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Lukaku, che stoccata all’ex ct Wilmots: "Non era all’altezza, a Euro 2016 con quel Belgio..."

di Gabriele Candelori
Fonte: Gabriele Candelori - Lalaziosiamonoi.it

AGGIORNAMENTO DELLE 22:15 - Jordan Lukaku ha parlato anche del fratello Lukaku. Nel Belgio è nata una rivalità con Batshuayi del Chelsea. Ma il calciatore della Lazio non ha dubbi: "Molte persone preferiscono Michy a Romelu. Com'è possibile? Un dribbling qui, un dribbling lì. È un bellissimo calciatore da guardare, tecnicamente è eccellente. Ma quello che conta nel calcio sono i gol, del resto ad un attaccante sono chiesti quelli, no? Ma a quanto pare non è più sufficiente. Hanno cercato di atterrarlo mille volte, tutti quelli che si sono confrontati con Romelu dicevano di essere migliori di lui. Perché queste cose solo con lui? Romelu però non si innervosisce, mostra sempre la sua perseveranza". 

Otto presenze con la Nazionale del Belgio, la più importante fin qui il primo luglio del 2016 al Pierre Mauroy di Lille. Jordan Lukaku, convocato con i Diavoli Rossi ma senza minuti giocati nella fase a gironi, è in campo per sostituire l’infortunato Vertonghen proprio ai quarti di finale contro il Galles. Il Belgio di Hazard, De Bruyne e Romelu Lukaku (tra gli altri) è favorito, eppure la selezione di Wilmots dopo il vantaggio di Nainggolan perde 3-1. “Io lo so che non feci bene. Ma cosa devo fare ora? Siamo nel 2020, per quanto tempo devo ancora piangermi addosso?”, risponde con onestà in un’intervista a Eleven Sports. L’ex Ostenda, aspramente criticato dopo quella sfida e oggi uscito dal giro della Nazionale, ha già sofferto abbastanza. Nei suoi pensieri però non c’è spazio solo per l’ammissione di colpe personali. Quando interpellato sulla guida tecnica di quella squadra, Marc Wilmots, Lukaku non le manda proprio a dire: “Chi? Secondo te è bravo? Per me non è affatto eccellente. Con tutte le armi che aveva a disposizione il suo piano era: ‘Date palla a Eden’. Non ha saputo forgiare una squadra, è una vergogna. Ovviamente ciò non toglie niente al fatto che io fui nullo. Soltanto che, se avessimo vinto quell’Europeo, tutti avrebbero detto che il merito era suo. Invece avrebbe avuto solo la fortuna di essere condotto al trionfo dai giocatori. La squadra era super rodata, mancava solo qualcuno che la dirigesse…”. Parole forti per commentare una disfatta che, a quattro anni di distanza, non è stata ancora veramente mai digerita.

Pubblicato il 14/02 alle ore 16:15


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