi e Prestiti che, insieme al Credito Sportivo, sta lavorando a un progetto da 80 milioni. Per una cittadella dello sport che coinvolga anche il PalaTiziano e l’area fino all’ex galoppattoio di Villa Glori. La Fondazione Nervi pensa che questo sia il progetto giusto con il Flaminio che non verrebbe snaturato, ma sarebbe a disposizione dei cittadini. 

La Nervi spiega che ci sono criteri oggettivi e identitari del Flaminio da rispettare. Secondo lei il Flaminio va protetto come il Colosseo o l'Arena di Verona e non va modificato nella sua struttura. Inoltre la Fondazione è anche contraria alle attività commerciali correlate. Su numeri di posti e copertura Elisabetta è chiara:  «Lotito giustamente ha bisogno di 45 mila posti. Per realizzarli verrebbe meno l’aspetto estetico del Flaminio, che è perfettamente inserito nel quadrante. Le tribune formano un’onda che sembra adagiarsi accanto alla collina dei Parioli e ne riprende il movimento. Se il numero di seggiolini da 20 mila diventasse 40 mila, non sarebbe un altro stadio? E poi pensate alla copertura: l’impianto di Nervi verrebbe imprigionato e imbavagliato da una struttura esterna. Che poi mi chiedo dove sorgerebbe, c’è poco spazio per i piloni. Il Flaminio non può essere utilizzato come una sorta di zoccolo per metterci sopra un’altra arena. Non va distrutto, che non vuol dire non fare nulla: è un falso mito».

La speranza della famiglia Nervi è che l'impianto torni alla città e ai romani e non a un privato come Lotito, cosa che dice diretta e fuori dai denti. La Fondazione, però, non ha potere decisionale, ma può opporsi all'eventuale assegnazione ai biancocelesti e coinvolgere associazioni per provare a far cambiare idea al Comune. La situazione rimane complicatissima. 


Show Player
Altre notizie
PUBBLICITÀ