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Lazio, il crollo fa rumore. Ma ora reagisci e non rinnegare te stessa!

di Redazione1 Lalaziosiamonoi

La Lazio crolla al cospetto dell'Inter e si lecca le ferite dopo la peggior sconfitta interna nella storia del club. Mai nessuno era riuscito a vincere con sei gol di scarto all'Olimpico quando in scena c'era la Lazio. Fortissima la squadra d'Inzaghi, certo, non si è campioni d'Italia per caso, ma anche irriconoscibile la squadra di Baroni che per mezzora gioca bene, meglio degli avversari, ma poi si scioglie come neve al sole al primo episodio negativo. Un crollo mentale improvviso e spiazzante, perché questa squadra aveva sempre mostrato di saper reagire e non farsi condizionare dalle avversità. Non era mai successo in stagione di vedere la Lazio assente, fuori dalla partita ed è un elemento che a Formello dovrà essere analizzato a fondo. Ma non è il rigore procurato da Gigot, l'episodio che ha bloccato la Lazio e fatto crollare le sue certezze, bensì l'infortunio di Gila.

NODI AL PETTINE - Già dopo quell'interruzione il ritmo rock'n'roll della Lazio era diventato simile a un soft-pop, permettendo all'Inter di prendere campo e sicurezza. Lì sono venuti fuori anche i limiti delle scelte di Baroni. Perché finché la squadra ha imposto ritmi alti e aveva un centrale in grado di difendere a campo aperto, non solo ha retto, ma anzi ha fatto meglio dell'avversario. Ma appena le frequenze sono calate e non c'era più Gila a proteggere le imbucate sugli attaccanti o su Dumfries alle spalle di Tavares, ecco che i nodi sono venuti al pettine. Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan hanno letteralmente sovrastato Guendouzi e Rovella, presi in mezzo, disorientati dall'inferiorità numerica in mediana e dai cambi gioco dell'Inter che andava a sfruttare l'ampiezza e la fatica difensiva degli esterni d'attacco laziali. Col senno del poi sarebbe stato utile optare per un centrocampo a tre, con Dele-Bashiru a rinforzare gli argini, anche per sfruttare il momento positivo del nigeriano. Chissà se ci fosse stato Vecino, quali sarebbero state le scelte di Baroni…

MERCATO - E qui emerge un altro tema, quello del mercato. La Lazio ha bisogno come l'aria di un altro centrocampista. La stagione è nel vivo, siamo ormai vicini al cuore pulsante dell'annata calcistica e Castrovilli a oggi non offre garanzie e invece alla Lazio garanzie servono. Vecino - pur rimanendo elemento prezioso - va incontro ai 34 anni e ad acciacchi sempre più frequenti, ecco perché un nuovo centrocampista diventa necessario. Un giovane? Un under 22? Probabile, anche se la situazione di Castrovilli va monitorata, un addio non è da escludere del tutto e in quel caso potrebbe aprirsi una casella per inserire anche un giocatore nato prima del gennaio 2003. Si vedrà. Ora la priorità è resettare e ripartire subito.

SU LA TESTA - All'orizzonte c'è il Lecce, in fiducia dopo la vittoria contro il Monza e che sta beneficiando della cura Giampaolo che ha portato fin qui sette punti in quattro gare. Servirà dimostrare di essere uomini, come ha detto Rovella nel post Inter, sarà importante mostrare che dagli errori e dai passi falsi si può e si deve imparare. L'avvio di stagione importante resta, così come l'ottima classifica in campionato e quella scintillante in Europa League. La Lazio deve reagire, deve guardarsi dentro, non farsi travolgere dall'emotività di una sconfitta roboante: "Non rinnegare mai a te stesso ciò per cui hai combattuto. La sconfitta non rende ingiusta una causa". La frase tratta dal romanzo Q, quando il Wu Ming si chiamava ancora Luther Blisset, può riassumere bene. La Lazio non rinneghi se stessa e i suoi principi, impari da questa caduta e torni a volare.


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